23 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il ministro dell’Economia rientra in anticipo dall’Eurogruppo. E al presidente della Commissione replica: “Non ci sarà nessuna fine dell’euro”. Duro Salvini: “Basta insulti, Italia è un Paese sovrano”. I dubbi di Moscovici e Dombrovskis: “Deviazione molto significativa rispetto agli impegni”. Di Maio: “Qualche istituzione fa terrorismo sui mercati”

Riflettori puntati sul ministro dell’Economia, Giovanni Tria, andato a Lussemburgo per l’Eurogruppo, ma tornato in serata a Roma per dedicarsi alla chiusura della Nota di aggiornamento al Def, disertando quindi la riunione dell’Ecofin di domani. Il problema è il deficit dell’Italia sul quale è intervenuto il presidente della commissione Jean-Claude Juncker: “L’Italia si sta allontanando dagli obiettivi di bilancio concordati a livello europeo, abbiamo appena risolto la crisi della Grecia, non voglio ritrovarmi nella stessa situazione, una crisi è abbastanza. Se l’Italia vuole un trattamento speciale, sarebbe la fine dell’euro. Per questo dobbiamo essere molto rigidi”.
Un’analisi che Tria respinge al mittente: “Non ci sarà nessuna fine dell’euro – replica il ministro dell’Economia – Ho parlato con i commissari Moscovici e Dombrovskis, non con Juncker. Sarà una sua opinione”. Quindi la replica alle critiche per il rapporto deficit-pil previsto dall’Italia:  il 2,4% “è un numero che non corrisponde esattamente ad alcune regole europee ma fa parte della normale dinamica europea, è sempre accaduto a molti Paesi nel corso degli ultimi decenni, se andate a vedere il numero di Paesi che sono in regola con tutte le regole europee sono pochissimi. Non significa che non bisogna cercare di rispettarle ma ci sono delle situazioni economiche in cui bisogna fare delle valutazioni”.
Le parole del presidente della Commissione europea suscitano la reazione veemente del vice premier Matteo Salvini: “In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. Vogliamo lavorare per rispondere ai bisogni dei nostri cittadini. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute sono priorità del governo e andremo fino in fondo. Alla faccia di chi rimpiange l’Italia impaurita, quella con le aziende e il futuro in svendita. Non ci fermeranno”. Un’invettiva che si chiude con un netto: “Basta minacce e insulti dall’Europa, l’Italia è un Paese sovrano”.
In sede europea ci si aspettava un chiarimento da parte del professore titolare del Tesoro, che si era lasciato con i colleghi Ue con l’impegno di mantenere il rapporto deficit/Pil entro l’1,6%. Invece, nell’anticipo della Nota di aggiornamento del Def sul quale ancora si ragiona in assenza delle tabelle ufficiali, il governo ha deciso di portare il rapporto al 2,4% nel triennio. “Adesso cercherò di spiegare quello che sta accadendo e come è formulata la manovra”, ha detto Tria entrando all’Eurogruppo e rispondendo alle domande dei giornalisti. Il ministro ha invitato i partner europei a stare “tranquilli”, e ha anche rassicurato sul fatto che “il debito/Pil scenderà” nel 2019.
Nessuna retromarcia però sui numeri annunciati la scorsa settimana in occasione dell’approvazione della nota: “Non c’è nessuna motivazione per mettere in discussione il 2,4%” del rapporto deficit-pil, ha detto il vice premier Luigi Di Maio  “Siamo tutti convinti, il governo è compatto”. C’è “qualche istituzione europea che, con le sue dichiarazioni, gioca a fare terrorismo sui mercati”, ha aggiunto Di Maio. Quindi ha rincarato la dose: “Stamattina a qualcuno non andava bene che lo spread non si fosse impennato. Moscovici, che non è italiano, si è svegliato e ha pensato bene di fare una dichiarazione contro l’Italia, contro il Def italiano e creare tensione sui mercati”. Ora “per fortuna la Borsa sta per chiudere. Da domani continueremo a spiegare che il 2,4% non è una misura molto lontana da quella che facevano  altri. Solo che se lo fa la Lega e il M5s non va bene”, ha concluso.
Il riferimento di Di Maio è alle parole pronunciate dagli altri partecipanti all’Eurogruppo entando al vertice. “Aspettiamo la bozza di legge di Stabilità” ma “a prima vista” i piani di bilancio italiani “non sembrano compatibili con le regole del Patto”, ha rimarcato in tono secco il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Concetti simili a quelli espressi dall’altro rappresentante Ue titolare delle materie economiche, il commissario Pierre Moscovici, secondo il quale la Commissione europea aspetterà il 15 ottobre per pronunciarsi sulla manovra italiana (data di invio del progetto del Bilancio alle istituzioni), ma a “prima vista c’è una deviazione significativa” dagli “impegni presi” da Roma. Moscovici ha poi sottolineato che – stando alle indicazioni giunte – “la manovra privilegia la spesa pubblica, ai cittadini bisogna dire la verità”. In serata la replica al vice premier: “Cerchiamo di raffreddare la situazione, ho visto che Luigi Di Maio mi accusa di terrorismo o di terrorizzare i mercati: non ha senso. Io svolgo il mio ruolo e il mio ruolo come commissario è fare in modo che le regole, che sono comuni a tutti, siano rispettate da tutti”.
“Tutti abbiamo domande e aspettiamo risposte ma la bozza di bilancio non è ancora stata presentata, la procedura è lunga, ci sono negoziati in corso a Roma e ne aspettiamo l’esito”, le parole del presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno. “Ci sono delle regole e queste regole sono uguali per tutti i paesi perché il nostro destino è legato”, ha detto invece il ministro francese dell’economia, Bruno Le Maire, aggiungendo che c’è “un legame nel futuro di Italia, Francia, Germania e Spagna, tutti i membri della zona euro sono legati”. Proprio la Francia ha annunciato una manovra espansiva con un deficit/Pil al 2,8%.

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