Fonte: La Repubblica
Il segretario reggente Martina: “La presenza del Pd nelle presidenze di Camera e Senato è una questione democratica”. I dem restano anche senza segretari d’aula. Ed è già polemica sulla partita di Montecitorio, che sarà giocata domani
Una partita complicata quella per l’elezione di quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari al Senato. Un match che si è acceso con la contrapposizione tra 5 Stelle e Pd, tanto che il segretario reggente dem, Martina, a metà pomeriggio ha detto: “La presenza del Pd nelle presidenze di Camera e Senato è una questione democratica”. Ha tenuto invece l’asse tra Cinquestelle e Lega, nonostante il nuovo battibecco Salvini-Di Maio.
Alla fine a Palazzo Madama la partita si è chiusa con l’elezione – come vicepresidenti – di Paola Taverna per i 5Stelle (105 voti), Roberto Calderoli per la Lega (164 voti), Ignazio a Russa per Fratelli d’Italia (119) e Anna Rossomando per il Pd – esponente orlandiana, quindi “in quota” minoranza – con 63 preferenze (a Rossomando sono arrivati evidentemente anche voti dal Misto – dove siedono Grasso, Errani, Bonino, Nencini – e dalle Autonomie). Ma il partito democratico è rimasto senza un questore – per i dem si tratta di un vulnus – e rischia lo stesso esito anche alla Camera.
Al Senato i questori eletti sono Laura Bottici (M5s), Paolo Arrigoni (Lega) e il riconfermato Antonio De Poli (NcI). ll Pd chiedeva un vicepresidente e un questore in entrambe le Camere, in quanto opposizione, secondo la prassi in atto sin dal 1948. Teoria contestata dai 5stelle: i grillini hanno sostenuto che, non essendoci ancora il governo, non si può ancora dire chi è maggioranza e chi è opposizione. I dem avevano a disposizione 54 voti che avrebbero permesso alla candidata M5s, Laura Bottici, di essere la più votata, divenendo quindi il questore anziano, cioè il presidente del collegio dei questori. Il tutto in cambio di un congruo numero di voti per il dem Gianni Pittella, a scapito di uno dei due candidati del centrodestra, cioè Antonio De Poli (NcI) e Paolo Arrigoni (Lega). Infatti ogni senatore ha a disposizione due voti, e mentre quelli del centrodestra votavano i propri due, M5s e Pd avrebbero potuto prestarsi reciproco soccorso. Ma così non è stato. Alla fine, nessun questore per il Pd mentre come questore anziani è stato eletto De Poli.
Al Pd, poi, non è andato neppure un segretario d’aula. Sono stati eletti Paolo Tosato (Lega), Francesco Giro (Fi), Tiziana Nisini (Lega), Vincenzo Carbone (Fi), Michela Montevecchi (M5S), Sergio Puglia (M5S), Giuseppe Pisani (M5S), Gianluca Castaldi (M5S).
La tensione riguarda anche la Camera dove il rischio per i dem, senza una intesa politica, è di non incassare neppure un questore e un vicepresidente. I 5Stelle considerano fondamentale una vicepresidenza per la battaglia sui vitalizi e quindi, pur avendo già lo scranno più alto di Montecitorio, vogliono incassarne una.
“Un fatto inaudito per la principale forza di opposizione”, lamenta il capogruppo Andrea Marcucci. La prova che “il corteggiamento” del Movimento cinque stelle, in vista delle consultazioni, è solo di facciata? Che un governo m5s-pd è solo una chimera? “Non ci voleva questo per capirlo”, taglia corto Matteo Renzi. A chiudere la giornata la dichiarazione di Martina, che dice no a un incontro con i 5 Stelle prima delle consultazioni di Mattarella. La replica grillina: “E’ una ripicca, non pensa al Paese.