23 Novembre 2024

Fonte: Il Sole 24 Ore

di Angelo Cremonese

economia

Lo sforzo verso la semplificazione del nostro sistema tributario continua a essere caratterizzato da provvedimenti spot che cercano di intervenire su singole tematiche, legate anche all’informatizzazione di alcuni adempimenti, con il lodevole obiettivo di rendere meno gravoso sotto il profilo burocratico l’onere a carico del contribuente e di aumentare il grado di compliance.
Tuttavia sembra mancare un disegno organico di semplificazione che riguardi in modo strutturale l’intero sistema tributario. Spesso ci si è chiesti se in una materia delicata e complessa come quella fiscale, così legata alla sostenibilità dei conti pubblici, sia realmente possibile un intervento di tale natura. Una domanda che si accompagna, visto il cammino verso la maggiore digitalizzazione del sistema, a quella sul grado di maturità informatica del contribuente italiano.
Alcuni segnali confortanti, pur tenuto conto delle problematiche di avviamento, sono venuti dalla dichiarazione precompilata e dal varo della fatturazione elettronica. Non sarebbe dunque azzardato partire da queste iniziative per ripensare completamente il sistema, rendendolo più snello nel numero abnorme di adempimenti (a volte ripetitivi), nella frequenza delle scadenze legate agli intrecci delle differenti esigenze del fisco statale e di quello locale, nelle continue modifiche delle varie normative, nell’inutile e costoso numero di tributi (a volte caratterizzati da un gettito al netto dei costi di esazione molto contenuto o addirittura negativo). In particolare per le piccole e medie imprese, importante tassello della nostra economia, sarebbe necessario disegnare un sistema che non le costringa ad investire ingenti energie nel comparto amministrativo.
Ma la vera rivoluzione in questo campo passa anche per l’adozione di un linguaggio più semplice nella normativa tributaria, che consenta a chi voglia adempiere di non incorrere in costosi errori e omissioni (magari solo formali) spesso frutto anche della poca chiarezza di ciò che si chiede al contribuente. Un quadro che si fa ancora più pesante a causa dei continui rinvii, spostamenti e proroghe introdotti a volte anche dopo lo spirare dei termini a cui si riferiscono.
Far crescere il livello di fiducia e di compliance deve essere un obiettivo primario e la semplificazione è una tappa importante di questo percorso. Va quindi studiato un intervento organico che modernizzi realmente il nostro sistema tributario. Il divario con i nostri competitor esteri è ancora notevole. Ad esempio in alcuni Paesi europei alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi viene addirittura offerta una gestione della contabilità on line a cura dell’amministrazione fiscale.
L’Italia ha una pressione tributaria nominale fra le più alte al mondo a causa dell’elevato grado di economia sommersa e quella percepita è ancora più forte anche per l’eccessiva burocratizzazione. Poiché i vincoli di bilancio non consentono di prevedere, a breve, significativi alleggerimenti del carico tributario nominale, diventa sempre più urgente una vera rivoluzione copernicana sugli adempimenti, mettendo il contribuente al centro del sistema.

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