22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Marco Bresolin e Maurizio Tropeano

Oggi l’incontro a Bruxelles. Il M5S prepara una presentazione show come per il reddito


Ieri l’analisi costi e benefici sulla Torino-Lione è stata consegnata all’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset. Oggi, probabilmente, il documento sarà portato ai dirigenti che si occupano del dossier per conto della commissaria alle Infrastrutture, Violeta Bulc. Poi scenderanno in campo i ministri. Il dossier resta secretato ma ieri hanno iniziato a circolare, da fonti attendibili, indiscrezioni che stimano in sette miliardi di euro il saldo negativo tra il costo di realizzazione della nuova linea ferroviaria e i suoi benefici. Una cifra compatibile con quanto fatto trapelare nei giorni scorsi dal ministero delle Infrastrutture al culmine dello scontro politico tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, e cioè che «dalla conclusione dello studio sta emergendo un saldo fortemente negativo a carico della prosecuzione dell’opera».
Adesso, resta da capire quale sia il peso assegnato dalla commissione dei saggi ai costi legati al mancato incasso delle accise sui carburanti e dei pedaggi da parte dello Stato. Due criteri che sono stati duramente contestati dalla Lega già utilizzati nell’analisi costi e benefici per il Terzo Valico. In quel caso il costo del mancato incasso di accise e pedaggi era stato stimato in 905 e 864 milioni. Poi è arrivata la correzione della struttura di missione del ministero perché il calcolo di quelle due voci è in contrasto con le linee guida del Mit e dell’Ue. Alla fine, togliendo quelle due cifre il saldo negativo scendeva da 2,351 miliardi a poco meno di 600 milioni e nell’ipotesi mediana l’analisi è diventata positiva.
Si vedrà. Quel che è certo e che l’uso di quei criteri ha destato perplessità anche in Francia e venerdì scorso, la ministra Borne, visitando il cantiere Tav, aveva ribadito che uno degli obiettivi della nuova linea è di spostare le merci dalla gomma al treno. Punto di vista condiviso da Bruxelles.

E adesso la palla passa proprio a Parigi e poi a Bruxelles. La Francia punta a studiare attentamente le carte per preparare le sue valutazioni in un confronto con il governo italiano. Il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli dovrebbe in tempi stretti incontrare la sua collega Borne. Con Bruxelles il primo confronto sulla relazione stilata dagli esperti sarà invece nelle prossime ore. Il faccia a faccia – a livello di tecnici e funzionari – avverrà con tutta probabilità oggi, ma il confronto sullo studio rischia di non essere risolutivo, serviranno altri incontri, probabilmente. Anche perché i funzionari del gabinetto guidato dalla commissaria Violeta Bulc non hanno avuto il tempo di leggere la relazione. A Bruxelles, per le riunioni con gli emissari dei governi, i funzionari sono abituati a ricevere in anticipo i documenti, in modo da arrivare al tavolo «preparati». Ma a quanto pare il ministero delle Infrastrutture ha preferito non spedire via mail l’analisi, che verrà consegnata «brevi manu». Un modo, probabilmente, per prendere ulteriore tempo, visto che poi la palla sarà nelle mani dei tecnici della Commissione, che dovranno analizzare i numeri e la metodologia utilizzata. A quel punto verso la metà di febbraio è probabile un incontro a tre più «politico», tra i ministri di Italia e Francia e la commissaria Bulc.
Al di là di questi appuntamenti istituzionali, però, il governo o meglio, la componente del M5S sarebbe intenzionata a presentare i risultati dell’analisi costi e benefici in un grande evento mediatico simile a quello realizzato per il lancio del reddito di cittadinanza. Una scelta che suona come una risposta politica dei grillini alla visita del ministro Salvini al cantiere di Chiomonte e che serve anche per rilanciare un dossier da cui la Lega, ma anche il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, avevano preso le distanze. Alla fine, dunque, al netto della propaganda elettorale la decisione sulla Tav sarà tutta politica e la sintesi, ad oggi, sembra ancora lontana.

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