La Lega: siamo curiosi di sapere quanto prenderà l’ex ad come “premio” economico dopo la sua disastrosa gestione
«Faremo del nostro meglio per difendere l’occupazione e l’indotto. Abbiamo un tavolo con Stellantis convocato a metà dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo». Lo afferma la premier Giorgia Meloni. C’è il pressing bipartisan della politica, da FdI al Pd, da M5s ad Avs, perché John Elkann si presenti al più presto in Parlamento per riferire sul futuro di dimissioni dell’ad del gruppo Carlos Tavares. Con il governo e con l’opposizione lo scontro in questi ultimi mesi è stato molto acceso: un mese fa Tavares è stato in audizione Parlamento, dove lo scontro era stato duro.
Salvini: su Stellantis sono offeso da gestione Elkann
Quello che sta accadendo con Stellantis «è semplicemente disgustoso. Un tracollo economico, peraltro preannunciato grazie alle politiche demenziali pseudo green imposte da Bruxelles, con una persona che rischia di chiudere fabbriche e licenziare migliaia di dipendenti e va via con un bottino di decine di milioni di euro e con degli azionisti che non riesco a commentare. Da italiano sono offeso dalla gestione degli Elkann». Così il vicepremier Matteo Salvini a margine di un evento a Milano.
Fdi: Elkann al più presto in Parlamento
A poche ore dalle dimissioni del mangaer portoghese erano arrivate le richieste dei partiti per un’audizione in Parlamento di Elkann. «Era ora che Tavares se ne andasse, ma la transizione al nuovo management richiede responsabilità, tutela dell’occupazione e valorizzazione delle competenze. Diventa quindi ancora più importante che John Elkann si presenti al più presto in Parlamento per riferire sul futuro di Stellantis» chiede Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Siamo curiosi di sapere quanto prenderà Carlos Tavares come “premio” economico dopo la sua disastrosa gestione» si limita a dire la Lega. «Tavares: più >milioni che soluzioni. Non sarà rimpianto» commenta il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri.
Pd: ora voltare pagina, Elkann venga in Parlamento
«Le dimissioni di Tavares – è il commento Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria Pd – evidenziano quanto sia grave la crisi che ha investito Stellantis e tutto l’automotive europeo. Ora bisogna voltare pagina e tutti devono fare la propria parte. L’azienda, mettendo in campo un piano industriale all’altezza di una fase estremamente difficile. Il governo, ripristinando gli strumenti di politica industriale assurdamente tagliati con la legge di bilancio. Chiederemo nuovamente a John Elkann di venire in Parlamento per confrontarsi sul futuro di Stellantis e del settore».
Conte: preoccupa il futuro, Elkann venga in Parlamento
«Si dimette da ad di Stellantis Tavares, che abbiamo duramente contestato in questi mesi, anche quando è venuto in Parlamento, per le prospettive industriali del tutto assenti» dice il leader di M5S Giuseppe Conte. «Va via – aggiunge – un manager, ma resta sul tavolo l’enorme preoccupazione per il futuro degli stabilimenti, dell’indotto, di tanti lavoratori alle prese con stop, commesse che saltano, cassa integrazione. Domani (lunedì 2 dicembre, ndr) a Pomigliano saremo con loro per ascoltare le loro posizioni e per confrontarci per le possibili soluzioni». E aggiunge: «Prima ancora che sia nominato il nuovo ad, Elkann dovrebbe venire in Parlamento a spiegarci con quale predisposizione pensano di affrontare la crisi in atto. Il Governo dovrebbe finalmente battere un colpo: finora lo si è notato per l’assenza. Il futuro dell’automotive non può essere lasciato all’improvvisazione».
Bonelli-Fratoianni: ora Elkann subito in Parlamento
Identica richiesta da parte di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs: «Tavares è colui che ha avviato un processo di delocalizzazione dell’automotive in Italia, con politiche che hanno provocato guasti ed esuberi e ritardato i processi di innovazione tecnologica. A questo punto Stellantis ha il dovere di dire cosa vuole fare dei suoi stabilimenti e qual è il suo piano industriale. Per queste ragioni chiediamo che Elkann sia immediatamente audito in Parlamento».