Fonte: La Stampa
I dati del Censis: con l’addio agli stranieri perderemmo il 20% delle nascite, 68mila insegnanti e 35mila classi
Italia, paese di santi, poeti, navigatori. E anche immigrati, visto che senza di loro il Belpaese avrebbe circa 450 mila aziende in meno. Un dato che arriva dal Censis, secondo cui, senza immigrazione, nell’ultimo anno ci sarebbero stati il 20% meno di nascite, una scuola pubblica orfana di 35mila classi e 68mila insegnanti e 693mila lavoratori domestici (il 77% del totale) assenti all’appello.
Ma non è solo questione di pura economia: il Censis rileva anche che senza il contributo degli stranieri l’Italia «sarebbe un Paese con 2,6 milioni di giovani under 34 in meno e sull’orlo di un pieno crac demografico». Gli immigranti infatti sono mediamente più giovani degli italiani e più propensi a fare figli: dal 2008 al 2015 le nascite da coppie composte da genitori italiani sono calate del 15%, mentre quelle da coppie con almeno un genitore straniero sono in crescita. E dei 488mila bambini nati in Italia nell’anno appena passato, il peggiore in termini di natalità dall’Unità d’Italia, circa 73mila (il 15%) hanno entrambi i genitori stranieri.
L’importanza degli immigranti si conferma anche tra i banchi di scuola, con il 9,1% di alunni di origine straniera (anche se nati in Italia), e nella piccola impresa: nei primi tre mesi di quest’anno gli imprenditori stranieri rappresentano il 14% del totale, e dal 2008 a oggi sono cresciuti quasi del 50%, in un periodo in cui le aziende guidate da italiani diminuivano più del 10%.
Nonostante l’importanza che rivestono nel tessuto socio-economico italiano però, in termini di welfare sono ancora gli italiani ad avere una posizione di vantaggio: gli immigrati che percepiscono una pensione sono 141mila, cioè nemmeno l’1% degli oltre 16 milioni di pensionati italiani. Mentre quelli che beneficiano di prestazioni di sostegno sul reddito sono appena 120mila. Qualche dato anche sulla dislocazione geografica: dei 146 comuni italiani con più di 50mila abitanti, solo 74 hanno un’incidenza di stranieri superiore alla media. In testa ci sono Brescia e Milano, dove la concentrazione è comunque pari solo al 18,6% della popolazione, seguiti da Piacenza col 18,2% e Prato con il 18%.