Fonte: La Repubblica
La Procura lo accusa di autoaddestramento e attività con finalità terroristica, anche internazionale
Indicazioni su come costruire esplosivi o armi, lezioni e manuali con tecniche di combattimento e fuga. Poi immagini e video di attentati, esecuzioni di “infedeli”, predicatori che incitano alla jihad.
Erano contenuti in migliaia di file nel telefono di un tunisino di 25 anni, fermato martedì dalla polizia a Busseto, nel Parmense, che avrebbe avuto, via social, contatti con ambienti dell’Isis: la Procura di Bologna lo accusa di autoaddestramento e attività con finalità terroristica, anche internazionale.
Il tunisino, difeso dall’avvocato Roberto Filocamo, è stato al centro di mesi di indagini di Digos e Polizia Postale, coordinate dal pm Antonella Scandellari, e a giugno era stato perquisito. Ora un giudice valuterà la convalida del provvedimento.
L’indagato avrebbe progressivamente e sistematicamente scaricato e memorizzato materiale che, secondo gli investigatori è chiaramente volto al proprio autoaddestramento a compiere atti di terrorismo.
C’è ad esempio un manuale con 200 consigli con schede e istruzioni per realizzare molotov, ingredienti per preparare una bomba, consigli su tecniche di combattimento e raccomandazioni per eludere inseguitori e evitare la cattura, strumenti di autodifesa e fuga, oltre a testi manoscritti inneggianti al martirio.
Insomma, argomenti monotematici, riferibili al terrorismo internazionale, che presupporrebbero la completa adesione al jihadismo proposto da esponenti o gruppi aderenti all’Isis, con cui era in contatto in particolare attraverso gruppi social.