16 Settembre 2024

Il leader di Forza Italia: «Non si governa con gli anti Europa». Intanto il leghista incontra Marine Le Pen

Il no di Antonio Tajani e le grandi manovre sull’Europa. Ieri Matteo Salvini ha incontrato  >Marine Le Pen. Non di persona come era stato annunciato, non a Roma come era previsto: l’incandescente situazione delle banlieu francesi ha trattenuto la leader del Rassemblement National in Francia. E così il confronto tra il vicepremier italiano e l’aspirante presidente francese è stato in videoconferenza.
Ma ieri è arrivato il secco altolà di Tajani, coordinatore di Forza Italia oltre che vicepresidente del Partito popolare europeo: «Con Salvini siamo pronti a fare alleanze in Italia e fuori. Il problema non è mai stato e non sarà mai Matteo Salvini e la Lega». Ma il problema esiste, prosegue il maggior esponente del Ppe in Italia: «Il problema sono Alternative für Deutschland e il partito della signora Le Pen. Loro sono anti-europeisti. Come si fa a governare l’Europa con chi è contro l’Europa?». L’ex presidente del Parlamento europeo ricorda di aver dato vita «personalmente a un accordo tra conservatori, popolari e liberali: questo è l’accordo sul quale puntare». Tajani non menziona la richiesta di Salvini agli alleati di un patto scritto per il centrodestra in Europa. Ma prosegue fino alla conseguenza ultima delle premesse: «C’è una incompatibilità non solo con Forza Italia ma con la famiglia del Partito popolare europeo. Quindi né FI né il Ppe possono fare accordi con loro».
Salvini prima fa rispondere dai due capi leghisti in Europa, Marco Campomenosi e Marco Zanni: «Davvero l’amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, socialisti e Macron?». Poi, però, al termine del faccia a faccia con Le Pen — lei, con una giacca verde che fa un po’ leghista d’antan — risponde in prima persona, ma come se fosse rivolto alla leader francese: «Mai la Lega andrà con la sinistra e i socialisti e non accetto veti sui nostri alleati». Per il segretario leghista «l’unica speranza di cambiare l’Europa è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra. Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti». Ricordando che Le Pen incarna «l’unico centrodestra presente in un grande Paese come la Francia». Il tutto mentre la premier Giorgia Meloni — che al Corriere ha detto che «non ci sono trattative in corso» — si appresta a volare a Varsavia per un seminario del suo gruppo, Ecr, in Europa concorrente diretto dell’Id leghista.
Insomma, il confronto che formerà il basso continuo della politica italiana fino alle Europee del prossimo giugno già produce le prime scintille. L’obiettivo dichiarato di Salvini è «realizzare il primo storico governo di centrodestra, in contrapposizione alla sinistra delle tasse e dell’immigrazione selvaggia», ma a oggi resta complicata la costruzione di «una casa comune del centrodestra alternativa ai socialisti, senza veti». Per questo Salvini ha proposto agli alleati un «patto scritto». Che però non sembra all’ordine del giorno. Nella Lega le dichiarazioni di Tajani, pur non imprevedibili, hanno suscitato più di un malumore: «Berlusconi era un federatore, Tajani esclude» sbuffa un colonnello. Tra i salviniani — che citano molto la nuova stella del Ppe spagnolo Isabel Díaz Ayuso — la convinzione è che i popolari non potranno restare fermi nel veto a Le Pen anche per un «semplice calcolo»: «Il Rassemblement National è di fatto il centrodestra in Francia. I veti come quelli di Tajani priverebbero i popolari di un grande e decisivo Paese».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *