La conferenza stampa del presidente eletto Donald Trump a Mar-a-Lago, in Florida
«È possibile che dovremo fare qualcosa…» Rispondendo a un giornalista del New York Times in una lunga conferenza stampa a Mar-a-Lago, Donald Trump ha rifiutato di escludere l’uso della forza militare per riprendere il controllo del Canale di Panama e per la Groenlandia, che ha definito «necessaria per la sicurezza nazionale».
L’incontro con i giornalisti, a 13 giorni dall’insediamento alla Casa Bianca, si è aperto con l’annuncio dell’imprenditore Hussain Sajwani che investirà 20 miliardi di dollari in centri dati statunitensi. Sajwani, immobiliarista di Dubai, è una vecchia conoscenza del presidente-eletto: aprirono insieme il primo campo da golf con il marchio Trump in Medio Oriente. In chiusura, Trump ha ricordato il viaggio della premier Giorgia Meloni a Mar-a-Lago e la cerimonia a Notre Dame, notando il «rispetto» che ha ricevuto dai leader mondiali. «Molti mi chiamano e dicono: Grazie»
Panama e Groenlandia
«Il Canale di Panama è vitale per il nostro Paese.Ed è operato dalla Cina. È stato un grosso errore restituirlo, è per questo che Carter perse le elezioni, forse più che per gli ostaggi (la crisi con l’Iran ndr)», ha detto Trump, aggiungendo di considerare l’ex presidente (la cui bara veniva nelle stesse ore portata a Washington per il funerale) «una brava persona, ma ha preso una decisione orribile». Cauto, il presidente di Panama José Raul Mulino afferma che «risponderà quando sarà presidente». Mette Frederiksen, premier della Danimarca, che Trump minaccia anche di pesanti dazi, dice di non credere che l’America userà davvero la forza militare o economia contro «uno dei suoi più stretti alleati». Di certo Trump stavolta ha consiglieri fedelissimi, pronti a seguirlo più che durante il primo mandato. I repubblicani hanno la maggioranza (seppure esigua) alla Camera e al Senato. Quando suggerisce di rinominare il Golfo del Messico «Golfo d’America»,che sia serio o no, i sostenitori pubblicano sui social mappe di un «Grande Impero Americano».
Il Canada
«Perché li appoggiamo con più di 200 milioni l’anno? Il nostro esercito è a loro disposizione tra l’altro. Dovrebbero essere un nostro Stato. L’ho detto anche a Trudeau quand’è venuto». Nei confronti del Canada, però, Trump ha escluso la forza militare: userà l’influenza economica, intende correggere il deficit commerciale. «Non cederemo mai alle minacce. Questi commenti mostrano una completa incomprensione di cosa rende il Canada un grande Paese», ha replicato la ministra degli Esteri Melanie Joly, candidata alla poltrona di premier. E il premier dimissionario Trudeau: «Le probabilità che il Canada diventi parte degli Usa sono inferiori a quelle di una palla di neve all’inferno».
Medio Oriente
Trump ha dichiarato che se gli ostaggi non verranno liberati da Hamas prima del suo insediamento il 20 gennaio, si scatenerà «l’inferno in Medio Oriente» e «non sarà un bene per Hamas e per nessuno». Ha ceduto la parola a Steve Witkoff, inviato per il Medio Oriente in partenza per Doha: «Speriamo di avere qualcosa di annunciare entro l’Insediamento».
La Giustizia
Il presidente-eletto ha rifiutato di dire se concederà la grazia ai rivoltosi che aggredirono gli agenti in Campidoglio il 6 gennaio 2021. Ha elogiato il blocco temporaneo da parte della giudice della Florida Aileen Cannon della pubblicazione del rapporto del procuratore Jack Smith sui casi federali archiviati.
La Nato e la Russia
I Paesi della Nato dovranno pagare il 5% del Pil per la Difesa, ha affermato Trump. Ha ricordato un noto episodio: durante un summit internazionale gli fu chiesto se, in assenza di un aumento della spesa per la Difesa da parte degli alleati, l’America li avrebbe difesi. Trump ha spiegato ieri di aver detto di no perché altrimenti nessuno avrebbe pagato. «Mi sarebbe piaciuto poter dire di sì, ma non è così che funziona la vita». Gli è stato chiesto se pensa di incontrare presto il presidente russo: «Putin vorrebbe incontrarmi, ma non lo ritengo appropriato prima del 20 gennaio».
Joe Biden
«Avevano detto che avrebbero fatto di tutto per una transizione liscia, ma non lo è. Trump ha criticato il presidente uscente per le guerre in corso, per aver vietato le trivellazioni in aree federali, per l’«ossessione» per le auto elettriche e le politiche ambientali. A un certo punto si è lamentato per le docce con getto limitato d’acqua: «La pioggia viene giù dal cielo, e loro non vogliono che l’acqua esca dalla doccia». Si è scagliato contro le turbine eoliche per l’impatto ambientale e perché «stanno facendo impazzire le balene».