22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Paolo Mastrolilli

Il candidato repubblicano in visita in Scozia: il mondo è in tumulto. L’Ue sbaglia su economia e migranti, i tedeschi vogliono lasciare la Germania

 

«Matteo Renzi appoggia Hillary Clinton? Non mi importa, è irrilevante». Donald Trump sembra in grande forma, quando scende dal suo elicottero sul campo da golf di Balmedie. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca è venuto a visitare il resort che ha costruito nel ricordo della madre, Mary Anne MacLeod, emigrata dalla Scozia quando aveva 18 anni. In attesa di cenare con Rupert Murdoch, arrivato qui forse per sancire la pace in vista delle presidenziali di novembre, invita i giornalisti al seguito ad arrampicarsi con lui sulle verdi dune e gli scogli a picco sopra l’oceano. Tra una buca e l’altra, mentre mostra con orgoglio «la vista più bella del mondo», risponde alle domande di tutti.
Siccome è il giorno dopo la Brexit, la conversazione si concentra sugli effetti del referendum e i rapporti con l’Europa. A parte le dispute ideologiche e personali, tra lui e Hillary è emersa una lettura contrapposta. Trump pensa che in Occidente sia in corso una rivoluzione epocale provocata da emigrazione e crisi economica, di cui la Brexit è solo il primo esempio, che lo spingerà alla Casa Bianca; Clinton crede che gli americani vogliano un leader responsabile, capace di rispondere al loro disagio, e questo la farà vincere. Uno dei due sta inevitabilmente leggendo la realtà in maniera sbagliata, come ha fatto Cameron, e il risultato di novembre sarà la discriminante che deciderà lo sviluppo di questo dibattito nell’intero mondo occidentale.

I mercati hanno reagito molto male all’uscita della Gran Bretagna dalla Ue: non si è pentito di averla sostenuta?
«Il popolo ha scelto l’indipendenza, e questa è una decisione comprensibile. I mercati sono sempre agitati, ma la minaccia che li preoccupa davvero è un’altra: il debito da 19 trilioni di dollari accumulato dal presidente Obama, che presto salirà a 21 trilioni. Questo è il vero problema economico degli Stati Uniti, che colpisce le tasche degli americani».

La sconfitta di Cameron è stata un suo successo personale?
«No, è stata triste. Cameron ha sbagliato tutto: non avrebbe mai dovuto indire il referendum. Ma ancora più patetici sono stati Obama e Hillary, che non hanno capito come sarebbe andato. Il presidente è venuto qui per dire agli inglesi che in caso di Brexit avrebbero dovuto mettersi in fila, per rinegoziare i trattati commerciali, e così ha determinato la sconfitta di Cameron».

Ora si aspetta che la Scozia cerchi l’indipendenza?
«È ancora presto per dirlo, ma certamente è il prossimo problema che ci aspetta».
Lei ha detto che molti Paesi europei sono pronti a seguire l’esempio della Gran Bretagna. Francia, Italia, Spagna, chi sta nella sua lista delle nazioni che minacciano di far saltare l’intera Unione Europea?
«Questi Paesi sono tutti candidati, perché sono in difficoltà. Ma Francia, Italia e Spagna non sono i soli. Ce ne sono molti altri che sono pronti alla loro versione della Brexit. Vedrete».

Perché, secondo lei?
«Sono stati commessi troppi errori in Europa, dall’immigrazione, alla politica monetaria. L’intero mondo è in tumulto, per colpa di questa leadership e di quella americana, che non sanno cosa fanno».

L’altro giorno ha criticato duramente la Germania: perché?
«Stimavo molto Angela Merkel, e le ho sempre fatto tanti complimenti, fino a quando ha preso quella decisione sciagurata sull’accoglienza dei rifugiati. Così ha trasformato la Germania in un Paese da cui i suoi abitanti vogliono scappare».

Però diversi leader europei, come il premier italiano Renzi, hanno appoggiato Hillary Clinton o preso posizione contro di lei. Stanno leggendo male la realtà, come ha fatto Cameron?
«Renzi non lo conosco neppure, non mi importa. È irrilevante. L’unica cosa importante è avere l’appoggio del popolo americano, che a novembre mi eleggerà presidente».

Molti europei hanno bocciato anche la sua proposta di imporre un bando all’immigrazione islamica negli Stati Uniti. Se un musulmano scozzese o inglese volesse venire in America, ad esempio, lei si opporrebbe?
«Io ho detto che bisogna controllare meglio e fermare l’immigrazione dai Paesi ad alto tasso di terrorismo. Sapet>e tutti benissimo quali sono».

Lei critica la Merkel, cancelliera di un Paese alleato degli Stati Uniti, e invece si scambia complimenti con il leader russo Putin, che sta sfidando l’America. Non è una posizione singolare, per un candidato alla Casa Bianca?
«Quando sarò presidente, io avrò ottimi rapporti tanto con la Merkel, quanto con Putin. Avrò ottimi rapporti con tutti i Paesi europei, che amo e considero alleati importanti».

Però ha appena detto che l’Unione europea è destinata a sgretolarsi, e molti suoi membri sono pronti a seguire l’esempio della Gran Bretagna.
«Gli abitanti del Regno Unito hanno rivendicato la loro indipendenza, il diritto di decidere come governare il Paese e determinare il proprio destino. Mi sembra che questa sia una cosa in generale positiva. Lo sgretolamento dell’Europa invece è un dato di fatto, non una mia opinione. Dipende dagli errori commessi dalle sue leadership inadeguate».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *