Dalla Casa Bianca a Londra, da Berlino all’Ue fino a Antonio Tajani, tutti escludono un coinvolgimento diretto nel conflitto. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che l’Italia non è disponibile a inviare truppe in Ucraina. Anche il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha espresso dubbi sulla proposta di Macron. L’idea di Macron è stata criticata anche da alcuni esperti di geopolitica, che la considerano un’escalation pericolosa del conflitto
Il presidente francese Emmanuel Macron non ha escluso la possibilità che i Paesi inviino proprie truppe in Ucraina anche se ha ammesso che non c’è accordo su questa soluzione tra i partner europei. Circa 20 leader europei si sono riuniti lunedì a Parigi per inviare al presidente russo Vladimir Putin un messaggio di determinazione europea sull’Ucraina e contrastare la narrativa del Cremlino secondo cui la Russia è destinata a vincere una guerra ormai al suo terzo anno. «Non c’è consenso in questa fase sull’invio di truppe sul terreno», ha detto Macron ai giornalisti. «Non bisogna escludere nulla. Faremo tutto il possibile affinché la Russia non vinca».
La proposta tuttavia non ha ricevuto consensi presso i partner europei. L’Italia si è sganciata con un comunicato emezzo da Palazzo Chigi: «La conferenza organizzata ieri a Parigi dal presidente Macron ha costituito l’occasione per riaffermare, con la partecipazione del viceministro Cirielli, il pieno impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina nella lotta a difesa della propria sovranità e integrità territoriale». Lo si legge in una nota del Governo italiano, in cui si ricorda che «fin dall’aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev. Questo supporto – sottolinea la nota – non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato».
Nella giornata di martedì anche la presidenza francese ha fatto un parziale passo indietro: fonti dell’Eliseo hanno dichiarato che l’eventuale futura presenza di truppe occidentali in Ucraina, evocata ieri sera nella Conferenza di Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron, non andrebbe oltre «la soglia della belligeranza».
Un coro di «no»
Le parole di Macron sono state pronunciate ieri e oggi sono piovuti i no alla sua proposta anche se lui stesso aveva riconosciuto di non aver ottenuto il consenso sperato. Ha iniziato stamane il presidente della Polonia Andrzej Duda, come riporta RBC-Ucraina citando la radio polacca. “La discussione più accesa – afferma Duda – si è svolta intorno alla questione dell’invio di soldati in Ucraina. E anche qui non c’è stato assolutamente alcun accordo”. Poco dopo un funzionario della Casa Bianca ha detto a Reuters, come riporta sul suo sito, che gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare truppe a combattere in Ucraina, e che non ci sono nemmeno piani per inviare truppe della Nato a combattere in Ucraina.
Nato: non abbiamo piani per l’invio di truppe
Poi interviene la stessa Nato che dice di «non avere piani» per inviare truppe da combattimento in Ucraina. Lo ha detto all’Afp un funzionario dell’Alleanza. “La Nato e i suoi alleati stanno fornendo un aiuto militare senza precedenti all’Ucraina. Lo abbiamo fatto dal 2014 e abbiamo cambiato marcia dopo l’invasione russa su vasta scala. Ma non ci sono piani per la presenza di truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”, ha sottolineato il funzionario in via ufficiale.
Via via altre prese di posizione precise. Come quella del cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha affermato che «nessun soldato» sarà inviato in Ucraina da Paesi europei o della Nato. In una conferenza stampa Scholz ha affermato che «ciò che è stato deciso tra noi fin dall’inizio continua ad essere valido per il futuro», vale a dire che «non ci saranno truppe sul terreno, né soldati inviati dagli Stati europei o dagli Stati della Nato sul suolo ucraino».
Anche Londra si dissocia
Nega un coinvolgimento diretto anche il governo di Londra. Il Regno Unito non ha intenzione di inviare militari in Ucraina, quanto meno non “su vasta scala”. Lo ha precisato oggi il governo di Rishi Sunak rispondendo indirettamente all’ipotesi avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron. Londra finora ha sempre sostenuto di essersi limitata a mandare in Ucraina istruttori o consiglieri militari, negando qualsiasi coinvolgimento al fronte a dispetto della segnalazione di presenze di “volontari” occidentali fra le truppe di Kiev.
Gela qualsiasi ipotesi di invio truppe anche l’Unione europea. «Siamo a conoscenza delle dichiarazioni pubbliche di alcuni Stati membri secondo cui si potrebbe considerare l’invio di truppe di terra in Ucraina. Questo non è stato discusso a livello Ue» ha detto il portavoce Ue per la politica estera Peter Stano nel corso del briefing quotidiano della Commissione con la stampa, interpellato sull’ipotesi sollevata ieri dal presidente francese.
Prima del comunicato ufficiale citato sopra, era comunque arrivato anche un secco no dall’Italia, per bocca del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il possibile invio di truppe occidentali in Ucraina «è un’idea di Macron» ma «quando si parla di inviare truppe bisogna essere molto prudenti perché non dobbiamo far pensare che siamo in guerra con la Russia. Noi non siamo in guerra con la Russia, difendiamo» l’Ucraina «e nel mio giudizio personale non sono favorevole ad inviare truppe italiane a combattere in Ucraina», ha detto Tajani a margine del Comitato di coordinamento dei ministri Italia-Croazia a Zagabria.
Reazione negativa anche da parte della Spagna. «Non siamo d’accordo» con l’ipotesi avanzata dal presidente francese Emmanuel Macron di inviare truppe occidentali in Ucraina. Lo ha detto la portavoce del governo spagnolo Pilar Alegria in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. «Dobbiamo concentrarsi sulle questioni urgenti come accelerare la consegna» degli aiuti a Kiev, ha affermato la portavoce, che ha poi citato le parole del premier Pedro Sanchez secondo cui «l’unità è stata ed è l’arma più efficace che l’Europa ha contro Putin». Alegria ha tenuto a sottolineare che la Spagna è sempre stata impegnata nell’aumentare e consolidare l’appoggio al popolo ucraino, sostenendo parallelamente la necessità di arrivare alla pace.
Russia: un intervento diretto porterebbe a una guerra contro la Nato
Naturalmente il governo russo reagisce alla proposta di Macron. Un eventuale invio di truppe occidentali in Ucraina renderebbe inevitabile un conflitto diretto tra la Russia e la Nato. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta la Tass. Rispondendo in conferenza stampa sul rischio di una guerra tra Russia e Nato in caso di invio di truppe occidentali in Ucraina, Peskov ha spiegato che “in questo caso, non possiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità, ed è così che la valutiamo”. Ma aggiunge il Cremlino, l’invio truppe non sarebbe nell’interesse dell’Occidente.