
L’inviato speciale Steve Witkoff: «Putin non vuole conquistare tutta l’Europa, oggi la situazione è molto diversa rispetto alla Seconda guerra mondiale»
Una data simbolica, il 20 aprile, quando cadranno sia la Pasqua cattolica che quella ortodossa: con questo limite temporale all’orizzonte per raggiungere la pace in Ucraina, sono iniziati in Arabia Saudita i colloqui tra Washington e Kiev, in vista dell’incontro di oggi tra Usa e i rappresentanti di Mosca. Kiev ha definito i colloqui di ieri «produttivi» e Zelensky ha chiesto di «fare pressione su Putin affinché cessi gli attacchi e ponga fine all’invasione». Trump e l’inviato speciale Steve Witkoff hanno ostentato ottimismo sulla possibilità di mettere fine al conflitto, nonostante la ripresa degli attacchi reciproci sul terreno, ma hanno bocciato gli sforzi guidati da Gran Bretagna e Francia per rafforzare le difese ucraine e il piano europeo per la costruzione di garanzie sulla sicurezza a lungo termine. «Putin non vuole conquistare tutta l’Europa, oggi la situazione è molto diversa rispetto alla Seconda guerra mondiale – ha dichiarato Witkoff – non è una cattiva persona, è molto intelligente. Ho l’impressione che voglia la pace». Di diverso avviso è il Cremlino, che ha ridimensionato le aspettative americane, affermando che i negoziati con gli Stati Uniti «saranno difficili». Peskov ha confermato che l’attenzione «principale» di Mosca sarà sulla ripresa di un accordo per garantire una navigazione sicura alle navi commerciali nel Mar Nero, in particolare per i cereali, come è già stato tra il 2022 e il 2023.