19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Un’Europa federale, libera e unita: era quella teorizzata da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, durante il periodo di confino a Ventotene, nel pieno della seconda guerra mondiale, mentre l’Italia era sotto il pugno di ferro fascista e in gran parte delle nazioni europee sventolavano le bandiere uncinate naziste. Un progetto visionario che passerà alla storia come il Manifesto di Ventotene e che ancora oggi è considerato uno dei fondamenti del movimento federalista europeo. Con la speranza che una volta concluso il secondo conflitto mondiale si potesse formare una federazione di Stati europei che ritrovasse così il proprio ruolo sullo scacchiere internazionale, dopo gli effetti devastanti delle dittature nazionaliste. A raccogliere questo e altri stimoli alla creazione di un organismo sovranazionale contribuiranno i leader di Francia, Italia e Germania, Robert Schuman, Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer, e nel maggio del 1949 l’utopia di Spinelli troverà una prima realizzazione con il Consiglio d’Europa per la difesa dei diritti umani, formato da Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia. E qualche anno dopo, tra il 1950 e il 1951 verranno poste le prime pietre dell’Europa comunitaria con il trattato della Comunità Europea di Difesa (CED) e con la fondazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), proposta dall’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman per la libera circolazione delle materie prime e per regolamentarne produzione e commercio. A sancire definitivamente la nascita di un’istituzione federale europea dotata di un parlamento e di un organismo di governo con poteri effettivi, arriveranno poi i Trattati di Roma, firmati 60 anni fa in Campidoglio, il 25 marzo del 1957, da Italia, Francia, Germania Ovest, Lussemburgo, Belgio e Olanda. Da questa data storica nasceranno la Comunità Economica Europea (CEE), la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e l’assemblea parlamentare sorvranazionale, composta inizialmente da 142 deputati nominati dai parlamenti dei sei paesi membri e poi, dal 1979, eletta a suffragio universale. Con l’adesione di altri Stati europei, la confederazione economica assume via via una forma più definita e articolata, insieme al Consiglio dell’Unione Europea, fino ad arrivare nel 1992 al Trattato di Maastricht che istituisce l’Unione Europea e pone le basi per l’introduzione della moneta unica, per la cooperazione in materia di politica estera, di sicurezza e giustizia, nonché della libera circolazione di persone e beni all’interno della federazione comunitaria. Nella foto nel giardino dell’ambasciata belga a Roma, alcuni politici guardano uno dei manifesti stampati per celebrare la storica firma, da sinistra Paul Henri Spaak, Konrad Adenauer, Joseph Luns, che tiene un angolo del manifesto, e Gaetano Martino (AP Photo/Ivan Crosceneo)

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