Strappo del Carroccio che rimette al Consiglio dei ministri la decisione del resto degli Il governo ha impugnato la legge della Campania, che apriva la strada al terzo mandato da governatore di Vincenzo De Luca, e ricorre alla Corte costituzionale. Ma con lo strappo della Lega che rimette al Consiglio dei ministri la decisione del resto degli alleati. Come registrano fonti del partito di Matteo Salvini (che non era a Palazzo Chigi), nella riunione Roberto Calderoli «ha sottolineato di essere favorevole, come la Lega ha sempre ribadito, a una modifica della legge nazionale su cui però, al momento, non c’è intesa». Al di la del caso campano, l’obiettivo della Lega sarebbe quello di evitare di alzare un muro a livello nazionale sul terzo mandato. Una questione che inevitabilmente chiama in causa il “doge” leghista Luca Zaia, disponibile a un nuovo giro alla guida del Veneto. Il quarto per lui.
L’irritazione della Lega
Ma se l’impugnazione del governo sembra fare un favore ai Dem (senza De Luca, potrebbero scommettere su un candidato del fronte progressista e tenersi la regione), inevitabilmente irrita la Lega che in serata si ribella. Con gli altri ministri Calderoli avrebbe insistito nell’illustrare le criticità che l’impugnazione comporta a livello più ampio, rispetto cioè alle regioni che non hanno recepito una legge nazionale. Sarebbe meglio – è l’argomentazione della Lega – intervenire a monte con una legge nazionale ad hoc. Un auspicio che la premier in mattinata non aveva nascosto, ricordando però che il limite dei due mandati è previsto già nella riforma del premierato, condivisa dagli alleati.
La sponda di Fdi e Fi
A scaldarsi di più è la Liga veneta. «In Veneto la Lega non si conta ma si pesa, con gli ottimi risultati di Zaia. A costo di andare avanti da soli», rimarca la senatrice Erika Stefani che si allinea al suo omologo, Alberto, segretario dei leghisti veneti. Di certo i leghisti, specie quelli del nord, non rinunceranno alla regione che, insieme alla Lombardia, è l’ultimo baluardo del Carroccio. E continueranno a premere perché Salvini li difenda fino all’ultimo. In ogni caso, sul terzo mandato Meloni e Fratelli d’Italia hanno una solida sponda in Forza Italia. «Siamo assolutamente contrari al terzo mandato, per noi è cosa scontata», ribadisce il forzista Maurizio Gasparri, convinto che il no debba valere pure per le regioni a statuto speciale, come il Friuli Venezia Giulia, altra regione a trazione leghista.
Rizzi nuovo capo del Dis
Nel corso della riunione del Cdm è stato inoltre nominato il nuovo direttore del Dis (il Dipartimento incaricato di coordinare le due agenzie operative dell’Intelligence italiana, interna ed esterna) dopo le dimissioni presentate da Elisabetta Belloni (in carica fino al 15 gennaio). La scelta è caduta sul prefetto Vittorio Rizzi, attuale vicedirettore dell’Aisi (servizi segreti interni). Nella casella che Rizzi lascia libera all’Aisi come vice di Bruno Valensise, l’Esecutivo sceglie il generale Leandro Cuzzocrea, capo di stato maggiore della Guardia di Finanza.
Cdm ratifica nomina di Curcio a commissario alluvione 2023
Sempre il Cdm ha ratificato la nomina di Fabrizio Curcio come nuovo commissario straordinario alla ricostruzione nelle regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche, colpite dall’alluvione del 2023. L’ex capo dipartimento della Protezione civile, una volta pubblicato il decreto del capo dello Stato, prenderà il posto del generale Francesco Paolo Figliuolo, che ha guidato la struttura commissariale fino al dicembre scorso, quando è stato nominato vice-direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise). Curcio resta in carica fino al 31 dicembre 2025.