Fonte: La Stampa
di Miriam Massone, Massimiliano Peggio e Maurizio Tropeano
Revocata la giornata ecologica. Il Comune di Torino: nessuna ordinanza su vetri e metallo come nel 2015, l’organizzazione è responsabilità di Turismo Torino
Almeno 1500 feriti, di cui tre gravissimi che «destano le preoccupazioni maggiori». E’ il primo bilancio ufficiale dopo la notte del panico, con la psicosi bomba che ha trasformato piazza San Carlo in un inferno. È il primo bilancio ufficiale, dopo il vertice in prefettura.
La maggior parte dei tifosi sono già stati medicati e dimessi. I più gravi sono un bambino di sette anni e mezzo, che nella calca che si è scatenata ieri dopo l’esplosione di un petardo e un probabile falso allarme, ha riportato un trauma cranico e toracico. È stato necessario intubarlo ed è ricoverato in rianimazione all’ospedale Regina Margherita.
Stabili, secondo fonti sanitarie, anche le condizioni della ragazza, di cui non sono ancora note le generalità, che è in prognosi riservata all’ospedale Molinette. Mentre al San Giovanni Bosco è in rianimazione una donna di 38 anni, andata in arresto cardiaco probabilmente per schiacciamento, ed è ricoverato anche un uomo di 66 anni con trauma toracico e ematoma lacero contusivo frontale.
Intanto il giorno dopo in piazza San Carlo, dove c’è stato il fuggi fuggi generale, è stata ripulita dalla marea di rifiuti e oggetti rimasti a terra. Resta invece transennata la zona del passaggio al parcheggio sotterraneo. La sindaca Appendino, rientrata a Torino da Cardiff, dove si trovava per la partita Juventus Real Madrid, dopo la riunione in prefettura si è recata all’ospedale torinese Regina Margherita. Il caso viene seguito con attenzione anche dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
«C’È UNA BOMBA»
La notte è stata un inferno. «Ho sentito un’esplosione, sicuramente un botto enorme», ha detto qualcuno dei tifosi in piazza San Carlo. Altri hanno giurato di essere certi del contrario: «Nessuno scoppio, è colpa di una transenna che è caduta, è lì che tutto comincia». Quale che sia la il motivo scatenante, migliaia di persone hanno iniziato a scappare. «Sono caduto, mi saranno passati sopra in cinquanta, non so come ho fatto a resistere».
Un altro racconta: «Urlavano “c’è una bomba, evacuate la piazza” e noi fuggivamo, c’erano persone a terra, sangue, vetri ovunque». Viene travolta la tenda della Protezione civile dove inizialmente qualcuno aveva pensato di poter trovare riparo. L’onda arriva alla ringhiera del parcheggio interrato: che non regge, alcune persone cadono giù. E il rumore del tonfo scatena altro panico e un altro fuggi-fuggi. «Ero proprio accanto alle transenne – dice Marco, un ragazzo di Saronno – mi sono sentito sollevare verso l’alto. È stato terribile».
La piazza si svuota in pochi minuti, ma dà l’impressione di essere stata travolta da un tornado. A terra ci sono scarpe, libri, vestiti, zaini. Un ragazzo seduto su una sedia pieghevole cerca di chiamare casa piangendo. Un volontario della Protezione civile sorregge una ragazza terrorizzata. Molti urlano, cercano i parenti, gli amici. Qualcuno, tra i più anziani, ricorda lo spettro dell’Heysel.
SOCCORSI
Arrivano le ambulanze, i vigili del fuoco. La città è tutto un gridare di sirene. I feriti vengono portati negli ospedali, ma molti – almeno quelli meno gravi – ci vanno da soli, cercando di raggiungere i presidi più vicini, come il Gradenigo. La maggior parte finisce alle Molinette o al Cto. In tarda serata il Comune annuncia l’annullamento della domenica ecologica, per «non ostacolare chi deve andare dai parenti in ospedale».
SANGUE DAPPERTUTTO
«A me hanno sequestrato una bottiglia d’acqua – racconta Roberto – ma in piazza c’erano i venditori abusivi di birra. C’erano bottiglie da un litro, alla fine la piazza era un tappeto di vetri.Ho visto persone cadere e tagliarsi. C’era sangue dappertutto: un ragazzo aveva una gamba squarciata. Anche io sono caduto. mi hanno calpestato a decine».
LE PORTE CHIUSE
Molti tifosi cercano rifugio nei condomini di piazza San Carlo. Qualche portone si apre, ma qualcuno rimane chiuso. Stefano racconta la scena su Facebook. «Decine di persone hanno chiesto aiuto e sono entrate in casa. Gente ferita, i bambini, la paura, il sangue. Tanto sangue. E noi a dare acqua e caffè, a coccolare, a dire “è passato”. Ma siamo una dozzina di condomini, solo noi abbiamo aperto il portone e la porta. E dato acqua e soccorso. Ma che razza di animali siamo diventati?».
COME TORNO A CASA?
«Restiamo tutti insieme…», urla un ragazzo quando il panico si scatena. Ma quando ritorna la calma molte persone non riescono più a ritrovarsi. I cellulari non funzionano, molti sono senza scarpe, qualcuno ha perso le chiavi dell’auto. Non sanno come fare per tornare a casa, non si orientano in città. «Da che parte è piazza Castello? – chiedono – Come faccio ad arrivare a Porta Susa?». Molti vagano smarriti per la piazza.
I BAMBINI
Poco dopo mezzanotte la Protezione civile sta cercando i genitori di una decina di bambini, venuti in piazza con i parenti e rimasti soli dopo la grande fuga. I loro nomi vengono scanditi al megafono, uno dopo l’altro. Molti sorrisi, molti abbracci di sollievo.
I NODI DA SCIOGLIERE
Come è iniziato tutto? È stato un petardo, è stato qualche stupido che ha fatto scattare la psicosi? O sono state le due cose insieme? Oltre a capire quale miccia abbia innescato il panico e il terrore, bisognerà verificare a fondo il piano di sicurezza, in particolare i corridoi di fuga preparati su una piazza che raramente si è vista così piena. E poi perché le bottiglie, tutti quei vetri a terra se ogni tifoso è stato perquisito e in tanti raccontano di aver dovuto lasciare alle forze dell’ordine le bottiglie nello zaino?
COMUNE: NESSUN DIVIETO PER VENDITA DI VETRO E METALLO
«In relazione ai fatti di piazza San Carlo la Città di Torino precisa che il soggetto organizzatore, Turismo Torino, ha operato con le medesime modalità messe in atto nel 2015, in occasione della finale proiettata il 6 giugno». È quanto si legge in una nota divulgata dall’amministrazione comunale, in seguito agli incidenti avvenuti ieri sera in piazza San Carlo. «Anche in quel caso – si legge – la Città, con propria delibera, aveva incaricato Turismo Torino quale soggetto organizzatore e non era stato approvato alcun provvedimento di ulteriore limitazione nella vendita di vetro e metallo, oltre a ciò che è previsto dall’art. 8 bis del Regolamento di Polizia Urbana». L’articolo in questione, in particolare, prevede il divieto di vendere, per asporto o consumo sul posto bevande di qualunque specie racchiuse in contenitori di vetro o metallo, dalle 23 alle 7 del giorno successivo.
Sulla presenza dei venditori abusivi di bevanda, la nota precisa che «sono in corso le verifiche da parte dell’Amministrazione per individuare le eventuali responsabilità. Per la giornata di domani la sindaca attende dal comandante Ivo Berti una relazione in merito alle attività svolte sul campo, e riferirà degli esiti in aula».
PROCURA: NON SI PROCEDE PER PROCURATO ALLARME
Il procuratore capo a Torino, Armando Spataro, «smentisce notizie secondo cui allo stato si procede per il reato di procurato allarme» in relazione a quanto accaduto ieri sera in piazza San Carlo durante la proiezione della finale di Champions League. «Ogni ipotesi – aggiunge il magistrato – potrà essere formulata solo dopo la ricostruzione della dinamica dei fatti».
Quella del procurato allarme è una delle ipotesi allo studio di investigatori e inquirenti nel quadro degli accertamenti.