23 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Voto Spagna

di Aldo Cazzullo

Dopo giorni di trattative con i populisti di Podemos, il premier incaricato Sánchez (socialista) ha annunciato a sorpresa l’accordo con il borghese Alberto Rivera

E così, dopo giorni di trattative per un governo «pueblo unido» con Podemos, il premier incaricato Pedro Sánchez ha annunciato a sorpresa l’accordo con il borghese Alberto Rivera. I socialisti rinunciano alla scorciatoia populista e stringono un’alleanza con Ciudadanos, la formazione liberale che ha raccolto soprattutto i voti dei delusi dalla destra. «Abbiamo ceduto perché vincano tutti gli spagnoli» ha commentato Sánchez .
Nulla è concluso. Non è affatto detto che Psoe e Ciudadanos riescano a fare un governo. Occorre l’astensione del Partido Popular — in piena rivolta contro il premier uscente Mariano Rajoy — o appunto di Podemos. Furibondo, Pablo Iglesias ha subito giurato che non sosterrà mai l’«operazione neocentrista». Si è sentito scavalcato, ma in realtà aveva alzato troppo la posta: oltre alla vicepresidenza per sé e al controllo dei servizi segreti, ha insistito nel chiedere un referendum sull’indipendenza della Catalogna «e di tutte le regioni che ne facciano vivamente richiesta». Una condizione inaccettabile per il Psoe, forte soprattutto nelle regioni più povere del Paese, Estremadura e Andalusia; su 90 deputati socialisti 22 sono andalusi.
Le trattative Sánchez-Rivera sono durate quasi un mese, sottotraccia, spesso con incontri segreti. Ognuno ha ottenuto qualcosa: i socialisti, una riforma del mercato del lavoro per combattere la precarietà; i Cittadini, una riforma costituzionale per alleggerire il peso della politica sulla società, rendere la magistratura indipendente dal potere centrale, abolire le province. Ora l’accordo passa al vaglio del Parlamento: alla prima votazione del 2 marzo Sánchez dovrà avere la maggioranza assoluta (impossibile), alla seconda del 5 marzo gli basterà la maggioranza relativa: difficile. Però Madrid ha bisogno di un governo, per reggere l’urto del nuovo esecutivo catalano, lanciato verso la secessione. Le coalizioni non fanno parte della cultura politica spagnola. Sánchez e Rivera almeno ci stanno provando. Popolari e Podemos per il momento restano a guardare.

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