Fonte: Corriere della Sera
di Danilo Taino
Angela Merkel e Wolfgang Schäuble hanno deciso di tagliare le tasse, nella legislatura che inizierà dopo le elezioni tedesche del 24 settembre. Non trattenete però il fiato: la cifra è modesta rispetto alle potenzialità del Paese e alcuni degli sviluppi nei prossimi anni potrebbero essere diversi da quelli che molti si augurano. La Germania ha uno spazio fiscale notevole per ridurre la tassazione: le previsioni per il 2017 prevedono un surplus del bilancio pubblico di 54 miliardi di euro. Il fatto è che lo usa con parsimonia sul versante del fisco. La riduzione del peso sui cittadini proposta nel manifesto elettorale dell’Unione Cdu-Csu (il partito della cancelliera e del suo ministro delle Finanze) è di 15-19 miliardi l’anno (a seconda di come evolverà l’economia) per il periodo 2018-2021. Tagli che vanno a beneficio delle classi medie: la seconda maggiore aliquota — il 42% (la prima è il 45%) — scatterebbe a 60 mila euro invece che a 54 mila, accompagnata da alcune altre complicate misure di sollievo. Non è granché. L’aliquota sulle società rimane al 33%, ammesso che Berlino la possa mantenere di fronte ai tagli annunciati da Stati Uniti e Gran Bretagna. I conservatori tedeschi hanno insomma finalmente deciso di fare qualcosa di liberale — non lo fanno da quando sono saliti al potere nel 2005 — ma con notevole timidezza. In una certa misura, la scelta di tagliare le tasse dovrebbe avere un effetto positivo anche sulla bilancia dei conti correnti, cioè ridurre il surplus che tutti criticano, da Trump a Macron: maggiori consumi dovrebbero aumentare le importazioni e ridurre il surplus della bilancia commerciale. Può darsi che succeda e questo farebbe piacere a molti, a cominciare dal Fondo monetario internazionale che sottolinea la negatività del surplus tedesco per l’intera economia globale. Ma potrebbe anche non essere così. Dopo le elezioni, l’Unione Cdu-Csu difficilmente avrà la maggioranza assoluta. Potrebbe rifare la Grande Coalizione con i socialdemocratici. Ma cresce l’ipotesi che abbia la maggioranza insieme ai liberali, che probabilmente rientreranno in parlamento da dove mancano dal 2013. In quel caso, per trovare un accordo di programma, dovranno tagliare le tasse anche alle imprese e fare alcune molto dovute liberalizzazioni. Ciò, però, non ridurrebbe l’efficienza dell’economia tedesca, la aumenterebbe: la bilancia commerciale potrebbe registrare altri notevoli surplus. Non è facile tracciare la strada dell’elefante tedesco.