Fonte: La Stampa
Sì del Senato: lo stato d’emergenza proseguirà fino al 15 ottobre, due settimane in meno del previsto
Inevitabile. Così il premier Giuseppe Conte ha definito la proroga dello stato di emergenza causa Covid. Termine ultimo il 15 ottobre, due settimane in meno di quanto previsto finora, come precisato nella risoluzione di maggioranza approvata ieri dall’aula del Senato. Via libera arrivato tra l’altro con 157 voti favorevoli, 3 in meno della soglia di maggioranza assoluta, che servirà oggi per il sì al nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi. Un senatore e due ex del Movimento 5 stelle hanno votato contro. La proroga sarà ufficializzata in un Consiglio dei ministri previsto per questa sera. Una proroga con scadenza anticipata, quindi, che rappresenta un compromesso tra il 21 settembre, secondo giorno delle elezioni regionali e del voto sul referendum, sul quale si erano impuntati il Partito democratico e Italia viva, e il 31 ottobre, data proposta dal presidente del Consiglio in tandem con il ministro della Salute Roberto Speranza.
La risoluzione, il cui testo finale è stato messo a punto mentre Conte già stava parlando a Palazzo Madama, impegna il governo «ad assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento nelle fasi attuative» e a definire «con norma primaria le eventuali misure di limitazione di libertà fondamentali».
Un decreto legge, quindi, da sottoporre al vaglio delle Camere, e non un Dpcm sfornato a Palazzo Chigi per adottare nuove restrizioni anti contagio, dalle zone rosse allo stop ai voli dai paesi a rischio, fino al lockdown.
Un modo per rassicurare i partiti di maggioranza e provare a placare le opposizioni. Lega e Fratelli D’Italia, ma questa volta anche Forza Italia, hanno criticato duramente la proroga e accusato il governo di voler «imbavagliare l’Italia a vita», solo per «garantirsi la sopravvivenza per un altro po’».
Conte ha assicurato che «non c’è alcuna intenzione di drammatizzare né di alimentare paure ingiustificate nella popolazione, nessuna volontà di preservare poteri extra ordinem, suscettibili di alterare l’ordinaria dialettica democratica». La proroga serve perché «il virus circola ancora» e quindi bisogna «mantenere dunque un cauto livello di guardia». Si deve poter intervenire rapidamente in caso di necessità e «garantire la continuità operativa in deroga di legge». Senza, «cesserebbe la funzione di coordinamento della Protezione civile e i poteri speciali dei soggetti attuatori, e si decreterebbe la fine del Comitato tecnico-scientifico».
In particolare, secondo Giuseppe Conte, va salvaguardato «il lavoro fondamentale del Commissario per l’emergenza», considerando che la squadra di Domenico Arcuri è ora impegnata nell’acquisto di tutto il materiale – dalle mascherine ai banchi monoposto – che sarà necessario per la ripartenza della scuola a settembre. «Un obiettivo di tutti, maggioranza e opposizione – ha detto ancora il premier – che richiede uno sforzo molto elevato, anche collettivo».
Da segnalare, in ottica bipartisan, l’approvazione di una parte della risoluzione del centrodestra, sulla quale il governo aveva dato parere favorevole, che prevede uno stretto coordinamento tra governo e presidenti delle Regioni «nel caso in cui le misure riguardino esclusivamente una regione o alcune specifiche regioni».
Con lo stato di emergenza viene prolungata dunque fino a metà ottobre anche la possibilità di lavorare in smart working per i dipendenti privati, sempre con modalità da concordare con l’azienda. Mentre i dipendenti della pubblica amministrazione, grazie a una norma contenuta nel decreto Rilancio, potranno continuare a lavorare da remoto fino al 31 dicembre.