Cresce il timore che la competizione per produrre meglio, con più efficienza, sia sostituita da quella per conquistare i favori del grande capo. E un ritorno ai monopoli
Atteggiamenti autoritari, alleati europei (ma anche i partner Canada e Messico) messi sotto accusa, la minaccia di annettersi la Groenlandia. A dieci giorni dall’insediamento, Donald Trump già scatena fibrillazioni nelle relazioni internazionali, ma anche sul piano economico: il timore che il combinato disposto delle misure annunciate – dazi ed espulsioni di milioni di clandestini – abbia effetti disastrosi sul commercio internazionale mentre negli Usa potrebbe causare una fiammata d’inflazione e un infarto del mercato del lavoro. Tutti ragionamenti fondati ma legati a un «se». Se Trump farà quello che ha detto. Potrebbero, però, essere minacce da usare a fini negoziali.
C’è, invece, qualcosa di assai più piccolo ma più concreto che spaventa chi, analizzando l’economia Usa, prevede un altro infarto: la competizione per produrre meglio, con più efficienza, sostituita da quella per conquistare i favori del grande capo. E un ritorno ai monopoli. Il canarino nella miniera si chiama Fubo: una piattaforma di streaming sportivo sul punto di essere acquista dall’alleanza di Disney-Fox-Warner che ha il quasi monopolio delle trasmissioni Usa di tutti gli sport principali: basket, football, calcio, hockey, baseball.
La piccola Fubo aveva denunciato questo blocco che le impediva di competere, oltre a togliere forza negoziale alle leghe sportive. In estate il tribunale aveva giudicato il ricorso fondato, aveva accusato l’alleanza di soffocare la concorrenza danneggiando i consumatori (il gruppo guidato da Disney ha l’80% degli eventi sportivi professionali e il 98% dei playoff): legge violata e processo fissato per inizio 2025. Ma appena Trump è stato eletto, Fubo ha deciso di vendersi all’alleanza. Traduzione: quel cartello è illegale ma ora si apre un’era nella quale la spinta al rispetto della legge perde vigore se la norma è in contrasto con la volontà della presidente «forte».
Per questo nella vignetta degli inginocchiati davanti a Trump mai pubblicata dal Washington Post, vicino ai capi di big tech c’era anche Topolino: Disney ha fatto inginocchiare la sua rete tv, la ABC, nella causa intentata dal leader repubblicano. Molto legato, oltre che a Musk, a Peter Thiel: l’imprenditore-ideologo della Silicon Valley sostenitore dei monopoli tecnologici che non ha mai investito in Europa perché «ammalata» di troppa concorrenza. Meglio una sana oligarchia.