Le autorità di intelligence della Corea del Sud e degli Stati Uniti «stanno conducendo un’analisi dettagliata», ha dichiarato lo Stato Maggiore in un comunicato congiunto
La Corea del Nord ha lanciato diversi missili da crociera al largo della costa orientale del Paese. Lo hanno reso noto le forze armate della Corea del Sud, secondo cui i missili sono stati lanciati attorno alle 9 di stamattina (l’una del mattino in Italia) dalla città costiera di Wonsan. «Le nostre forze armate stanno rafforzando la sorveglianza e la vicinanza, cooperando strettamente con gli Stati Uniti e monitorando ogni ulteriore segnale di attività da parte della Corea del Nord», ha affermato in una nota lo Stato maggiore congiunto delle forze armate sudcoreane. Si tratta del sesto test missilistico nordcoreano del 2024, compreso quello del 14 gennaio nel quale è stato lanciato il primo missile a medio raggio con combustibile solido.
La Corea del Nord ha rivendicato nei giorni scorsi lo sviluppo di un nuovo sistema di controllo balistico per sistemi lanciarazzi multipli e proiettili d’artiglieria guidati. Lo ha riferito il 12 febbraio l’agenzia di stampa ufficiale «Korean Central News Agency». L’Accademia di Scienze della difesa nordcoreana, che supervisiona il programma missilistico nordcoreano, avrebbe completato un collaudo del «controllo balistico» tramite proiettili guidati da 240mm per sistemi lanciarazzi multipli. Secondo «Kcna», le forze armate nordcoreane intendono «rivalutare» e accrescere il ruolo tattico dei sistemi lanciarazzi multipli grazie a un «rapido miglioramento tecnico»: lo sviluppo del nuovo sistema di controllo e dei relativi proiettili guidati rappresenterà secondo l’agenzia di stampa un «cambiamento qualitativo» per l’artiglieria nordcoreana.
Il collaudo segue una serie di test balistici effettuati dalla Corea del Nord nel corso delle ultime settimane. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato la scorsa settimana che se aggredita Pyongyang non esiterebbe a «porre fine» alla Corea del Sud. Il Nord, dotato di armi nucleari, ha proclamato Seul suo «nemico principale», ha chiuso tutte le agenzie preposte alla riunificazione pacifica tra i due Paesi e ha minacciato una guerra in caso di violazioni territoriali di «0,001 millimetri». «Se il nemico osasse ricorrere alla forza contro il nostro Paese, compiremmo una scelta audace che cambierebbe la storia, e non esiteremmo a mobilitare tutte le nostre forze per porre fine» alla Corea del Sud, ha dichiarato Kim secondo l’agenzia di stampa ufficiale «Korean Central News Agency». Per Kim, «la pace non è qualcosa da elemosinare o da trasformare in merce negoziale». Le dichiarazioni del leader nordcoreano sono giunte in occasione di un evento organizzato dal ministero della Difesa per l’anniversario della fondazione dell’Armata del popolo coreano, le forze armate del Paese.
Il mese scorso il leader della Corea del Nord aveva chiesto di emendare la Costituzione del Paese per formalizzare l’abbandono dell’obiettivo della riunificazione pacifica tra le due Coree, definendo la Corea del Sud «primo Paese ostile» di Pyongyang e formulando l’impegno a «occuparne completamente» il territorio in caso di guerra. Durante un discorso del 16 gennaio di fronte alla 10ma sessione della 14ma Assemblea popolare suprema, Kim ha affermato che «nell’eventualità di una guerra nella Penisola coreana, è importante prendere in considerazione il tema di occupare, sopprimere e rivendicare completamente la Repubblica di Corea, e di annetterla al territorio della Repubblica». In linea con la situazione di aperta ostilità tra i due Paesi, che Kim aveva già proclamato nelle scorse settimane, la Corea del Nord ha deciso anche di abolire tre agenzie incaricate di promuovere il dialogo e la cooperazione intercoreana: si tratta del Comitato per la riunificazione pacifica del Paese, dell’Ufficio per la cooperazione economica nazionale e dell’Amministrazione per il turismo internazionale a Kumgangsan.