SPECIALE EXPO 2015
Fonte: Corriere della Sera
Via Mazzini replica al Pd: «Il nostro sito in più lingue»
All’inizio era il canale Rai: una piattaforma tematica realizzata ad hoc per Expo, che avrebbe dovuto esordire nell’etere nel gennaio 2015 per accompagnare i sei mesi di evento. Poi si era ipotizzato di trasferire tutti gli uffici milanesi, da corso Sempione a Mecenate, sull’area dell’esposizione: la «Saxa Rubra del Nord», come l’avevano pensata l’ex ad della società Expo, Lucio Stanca e l’ex presidente della tivù di Stato, Paolo Garimberti. Alla fine è rimasta solo la partnership con un contratto da 5 milioni di euro firmato il 5 agosto 2013 che scade ad aprile e che deve essere rinnovato, probabilmente già a gennaio.
Contratto
Un contratto che ha fatto e continua a fare discutere, sia perché non è ben chiaro come siano stati spesi quei soldi (mentre la Rai specifica di essere già andata oltre budget), sia perché la struttura che la Rai ha realizzato per seguire l’evento ha sede a Roma, dove lavorano la maggior parte dei giornalisti di questa redazione. Della sessantina di dipendenti, infatti, quelli collocati a Milano sono meno di 20. Il cda della Rai ha risposto all’interrogazione dell’onorevole Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd in commissione Vigilanza, che chiedeva conto di questi aspetti. A proposito dell’accordo, si precisa dunque che Rai sta già garantendo «inserimenti nell’ambito della programmazione televisiva e radiofonica; prodotti ad hoc, di varia durata e collocazione; altre attività quali un sito web dedicato, giochi interattivi anche all’interno di fiction e app telefoniche». Fra l’altro, di Expo si sono occupati alcuni dei programmi più seguiti della tivù di stato, dalla «Prova del Cuoco» a «Porta a Porta» , dalla «Vita in Dirett»a (che sta trasmettendo 29 puntate dall’Expo Gate) ai «Fatti Vostri» . E la collocazione romana della struttura troverebbe giustificazione proprio in questi palinsesti. «Tenuto conto del fatto che la sede della maggior parte dei programmi interessati si trova a Roma – risponde il cda a Peluffo – si è giudicato maggiormente efficace aprire dapprima la sede a Roma e, successivamente, quella di Milano… Milano segue l’attualità, che su Milano si è intensificata, ma anche tutta la vita che ruota intorno al cantiere e all’Expo Gate; Roma segue i prodotti di lunga durata, a partire dal web».
Punto dolente
Il sito web è l’altro punto dolente: perché pare non abbia moltissime pagine visitate e perché la società Expo ha già un proprio sito, con molte indicazioni e contenuti. Da Rai nessuna risposta sui dati effettivi delle visualizzazioni, quanto al sito viene fatto notare che «in realtà noi abbiamo la traduzione in molte più lingue di quante non ce ne siano sul sito della società Expo, compresi il cinese e il giapponese per parlare al mondo asiatico». «Quanti dei 5 milioni pagati da Expo alla Rai servono per pagare questo sito?», si chiede Peluffo. Il quale, a proposito delle risposte della commissione Vigilanza, insiste: «Rai spiega che sta sostenendo costi perfino superiori a quanto ricevuto da Expo nell’ambito dell’accordo. Giusto aver previsto, come servizio pubblico, attività produttive e comunicative indipendentemente dall’accordo economico con Expo 2015, ma di quanti soldi in più stiamo parlando? E quanto costa la struttura a Roma? Ancora una volta l’azienda si distingue per le risposte non esaustive». Il leader della Lega, Matteo Salvini, va invece all’attacco sulla questione della struttura a Roma: «È la solita Rai alla romana. Non funziona il principio: per la Rai è sempre o Roma o morte, mi pare un carrozzone difficilmente riformabile. Eppure si era detto che l’Expo sarebbe stata l’occasione per rafforzare il ruolo della Rai milanese». Salvini ha fatto un giro di ricognizione: «Mi dicono però che si sono resi conto di questa assurdità e che si stanno attrezzando per spostare uomini e mezzi qui a Milano. Speriamo lo facciano prima che finisca l’Expo…».