POLITICA/LEGGE ELETTORALE
Fonte: La StampaScintille dopo l’annullamento dell’incontro sull’Italicum. In serata la nuova apertura. Sul blog le risposte ai dem. Napolitano incalza: «Ora basta rinvii»
Gelo e insulti, poi il brusco cambio di strategia da parte del M5S e la pubblicazione delle dieci risposte scritte volute dal Pd. È una giornata convulsa, quasi schizofrenica, nell’affannosa ricerca del dialogo tra Matteo Renzi e Beppe Grillo su legge elettorale e riforme. Una giornata infiammatasi con l’annullamento dell’incontro, voluto dal Pd, delle due delegazioni e proseguita con un nuovo, durissimo scontro tra il leader dei 5 Stelle e il premier. Poi, nel pomeriggio, il Movimento fa dietrofront, prima precisando che il tavolo con il Pd resta aperto, poi pubblicando sul blog le risposte richieste dal Nazareno e date pochi minuti prima dal vicesegretario dem, Lorenzo Guerini, come “conditio sine qua non” per un nuovo incontro.
L’equilibrio si spezza per la prima volta in mattinata, con l’annuncio, da parte del Pd, della disdetta dell’incontro con la delegazione 5 Stelle previsto alle 15. La causa? «L’assenza delle formali risposte dei 5 Stelle», spiega il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza. L’incontro, comunque, già nei giorni scorsi era apparso “sub iudice” alla redazione delle 10 risposte scritte da parte dei 5S alla lettera inviata da Renzi. Ma la disdetta fa infuriare i deputati pentastellati, che parlano di giustificazione «paradossale». «Il Pd vuole perdere tempo, tra i dem c’è molta confusione» tuona il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, in conferenza stampa, precisando come, tuttavia, il tavolo con il Pd resti aperto.
Ma poco dopo, con un durissimo affondo, Grillo sembra quasi sconfessare la linea emersa in mattinata. Renzi «è un ebetone pericolosissimo, stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge», attacca il leader M5s, annunciando «un’opposizione ancor più dura» e sottolineando: «le palle di Renzi sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi». Parole alle quali, immediata, arriva la replica del premier. «Poche chiacchiere», il M5S non è chiaro, scrive Renzi su Twitter, ribadendo, senza sconti, la sua linea: «Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla».
Le parole del premier sembrano quasi certificare la nuova rottura con Grillo. Mentre intanto, tra gli utenti della Rete e gli stessi parlamentari 5 Stelle, non tutti applaudono il nuovo “niet” di Grillo. Così, è il senso delle loro osservazioni, si torna a dare un alibi a Renzi. Mentre ad alcuni, sottolineano fonti parlamentari, non è piaciuto neanche il modo con cui Grillo si è rivolto a chi, alla Camera si «è fatto prendere in giro» dal Pd «falso e ipocrita». E, a stretto giro, la linea “dialogante” prevale. In un post-precisazione è lo stesso Grillo a sottolineare «per chi non ha capito, o non ha voluto capire», che «le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5S sono sempre aperte».
Un dietrofront repentino che sembra quasi fare da sponda al Pd. «Giusto non fidarci, il M5S in stato confusionale», osserva il vicesegretario Lorenzo Guerini prima che, in serata, il Movimento completi la sua marca indietro pubblicando, sul blog, le dieci risposte volute dal Pd. Sono dieci «sì», con rigide condizioni, e con un placet al doppio turno di lista, non di coalizione. La palla, ora, ripassa al Pd. Il confronto traballa ma, dopo una giornata di montagne russe, sarebbe errato dato per morto.
In serata intanto Napolitano ha incitato i partiti a proseguire sulla strada del dialogo: «Senza entrare nel merito di opzioni ancora aperte, è parte della mia responsabilità auspicare una conclusione costruttiva,evitando ulteriori spostamenti in avanti dei tempi di un confronto che non può scivolare, come troppe volte accaduto,nell’inconcludenza su riforme più che mai mature e vitali – si legge in una nota del Quirinale – . E tra queste una riforma volta a superare il bicameralismo paritario si è fatta sempre più urgente per le sue ricadute negative sul processo di formazione e approvazione delle leggi».