La sicurezza è uno dei temi politici dominanti delle campagne elettorali, e non solo, da almeno 15 anni. Un’emergenza che ritorna, in un circolo infinito, dopo ogni fatto di cronaca. In vista del voto del 25 settembre Lega e Fratelli d’Italia ne fanno una delle bandiere del loro programma: «Riportare la sicurezza nelle città italiane». Eppure, le forze dell’ordine parlano di reati in calo e di indici sulla criminalità mai così bassi. Ma com’è davvero la situazione? Per capirlo vediamo l’andamento dei reati legati alla microcriminalità nelle 6 più importanti città in 10 anni (2009-2019) e lo mettiamo a confronto con il 2021. Lo facciamo con i dati forniti a Dataroom dal ministero dell’Interno su Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna e Napoli. Dai dati abbiamo escluso il 2020, perché tra lockdown e pandemia non può avere un reale valore statistico.
Rapine in case e negozi
La tendenza generale delle rapine in abitazione è al ribasso. A Milano crollano dopo il picco del 2013: i casi diminuiscono del 60%. Anche a Roma, Napoli e Torino l’apice si registra tra il 2013 e il 2015, mentre restano sempre sotto i 70 casi a Bologna e Firenze. Fortunatamente siamo lontani dagli allarmi di fine anni Novanta e dei primi Duemila quando le bande degli assalti in villa seminano il terrore in Veneto e Lombardia.
Giù a Milano anche le rapine nei negozi: dal 2012 in poi si scende del 50%. Solo a Firenze e Bologna il dato sul decennio rimane in costante equilibrio, mentre il calo è sensibile anche a Roma, Torino e Napoli. L’immagine delle gang di rapinatori armati di pistole e mitra è un retaggio del passato, oggi molti casi riguardano le cosiddette rapine improprie: persone sorprese a rubare in negozi e supermercati che spintonano i vigilantes o entrano in colluttazione con i commessi. Si tratta in realtà di taccheggi classificati come rapine.
Furti in case e negozi
I furti semplici nei negozi a Milano per anni oscillano intorno ai 10-12 mila, ma dal 2015 la curva inizia a scendere e nel 2021 i furti sono 7.218. Crollo anche nelle altre città, mentre restano stabili, con una tendenza al ribasso più lieve a Firenze e Napoli.
Per quanto riguarda il furto in casa, sappiamo che è uno dei reati che più incide sulla sensazione di insicurezza dei cittadini. Vedere violata la propria dimora, invasa la parte più intima della propria vita, rappresenta uno degli choc più difficili da superare. I dati anche qui, però, sono in discesa. A Milano i furti in abitazione toccano il picco nel 2013 e nel 2014 con oltre 20 mila casi: oggi meno 57%. E scendono anche a Roma, Torino, Bologna. Costanti a Napoli, mentre a Firenze il picco dei furti in abitazione si registra nel 2018, nel 2021 sono la metà.
Borseggi
I borseggi, o furti con destrezza, diminuiscono a Roma, Torino e Bologna. Restano invece costanti a Napoli, Milano e Firenze. Nel capoluogo toscano il picco si registra nel 2019 (9.389), ma si riducono di due terzi (3.020) lo scorso anno. Il 2021 coincide, però, con il forte calo del turismo dovuto alle restrizioni per il Covid. A Milano nel decennio non si scende mai sotto i 20 mila casi: sono 21.560 nel 2021. Più di Roma dove sono 17.234, ma in costante discesa dal 2015.
Auto, moto e motoriniI furti di moto e motorini crollano a Milano e a Roma: quelli di motorini nel capoluogo lombardo dal 2009 al 2021 segnano un meno 83%.
Superiori nei valori assoluti quelli di moto, ma comunque in discesa (meno 55%). In tendenza al ribasso anche a Bologna, Firenze, Torino. Il dato aumenta solo a Napoli dove nel 2021 s’è registrato un lieve rialzo. Furto d’auto: in diminuzione in tutte le città, a Milano la percentuale è di un meno 65%.
Le denunce
I dati del Viminale ci dicono quindi che non è vero che le nostre città sono meno sicure. E non si può dire neanche che furti e rapine sono diminuite perché si denuncia meno. Si denuncia sempre: perché un veicolo ha la targa, per rintracciare un computer o un cellulare (che hanno matricole sempre individuabili), o il furto di un portafogli anche perché la denuncia tutela da un uso improprio dei documenti, e serve per rifarli. I negozi invece sono assicurati, quindi la merce rubata viene quasi sempre denunciata, anche quando si tratta di furti di piccola entità. Lo stesso vale per tutto ciò che è coperto da un risarcimento. Solo il furto di bici raramente viene segnalato, ma lo stesso accadeva anche in passato.
I dati del Viminale ci dicono quindi che non è vero che le nostre città sono meno sicure.
Reati informatici
I reati che sono schizzati verso l’alto nel decennio sono invece quelli legati al mondo informatico. A Milano sono quadruplicati, conseguenza del maggior utilizzo di mezzi elettronici di pagamento e acquisti online. Sono reati di grandissima diffusione, spesso le bande colpiscono a strascico, come con il phishing, ossia con le email a pioggia nella speranza che qualche sprovveduto clicchi sul link truffa. Del resto, il reato di truffa nel nostro Paese non prevede la possibilità di svolgere indagini sofisticate, come l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche. E solo raramente, quando ci sono aggravanti, si arriva all’emissione di misure cautelari.
I reati che sono schizzati verso l’alto nel decennio sono invece quelli legati al mondo informatico.
Omicidi
È il reato che più ha risentito del calo, nei valori assoluti, rispetto al passato. Nel capoluogo lombardo c’è stato un picco nel 2009 di 42 casi, ma dal 2016 in avanti si scende sotto quota 20. Stesso andamento nella Capitale: dai 47 casi del 2014, i delitti si sono poi stabilizzati intorno ai 20. La tendenza su Bologna e Firenze è altalenante: un anno 12, un altro anno 5. È il caso di sottolineare che la voce «omicidi» include i «femminicidi», un delitto che spesso si consuma in ambito domestico, e non ha quindi legami con la criminalità, pertanto anche la sua repressione deve seguire un altro tipo di percorso.
Violenze sessuali
Un capitolo a parte riguarda le violenze sessuali. Bologna con 195 episodi segna il suo record assoluto degli ultimi dieci anni. A Milano nel 2021 si sono registrate 477 violenze, più di un caso al giorno, contro le 413 del 2019. Il picco nel 2009 con 520. Napoli con 206 casi si avvicina ai massimi del decennio. Le violenze non calano neanche a Torino, Roma e Firenze. Oggi il reato comprende, però, molte sfumature un tempo regolate da diversi articoli di legge: dagli atti di libidine allo stupro. Dal 2019 è stata introdotta una modifica del codice penale denominata «codice rosso» per quel che riguarda gli episodi che avvengono in famiglia, e che innalza l’attenzione delle forze dell’ordine con interventi e misure più rapide. Certamente rispetto al passato si denuncia di più, anche se probabilmente resta una quota elevata di sommerso. Come intendono Meloni e Salvini frenare questa violenza, con più carabinieri? Con la castrazione chimica? Tutti gli esperti concordano sulla necessità di un intervento di tipo culturale. Il programma dei due leader però non prevede l’insegnamento della educazione sessuale nelle scuole dell’obbligo. È una materia ampia, che prevede anche l’insegnamento al rispetto del corpo femminile.
Rispetto alle tipologie di reati presi in considerazione, sono gli immigrati a delinquere di più? Questi sono gli ultimi dati del Viminale. Dal 2018 al 2021 l’incidenza degli stranieri su arrestati e denunciati è pressoché identica: 32,1% contro il 31,9 dello scorso anno. La percentuale sale però se si parla di furti (43,2%), borseggi (58,7%), furti in casa (47,7%) e violenze sessuali (39,5%). Una incidenza che crolla invece al 17,1% per quanto riguarda le frodi e truffe informatiche, per i reati tipicamente mafiosi, dove il delinquente di nazionalità italiana batte la concorrenza mondiale: usura ed estorsioni sono rispettivamente al 6,8% e 20,9% ad opera straniera. Sugli omicidi gli italiani mantengono costantemente il primato, solo il 21% è commesso da stranieri.