Fonte: La Stampa
di Alessandro di Matteo
Pioggia di critiche sulle proposte della task force. Si comincia venerdì con le opposizioni
Si comincerà venerdì con le opposizioni, se accetteranno l’invito. Poi sabato sarà la volta degli ospiti internazionali e lunedì toccherà alle parti sociali. Gli Stati generali fortemente voluti da Giuseppe Conte per definire il piano di rilancio del Paese prendono forma, nonostante le resistenze e le critiche che continuano ad arrivare dagli alleati di governo, a cominciare dal Pd. Una situazione un po’ surreale, con il premier che rischia di apparire un generale senza esercito, perché mentre lui invita solennemente ospiti internazionali, imprenditori e sindacati nella sede di rappresentanza del governo a villa Pamphili, la sua stessa maggioranza di fatto sminuisce l’appuntamento, spiegando che è il Parlamento il luogo dove si prendono le decisioni sul futuro del Paese.
I dettagli dell’evento si stanno definendo in queste ore, Palazzo Chigi cerca di mantenere il riserbo sui nomi degli invitati, ma su una cosa Conte ha insistito: nonostante le resistenze dei partner di governo – che chiedevano più tempo e maggiore attenzione a contributi come quello della task force di Vittorio Colao – agli Stati generali il premier intende presentarsi con una bozza del piano di rilancio del Paese e per questo da ieri a Palazzo Chigi ha avviato incontri bilaterali con i ministri: ieri è toccato a Lucia Azzolina, Luigi Di Maio, Elena Bonetti, Gaetano Manfredi, Enzo Amendola, Giuseppe Provenzano. Oggi si dovrebbe continuare con Dario Franceschini e Roberto Gualteri, due dei ministri più critici sugli Stati generali, anche se con il responsabile dell’Economia ci sarebbe stato un colloquio telefonico anche ieri. A tutti Conte chiede di indicare quali progetti intendono finanziare con i soldi che saranno a disposizione dai vari fondi Ue. Il premier ha anche assicurato che «molti punti» del piano Colao verranno inseriti nella bozza che verrà portata a villa Pamphili.
Peraltro, lo stesso documento Colao ha sollevato critiche da parte della maggioranza. Per Vito Crimi, M5S, la parte dei condoni per chi dichiara il contante non va bene, per esempio: «Siamo sempre stati contrari ai condoni, ci riserviamo di approfondire meglio ma ho qualche perplessità». Contrari alla sanatoria sono anche Provenzano, Pd, e Leu. «È un contributo, con cose importanti e altre meno», chiosa il capogruppo democratico Graziano Delrio.
Il copione voluto da Conte prevede che venerdì pomeriggio si cominci con le opposizioni, anche se Forza Italia dovrà convincere Lega e Fdi a partecipare. Sabato, quindi, ci sarà il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e, probabilmente, la presidente della Commissione Ue Ursula von Der Leyen, la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva, il segretario Ocse Ángel Gurría e altri ospiti stranieri. Si parla della possibile presenza anche di due premi Nobel. Un momento importante, nelle intenzioni del premier, perché molto del futuro dell’Italia dipende proprio dai fondi Ue e dalla credibilità del Paese all’estero. Quindi, lunedì sarà il turno di imprenditori («Ci saranno grandi nomi», dicono dal governo), sindacati e categorie.