Fonte: La Repubblica
di Andrea Tarquini
Pochi decimali dividono le due maggiori coalizioni. Risultato importante per il partito anti immigrazione che guadagnerebbe circa 5 punti. Intimidazioni dei neonazisti ai seggi. Salgono gli ex comunisti
Svolta in Svezia Paese modello del welfare e della competitività a vantaggio di sovranisti locali e di tutta Europa. Secondo i primi risultati parziali diffusi dopo la chiusura dei seggi alle elezioni politiche svoltesi oggi, la nuova destra antimigranti (Sverige Demokraterna, SD, guidata dal giovane dinamico leader Jimmie Akesson trasformatosi col suo team da nazistoide a xenofobo in doppiopetto) oscilla intorno al 18 per cento dei voti. Un volo che rende difficile a chiunque governare senza tenere conto delle proposte degli SD: respingimenti in massa, frontiere chiuse, parola al popolo sul futuro dei rapporti con l´Unione europea.
Sconfitta per il governo ancora in carica, guidato dall’onesto ma incolore leader socialdemocratico Stefan Löfvén e composto da socialdemocratici e verdi. I quattro partiti chiamati in Svezia „borghesi“ (Moderati, centristi, democristiani e liberali) arrivano infatti al 39,6 per cento, sempre secondo exit poll e risultati parziali. Un pochino di più della coalizione uscente socialdemocratici-verdi, che al momento è quotata al 39,4%. A nulla serve ai socialdemocratici restare primo partito del Paese come sono da molti anni: il modello svedese appare in grossa difficoltà. Primo per il volo degli SD, i protagonisti del giorno della politica europea. Secondo perché tra i partiti “borghesi”, specie tra i moderati, serpeggiano tentazioni di preferire alleanze o accordi di appoggio esterno con Jimmie Akesson ad alleanze con le sinistre.
Ottimo risultato in ogni caso dei piccoli partiti. In primis gli ex comunisti, la Sinistra, che dal 5,7% sono saliti all’8%. Bene anche il partito di centrodestra, Centro, e i cristiano democratici che hanno incrementato di un terzo le preferenze del 2014.
La Svezia è arrivata alla grave crisi attuale nonostante decenni di economia in boom, malgrado il welfare migliore del mondo e una competitività economica di eccellenze da far invidia alla Germania. E’ successo perchè da quando la cancelliera tedesca Angela Merkel, senza consultare gli altri governi europei, annunciò nel 2015 la sua politica di porte aperte ai profughi e molti di loro andarono non in Germania ma in Scandinavia, Italia, Grecia, il regno delle tre corone è in assoluto il Paese col massimo numero di ospiti invitati da Berlino a Stoccolma per abitante.
Atsmosfera di voto teso, neonazisti di fronte ai seggi, ufficio stampa degli SD maleducato coi giornalisti che invita al suo party elettorale e poi li respinge alla porta insultandoli coi suoi gorilla e buttafuori come “intrusi ubriachi”. Nelle prossime ore sapremo di più su numeri e cifre della governabilità, ma il modello svedese non sarà mai più come prima. E un duro colpo all’Unione europea è inferto, questa volta dallo splendido, solido, democratico e multietnico Grande Nord.
LEADER POPULISTI AKERSON: “AVREMO ENORME PESO”
Il leader del partito populista e anti-immigrati Svedesi Democratici Jimmie Akesson si è rivolto ai suoi sostenitori subito dopo i risultati: “Abbiamo aumentato i nostri seggi in parlamento e faremo in modo di aver un enorme peso su ciò che accadrà in Svezia nelle prossime settimane, mesi ed anni”.