Fonte: La Repubblica
Il presidente turco ha affermato di “non essere preoccupato” per le sanzioni Usa conseguenti all’offensiva. Le sue affermazioni alla vigilia dell’arrivo del vice presidente americano Mike Pence col segretario di Stato Mike Pompeo e il Consigliere per la sicurezza nazionale Mike O’Brien
La Turchia “non dichiarerà mai il cessate il fuoco” nel Nord-Est della Siria. Lo ha annunciato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha confermato l’intenzione di proseguire con l’offensiva contro i curdi.
Erdogan poi ha affermato di “non essere preoccupato” per le sanzioni Usa per l’offensiva. Parlando con giornalisti in aereo mentre rientrava da Baku il presidente ha aggiunto che l’ingresso delle truppe siriane a Manbij “non è un fatto negativo”, a patto che “i militanti” della zona siano estromessi.
Le sue affermazioni giungono mentre il vice presidente americano Mike Pence si appresta a partire domani per la Turchia assieme al segretario di Stato Mike Pompeo e al Consigliere per la sicurezza nazionale Mike O’Brien, con l’obiettivo di cercare di ottenere un cessate il fuoco.
Siria: Trump convoca leader Congresso su Turchi
Il presidente Donald Trump ha convocato i leader del Congresso, sia repubblicani e sia democratici, per oggi alle 15:00 alla Casa Bianca per discutere dell’incursione armata turca contro i curdi in Sira. Secondo quanto s scrive TheHill, parteciperanno all’incontro anche i leader delle commissioni Esteri e Forze Armate di Camera e Senato.
Il Congresso sta valutando di passare una misura contro l’azione di Ankara, contestando la decisione di Trump di ritirare le truppe Usa dal nord-est della Siria. La Camera, a maggioranza dem, metterà al voto un risoluzione per bocciare la mossa dell’amministrazione in Siria, reclamando che la Casa Bianca presenti “un piano chiaro e specifico per una sconfitta duratura dell’Isis”.
Giuristi democratici: “Intervenga Onu”
“Il mondo sta assistendo, quasi impassibile, a un autentico crimine di guerra su vasta scala perpetrato dalla Turchia nei confronti della popolazione curda della Siria nord-orientale, che ha concorso con sacrifici di molte vite umane alla sconfitta del califfato Isis”.
È quanto denuncia l’Associazione giuristi democratici che, in una nota, ammonisce “la comunità internazionale assuma ogni iniziativa atta a fermare l’invasione decisa dal presidente Erdogan e utile a bloccare l’invasione e sia ugualmente bloccata immediatamente ogni fornitura di armi all’esercito aggressore turco” e invita l’Italia a dare “ogni appoggio al governo regionale della Rojava e al governo siriano per l’immediato ripristino della sovranità su tutto il territorio della Siria e quello della democrazia autogestita della Rojava, modello per tutto il Medio Oriente e il mondo intero”.
“Sembra quasi impossibile che, a 70 anni dalla fondazione dell’Onu”, osservano i giuristi democratici, “ci si debba trovare in una situazione in cui uno Stato, tra l’altro membro della Nato, invade impunemente un altro Stato indipendente, come la Siria, adducendo pretestuosamente ragioni di sicurezza dei propri confini per eliminare fisicamente la popolazione curda, considerata nemica del governo turco e fonte di possibile contagio per la popolazione curda all’interno della Turchia”.