13 Gennaio 2025

Cresce il timore che la competizione per produrre meglio, con più efficienza, sia sostituita da quella per conquistare i favori del grande capo. E un ritorno ai monopoli

Atteggiamenti autoritari, alleati europei (ma anche i partner Canada e Messico) messi sotto accusa, la minaccia di annettersi la Groenlandia. A dieci giorni dall’insediamento, Donald Trump già scatena fibrillazioni nelle relazioni internazionali, ma anche sul piano economico: il timore che il combinato disposto delle misure annunciate – dazi ed espulsioni di milioni di clandestini – abbia effetti disastrosi sul commercio internazionale mentre negli Usa potrebbe causare una fiammata d’inflazione e un infarto del mercato del lavoro. Tutti ragionamenti fondati ma legati a un «se». Se Trump farà quello che ha detto. Potrebbero, però, essere minacce da usare a fini negoziali.
C’è, invece, qualcosa di assai più piccolo ma più concreto che spaventa chi, analizzando l’economia Usa, prevede un altro infarto: la competizione per produrre meglio, con più efficienza, sostituita da quella per conquistare i favori del grande capo. E un ritorno ai monopoli. Il canarino nella miniera si chiama Fubo: una piattaforma di streaming sportivo sul punto di essere acquista dall’alleanza di Disney-Fox-Warner che ha il quasi monopolio delle trasmissioni Usa di tutti gli sport principali: basket, football, calcio, hockey, baseball.
La piccola Fubo aveva denunciato questo blocco che le impediva di competere, oltre a togliere forza negoziale alle leghe sportive. In estate il tribunale aveva giudicato il ricorso fondato, aveva accusato l’alleanza di soffocare la concorrenza danneggiando i consumatori (il gruppo guidato da Disney ha l’80% degli eventi sportivi professionali e il 98% dei playoff): legge violata e processo fissato per inizio 2025. Ma appena Trump è stato eletto, Fubo ha deciso di vendersi all’alleanza. Traduzione: quel cartello è illegale ma ora si apre un’era nella quale la spinta al rispetto della legge perde vigore se la norma è in contrasto con la volontà della presidente «forte».
Per questo nella vignetta degli inginocchiati davanti a Trump mai pubblicata dal Washington Post, vicino ai capi di big tech c’era anche Topolino: Disney ha fatto inginocchiare la sua rete tv, la ABC, nella causa intentata dal leader repubblicano. Molto legato, oltre che a Musk, a Peter Thiel: l’imprenditore-ideologo della Silicon Valley sostenitore dei monopoli tecnologici che non ha mai investito in Europa perché «ammalata» di troppa concorrenza. Meglio una sana oligarchia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *