19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Carmelo Lopapa

Sarà un esecutivo snello, meno di 20 ministri, e il giuramento arriverà entro la fine della prossima settimana. Gli annunci sul nuovo esecutivo arrivano in serata dal braccio destro di Di Maio, Vincenzo Spadafora. I due leader si incontreranno nuovamente domani. Ma l’intesa sul premier non è ancora stata raggiunta. Dovrà maturare entro domenica sera. Tecnici al lavoro sui programmi: “Ci saranno flat tax, reddito di cittadinanza, legge Fornero e migranti”. I 5Stelle precisano: “Sul tavolo anche conflitto di interessi e giustizia”

“Ancora due-tre giorni di trattativa, ma c’è piena sintonia sui programmi”. L’incertezza sul premier del futuro governo M5S-Lega resta. Ma ora sembra chiaro che si andrà verso una figura terza rispetto ai due leader, Di Maio e Salvini. A dirlo è il braccio destro del leader 5Stelle, Vincenzo Spadafora. “È molto probabile un nome terzo che rappresenti quello che si scrive nel contratto di governo”, ha detto in serata ospite di Porta a porta. Ha anche detto che la squadra sarà “snella, meno di 20 ministri” e che il giuramento avverrà “entro la fine della prossima settimana”.
Per il resto Di Maio e Salvini avrebbero deciso di essere presenti direttamente nel futuro esecutivo. Di spendere il loro peso politico impegnandosi personalmente. Le ipotesi circolate finora davano il leader della Lega come ministro dell’Interno e il capo politico dei Cinquestelle alla Farnesina. Ma i ruoli non sono ancora definiti.
Cinquestelle e Lega hanno ancora bisogno di tempo. Ma, fin dal mattino, hanno lanciato messaggi di ottimismo. “Sta andando bene”, ha detto Salvini all’uscita da Montecitorio. “Un momento importante per l’Italia”, il controcanto sui social di Luigi Di Maio. E i passi avanti “sono significativi”, hanno scritto nel comunicato diffuso dopo il vertice alla Camera che ha aperto la trattativa. Nella nota serale congiunta si parla di “piena sintonia prima di tutto nel metodo”, premessa per scrivere “un contratto di governo definitivo entro domenica”.
Dall’ipotesi staffetta al premier terzo. I toni sono concilianti ma la questione politica di fondo resta: il nodo principale è quello del nome da indicare come premier. L’ipotesi Giorgetti – che si era fatta strada negli scorsi giorni – sembra essere tramontata. Con il passare delle ore si è indebolita l’opzione di una staffetta tra Salvini e Di Maio. E i due leader – campioni nella richiesta di un premier politico e non tecnico – hanno anche qualche imbarazzo nell’indicazione di un nome “neutrale” o di un terzo uomo. Ma è proprio questa l’ipotesi che sembra prevalere in serata.

La trattativa sul programma
Flat tax, reddito di cittadinanza, immigrazione, Fornero. Sono i temi che entreranno nella prima stesura del contratto di governo tra M5S e Lega. L’annuncio arriva al termine della prima riunione di tecnici a Montecitorio. Alfonso Bonafede, fedelissimo di Di Maio, spiega che la “prima stesura verrà preparata entro domenica prima di definire i nomi” da dare al Quirinale. Già in precedenza Salvini aveva precisato che sbarchi e sicurezza saranno base fondante del programma. E per chiarire il concetto si era fatto fotografare con la solita ruspa, per i social.
Sulla Fornero, è la versione dei 5Stelle, c’è totale sintonia: “L’abolizione? Intanto si parte dal superamento”. E il conflitto di interessi? “Nel programma ci sarà”, dice Spadafora. “Non facciamo la legge per qualcuno o contro qualcuno. Non torneremo indietro su nessuno dei temi della campagna elettorale. Quello lo dobbiamo fare”. Quanto al reddito di cittadinanza, Salvini avrebbe chiesto a Di Maio di introdurre una scadenza di due anni.

I paletti del Quirinale.

I due leader hanno chiesto al Quirinale ancora qualche giorno. L’intesa su premier e programma dovrà maturare entro domenica sera. Domani Di Maio e Salvini si incontreranno nuovamente, insieme ai loro luogotenenti. Dal Quirinale, intanto, arriva l’indicazione di paletti rispetto a qualsiasi discussione politica e di governo: “Il sovranismo non è la soluzione”. Il premier, dal punto di vista del Colle, non può che avere salde convinzioni europeiste. A tifare apertamente per l’intesa M5S-Lega è invece l’uomo che ha portato al trionfo la Brexit nel Regno Unito: Nigel Farage.

I falchi di Forza Italia
Nel partito di Berlusconi, intanto, cresce l’irritazione nell’ala meno filo-leghista. La preoccupazione di ciò che potrà fare l’esecutivo inizia a rafforzarsi tra i forzisti e la vicepresidente della Camera Mara Carfagna parla per la prima volta dell’ipotesi di un voto contrario: “Saremo sicuramente all’opposizione, se astenerci o votare contro lo decideremo sulla base delle persone che comporranno questo governo”, ha detto.

La posizione di Fdi
Sembrava orientata verso l’opposizione, ieri, Giorgia Meloni. Oggi la posizione si fa più sfumata: “Il nostro sostegno dipenderà dal premier, perché è evidente che chi guida il governo ne caratterizza l’azione”. Poi una serie di punti che per il suo partito sono irrinunciabili. Tra questi anche la modifica della legge elettorale, “con l’introduzione immediata del premio di maggioranza:  così da permettere senza alibi, in caso di fallimento dell’esecutivo, l’immediato ritorno al voto”.

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