Fonte: Corriere della Sera
Il politologo Uzgel: «Il consenso del presidente si sta sgretolando e anche il governo ne risentirà»
«Quasi 800 mila voti in più dell’avversario. Mi aspettavo che Ekrem Imamoglu vincesse ma non così tanto. In tutti questi anni le nostre speranze sono state deluse così forse questa volta ci siamo trattenuti». Ilhan Uzgel, 56 anni, parla al telefono al Corriere mentre in sottofondo si sentono i clacson che festeggiano la vittoria del candidato dell’opposizione. Il professore fino a due anni fa era capo del dipartimento di Relazioni internazionali all’Università di Ankara poi è stato licenziato, come molti altri suoi colleghi, per aver firmato la Petizione degli Accademici per la Pace in cui si chiedeva la fine delle operazioni dell’esercito turco contro i curdi. Oggi scrive per il sito web Gazete Duvar ed è sotto processo.
Cosa succederà ora?
«Questo è un punto di rottura per la Turchia. Il potere di Erdogan sta diminuendo, lui si è speso così tanto per le elezioni amministrative del 31 marzo che questa è una sconfitta sua più che di Yildirim. Per lui è l’inizio della fine perché il suo punto di forza era di essere imbattibile. Ora potrebbero succedere due cose: l’alleanza con i nazionalisti sarà messa in dubbio e l’Akp potrebbe arrivare a scindersi. L’ex presidente Abdullah Gül e l’ex premier Ahmet Davutoglu potrebbero decidere di fondare un altro partito».
Come mai il presidente ha commesso l’errore di chiedere una nuova elezione a Istanbul?
«All’inizio era riluttante a rifarle ma a un certo punto devono averlo convinto. È circondato da gente molto avida che voleva prendere Istanbul a tutti i costi. Più sono deboli più fanno sbagli, ora anche Erdogan sbaglierà di più».
Fino a pochi mesi fa Imamoglu era pressocché sconosciuto al grande pubblico. È stata questa la sua forza?
«Io penso che la sua carta vincente sia quella di essere un politico che crede nel secolarismo ma che è anche musulmano. In questo modo ha potuto raggiungere sia i socialdemocratici che i conservatori. C’era tanto scontento nell’Akp ma non c’era un candidato alternativo, ora c’è. La scena politica turca aspettava un nuovo leader. E lui ha rappresentato questo desiderio. La gente è stanca di Erdogan. Non a caso Imamoglu ha avuto tanti voti anche nelle roccaforti dell’Akp».
Correrà nel 2023 contro Erdogan?
«Ne sono certo. Ma penso si andrà al voto molto prima».
Come farà a governare una città in cui il consiglio comunale è in mano all’Akp?
«Se non avessero fatto le rielezioni forse avrebbe avuto un problema ma ora, con questa investitura popolare, credo che fermarlo sarà difficile».
Erdogan forse ha sbagliato candidato?
«Yildirim sulla carta era il candidato migliore ma non voleva veramente essere un sindaco e smettere di essere lo speaker del Parlamento. Così non ci ha messo energia, sembrava uno che voleva andare in pensione».
Quanto ha contato il messaggio positivo di Imamoglu?
«Moltissimo.La società è stanca di demonizzazioni. Con il suo approccio Imamoglu ha garantito all’elettorato dell’Akp che si sarebbe occupato di loro, penso che questo tipo di discorso pacato abbia fatto sentire tutti al sicuro».