Fonte: La Stampa
di Francesco Semprini
Il ministro dell’Economia interviene alla Columbia University
«Le banche italiane sono più solide di prima». È netto il giudizio del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, sullo stato di salute degli istituti del Paese, per i quali i crediti deteriorabili stanno tornando a livelli precedenti alla tsunami finanziario che ha travolto le due sponde dell’Atlantico. Non a caso il titolare di via XX Settembre parla da New York nel corso di un intervento alla Columbia University organizzato ieri pomeriggio. Lo «stock di npl [non-performing loan] è sceso e la creazione di nuovi npl è tornata a livelli pre-crisi. Non vedo problemi», afferma Tria reduce, fra l’altro, da un pranzo con i rappresentanti delle banche italiane tenuto ieri nella Grande Mela.
Il ministro è poi tornato sull’annoso problema del debito italiano definendolo ancora una volta «completamente sostenibile». Sottolineando che l’Italia è impegnata a ridurre l’esposizione in maniera continua e progressiva, il rappresentante del governo Conte ha voluto rassicurare, ancora una volta, sul dato del Pil per il quarto trimestre del 2018, sceso dello 0,2% sul trimestre precedente e salito dello 0,1% su base annua. «L’Italia è in recessione tecnica: il suo rallentamento segue quello dell’Europa». E ancora «non c’è motivo di drammatizzare: si tratta di una lieve contrazione. Un’altra cosa è una contrazione forte».
«Se potessimo corregge il tasso di crescita con la nostra volontà sarebbe bello – chiosa Tria – Ma scherzi a parte si spera che la domanda possa riprendersi, che ci sia una ripresa nel corso dell’anno». Il ministro ha però sottolineato che «se ci fosse ancora un peggioramento della congiuntura, sarebbe un suicidio fare una politica economica ancora più restrittiva». «Neanche la Commissione europea lo chiede in questo caso, anzi si creano spazi per ampliare il cosiddetto output gap per fare più deficit. Ma noi non vogliamo fare più deficit perché vogliamo rispettare l’obiettivo del debito».