Desidero rivolgere il mio più cordiale saluto agli organizzatori, ai relatori e a tutti i partecipanti al Tempo delle Donne, giunto quest’anno alla decima edizione. Il centro della vostra riflessione, quest’anno, è la libertà, diritto inalienabile di ogni persona, fondamento degli Stati e delle società, a partire dalla nostra Repubblica. Si tratta di una scelta fondamentale – che caratterizza la nostra Repubblica dalla approvazione della nostra Costituzione – ma anche impegnativa. Perché libertà e diritti non sono una conquista irreversibile, ma richiedono un continuo e lungimirante sforzo di tutela, di rinnovamento, di inclusione.
Il valore della libertà, l’aspirazione a svilupparla si sono estesi negli anni, grazie anche al ruolo propulsivo delle donne, capaci di portare la loro specifica e concreta sensibilità sui temi dei diritti. Ma tuttora, e in tutto il mondo, la libertà è minacciata da discriminazioni, violenze, disuguaglianze. Nelson Mandela scriveva che «essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri».
Non vi è vera libertà quando una conquista si ottiene a scapito di altri, producendo esclusioni o emarginazioni. Non c’è libertà in quei regimi che soffocano le naturali richieste delle donne a una effettiva parità, alla libertà nelle decisioni che riguardano la propria vita, che escludono parte rilevante della popolazione dall’istruzione e dal mondo del lavoro. Non c’è completa libertà quando non sono garantiti a tutti i cittadini pari condizioni di crescita e di sviluppo. Non c’è libertà, oggi, quando una persona è vittima di molestie e violenze fisiche o morali.
La violenza contro le donne in Italia, in questi ultimi mesi, ha continuato a manifestarsi con numerosi casi di assassinio e di stupro. Questa intollerabile barbarie sociale richiede un’azione più consapevole di severa prevenzione, concreta e costante. A questa si deve affiancare, nell’intera società, un impegno educativo e culturale contro mentalità distorte e una miserabile concezione dei rapporti tra donna e uomo.
Abbiamo oggi bisogno più che mai della forza e della cultura delle donne, che con le loro lotte, il loro impegno, la loro originalità hanno indotto e talvolta costretto le società moderne a ripensare stili, modelli e organizzazioni, contribuendo all’affermazione del valore universale della libertà.
Le donne hanno cambiato la politica, la cultura e la società. E continueranno a farlo, in questa stagione in cui sfide decisive impegnano l’Italia, l’Europa e il mondo intero sulla frontiera della pace, dello sviluppo, dei cambiamenti climatici, dell’occupazione e della riduzione delle disparità.
Sono certo che il laboratorio costituito dal Tempo delle Donne produrrà, come nelle precedenti edizioni, idee, proposte, riflessioni, sollecitazioni utili al rinnovamento della società e alla promozione della piena libertà. Con questa convinzione invio i miei auguri più intensi di buon lavoro.