STATO-MAFIA
Fonte: La StampaLe parole dell’ex direttore del Tg4 diffuse dal suo personale trainer: «Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Marcello?». La replica: «Dichiarazioni manipolate». I legali: «Un truffatore»
Segreti e conti esteri, investimenti di denaro, relazioni pericolose. E un personal trainer pronto – forse per fare qualche soldo – a registrare le rivelazioni scottanti di un fedelissimo di Berlusconi come Emilio fede. C’è tutto questo nelle carte depositate oggi dai pm di Palermo che indagano sulla trattativa Stato-mafia: un malloppo di trascrizioni e verbali di interrogatorio finiti nell’inchiesta quasi per caso.
Tutto comincia due anni fa, quando Fede in una seduta col suo allenatore, Gaetano Ferri, si sarebbe lasciato andare a qualche confidenza su Marcello Dell’Utri, ex senatore di Forza Italia in carcere per scontare una condanna a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. Al personal trainer l’ex direttore del Tg4 avrebbe rivelato particolari compromettenti sui rapporti tra Silvio Berlusconi e l’ex manager di Publitalia, depositario, a dire del giornalista, di pericolosi segreti sugli investimenti del Cavaliere. E, per questo, in grado di «mangiargli» molto denaro.
«Guarda a Berlusconi cosa gli sta mangiando. Perché lui è l’unico che sa… Ti rendi conto che ci sono 70 conti esteri, tutti che fanno riferimento a Dell’Utri?», avrebbe detto Fede a Ferri. Avrebbe, sì. Perché l’ex direttore del Tg4 nega di avere mai pronunciato quelle parole e di avere mai saputo di conti esteri dei quali l’ex senatore sarebbe beneficiario. E accusa l’ex personal, già da lui denunciato per calunnia, di avere falsificato la registrazione per estorcergli del denaro. «Ha manipolato le mie dichiarazioni», dice Fede, raccontando che Ferri era andato ad «offrirgli» la registrazione in cambio di soldi.
Il file con l’audio del giornalista Ferri lo porta ai pm di Monza che lo ripuliscono dei rumori di sottofondo e lo mandano ai magistrati di Palermo. Gli stessi che, peraltro, proprio sulle dazioni di denaro di Berlusconi e Dell’Utri hanno aperto un’inchiesta poi passata per competenza a Milano. Per la Procura del capoluogo siciliano il flusso di soldi passato dall’ex premier al suo fedelissimo collaboratore sarebbe la prova dell’estorsione che Dell’Utri, depositario appunto di segreti scottanti, avrebbe perpetrato.
L’audio ora è finito agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia in cui Dell’Utri è accusato di essersi fatto ambasciatore della minaccia mafiosa presso, stavolta, il Berlusconi politico.
Molti brani del dialogo sono scarsamente comprensibili. «C’è stato un momento in cui c’era timore ….- dice Fede a Ferri – Che loro hanno messo Mangano (il boss morto in carcere noto come lo stalliere di Arcore ndr) attraverso Marcello (Dell’Utri ndr)». «La vera storia della vicenda Berlusconi – prosegue – …mafia, mafia … soldi, mafia, soldi… Berlusconi». «Sì, sì – aggiunge Fede – Dell’Utri era praticamente quello che investiva… Chi può parlare? Solo Dell’Utri».
Sentito dai pm a maggio l’ex direttore del Tg4 nega tutto. Parla di registrazione contraffatta. Ma racconta di avere assistito a un incontro tra Berlusconi e Dell’Utri durante il quale l’ex premier avrebbe detto «ricordiamoci della famiglia», riferendosi alla famiglia di Vittorio Mangano.
«Berlusconi diceva che Mangano si stava sacrificando per lui – spiega Fede – e che bisognava fare qualcosa per la sua famiglia, queste sono le cose che ho riferito ai magistrati».
«Quel che risulta in buona sostanza dall’interrogatorio di Fede è che lo stesso abbia escluso in modo categorico di essere a conoscenza di comportamenti men che leciti da parte di Berlusconi e Dell’Utri o di sapere di conti esteri attribuiti a Dell’Utri», commenta l’avvocato Giuseppe Di Peri, legale dell’ex senatore oggi in carcere. (Ansa)