Le notizie di mercoledì 7 settembre, in diretta. Il discorso di Putin a Vladivostok: «Impossibile isolare la Russia». Bombe su Kryvyi Rih, città natale di Zelensky. Peskov: «La risposta russa alle restrizioni sui visti Ue sarà dura»
• La guerra in Ucraina è arrivata al 196esimo giorno.
• Anche l’ultimo reattore della centrale di Zaporizhzhia è stato staccato dalla rete elettrica ucraina.
• Putin è intervenuto — con un durissimo discorso — al Forum economico di Vladivostok: «Impossibile isolare la Russia»
• Gas, minacce russe all’Italia: «Piano Cingolani imposto da Ue e Usa, l’economia crollerà»
Ore 12:33 – Kiev: valutiamo spegnimento della centrale di Zaporizhzhia
L’Ucraina sta valutando la possibilità di spegnere la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi, per motivi di sicurezza ed è preoccupata per le riserve di gasolio utilizzate per i generatori di riserva, secondo il massimo esperto di sicurezza nucleare di Kiev. «L’opzione di spegnere la centrale è in corso di valutazione», ha dichiarato Oleh Korikov dell’Ispettorato statale per la regolamentazione nucleare dell’Ucraina (SNRIU) durante un briefing mercoledì.
Ore 12:29 – Von der Leyen: proponiamo altri 5 mld di aiuti all’Ucraina
«La situazione in Ucraina richiede il nostro pieno sostegno. Oggi la Commissione Ue propone ulteriori 5 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria per il Paese. Questo si aggiunge ai 10 miliardi di euro che l’Ue ha già fornito in aiuti finanziari, umanitari e militari». Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
«Sono profondamente convinta che con l’unità e la determinazione prevarremo» sulla Russia che sta «manipolando attivamente» il mercato del gas, ha aggiunto von der Leyen. «La Norvegia fornisce ora più gas all’Ue che la Russia e questo grazie alla nostra politica di diversificazione, che include forniture anche dagli Usa, dal Qatar e dall’Algeria», ha aggiunto.
Per quanto riguarda i risparmi, «proporremo un tetto ai ricavi delle aziende che producono elettricità a basso costo. Le fonti di energia a basse emissioni di carbonio stanno realizzando entrate inaspettate, che non riflettono i loro costi di produzione», ha sottolineato. «È giunto il momento per i consumatori di beneficiare dei bassi costi delle fonti di energia a basse emissioni di carbonio, come le rinnovabili. Quindi proporremo di reincanalare questi profitti inaspettati per supportare le persone vulnerabili e le aziende ad adattarsi», ha aggiunto.
Ore 12:15 – Intanto, il prezzo del gas
Nella giornata di oggi — come indicato più sotto — è attesa una prima risposta della Ue alle nuove minacce del presidente russo Vladimir Putin contro le sanzioni occidentali: si riuniranno proprio in giornata, infatti, gli ambasciatori presso la Ue, per preparare il consiglio Energia straordinario di venerdì. All’incontro è presente anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Di fronte a quella che — secondo le attese — sarà una risposta decisa, nei confronti del leader russo, il prezzo del gas è in calo.
Dopo una partenza in rialzo, il contratto Ttf — che fa da riferimento per il prezzo del metano in Europa finché non si interverrà sull’indice — cede il 2,7 per cento, a 233 euro al megawattora.
Cresce, invece, pur se leggermente, il prezo del petrolio.
Ore 12:06 – Il discorso di Putin / 10: «L’Europa torni in sé o ci sarà un’esplosione sociale»
Con parole destinate a rinfocolare il dibattito interno a diversi Paesi europei — in primis l’Italia, il cui appuntamento elettorale del 25 settembre è osservato con estrema attenzione, da Mosca — Putin ha invitato i Paesi europei a «tornare in sé» sulle sanzioni.
Gli europei, di fronte all’impennata dei prezzi, «hanno diverse soluzioni: o sovvenzionare i prezzi elevati (dell’energia) o ridurre i consumi. Da un punto di vista economico va bene, ma da un punto di vista sociale è pericoloso. Può causare un’esplosione», ha detto Putin, che è tornato a scagliarsi contro l’ipotesi di tetto ai prezzi dell’energia: «È meglio rispettare gli obblighi contrattuali, le regole civili. È impossibile non rispettare le leggi, oggettive, economiche. Altrimenti ti tornerà indietro come un boomerang».
Ore 11:47 – Il discorso di Putin / 9: le parole sulla centrale nucleare
Putin ha parlato anche del rapporto dell’Aiea — l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica — sullo stato della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, al momento occupata dalle truppe russe e al centro di una zona di combattimento.
Putin ha detto di «fidarsi» del rapporto, anche se — a suo parere — l’Aiea è ora «sotto pressione da parte degli Stati Uniti e dell’Europa e non può dire direttamente che la centrale viene colpita dal territorio ucraino».
Secondo Putin, non è Mosca a sparare contro la centrale, e le truppe di Mosca sono presenti soltanto per «garantire la sicurezza»: «È Kiev a minare la sicurezza», ha detto.
L’Aiea ha chiesto che intorno alla centrale venga ristabilita una zona demilitarizzata, per poter garantire la sicurezza della struttura.
Ore 11:19 – La moglie di Zelensky attacca Roger Waters
«Dovresti chiedere la pace all’altro Paese»: ha replicato così Olena Zelenska — moglie del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky — alla lettera aperta pubblicata su Facebook da Roger Waters e a lei rivolta nella quale l’ex leader dei Pink Floyd criticava la fornitura di armi dell’Occidente all’esercito ucraino.
Zelenska ha sottolineato che è stata la Russia «a lanciare un’aggressione contro l’Ucraina. Gli ucraini proteggono il loro Paese e il futuro dei loro figli. Se rinunciamo alla lotta, domani non ci saremo. Se la Federazione Russa rinuncia alla guerra, la guerra finirà. Lei dovrebbe chiedere la pace al presidente di un altro Paese».
Ore 11:09 – Il discorso di Putin / 8: «Con i tetti ai prezzi, non onoreremo i contratti»
Putin ha detto che l’economia russa si contrarrà del 2-2,5 per cento, quest’anno, e ha avvertito che la Russia «non onorerà i contratti su petrolio e gas» se ci saranno dei tetti al prezzo, come quelli che l’Europa e il G7 hanno intenzione di attivare.
Si tratta della più esplicita minaccia da parte di Mosca sulla possibilità di bloccare le forniture sia di gas, che di petrolio.
«Non consegneremo nulla se è contrario ai nostri interessi, in questo caso economici. Né gas, né petrolio, né carbone. Niente», ha aggiunto Putin.
Ore 10:54 – Il colonnello russo ferito in un attentato, a Berdiansk
Un colonnello russo divenuto il nuovo comandante militare della città di Berdiansk, occupata dai russi, è stato ucciso — o, secondo altre fonti, gravemente ferito — con un’autobomba. A riportarlo sono i media di Stato russi, secondo i quali l’ordigno sarebbe esploso vicino agli uffici amministrativi della città, diventati una base russa.
L’auto usata dal colonnello Artyom Bardin è stata distrutta nell’attacco, che sarebbe avvenuto intorno alle 12.
Se venisse confermato che dietro l’attacco ci sono formazioni ucraine, si tratterebbe — scrive il Guardian — dell’«attentato più significativo di un esponente del governo russo in Ucraina».
Ore 09:55 – Il discorso di Putin / 7: La Russia, l’Europa e l’energia: «Il tetto al prezzo del gas è una misura stupida»
Putin è tornato — diverse decine di minuti dopo aver già trattato l’argomento, nel suo amplissimo discorso — a parlare di energia.
«Anzitutto», ha detto, «l’energia russa dovrebbe essere utilizzata per lo sviluppo interno. Ma la cooperazione con la Russia in questo campo è una cosa buona, per l’Europa. La domanda di idrocarburi è alta, nel mondo, e l’Europa aveva un vantaggio competitivo legato alle forniture di energia dalla Russia. Noi siamo pronti a cooperare con ogni Paese, ma ora il mercato europeo non è più favorevole. La Russia non ha problemi a vendere le proprie risorse: la domanda in Cina sta salendo, ad esempio, e venderemo il nostro gas in tutto il mondo».
Poi l’attacco — diretto, ancora una volta — all’Europa: «Le proposte relative a un tetto al prezzo del gas sono stupide, e porteranno all’aumento dei prezzi. Al momento, il gasdotto Nord Stream 1 è praticamente chiuso, ma potremmo lanciare il Nord Stream 2 anche domani, basterebbe premere un pulsante — ma non è permesso: le sanzioni contro questo gasdotto sono state imposte dagli americani, che vogliono vendere il loro gas, a prezzo maggiorato. La Russia non usa la propria energia come un’arma».
L’Europa si prepara a definire un tetto al prezzo del gas e dell’elettricità: come spiegato da Francesca Basso in questo articolo, «la proposta sarà approvata con procedura scritta, salvo imprevisti, ha spiegato una fonte Ue al Corriere, giovedì 15 settembre dalla Commissione, dopo il discorso della presidente Ursula von der Leyen sullo Stato dell’Unione e conterrà un tetto al prezzo dell’elettricità prodotta da fonti diverse dal gas . Le misure dovrebbero durare un anno e il tetto dovrebbe essere intorno ai 180 euro per megawatora. Agli Stati membri viene lasciata facoltà di redistribuire le risorse recuperate alle categorie più vulnerabili e alle Pmi. Sul tetto al prezzo del gas russo e sulle misure per fronteggiare la scarsa liquidità dei mercati dell’energia elettrica la Commissione prenderà una decisione dopo gli orientamenti che emergeranno mercoledì dalla riunione degli ambasciatori presso la Ue a cui parteciperà anche von der Leyen. È prevista anche una «solidarity compensation»: una tassa sui profitti provenienti dall’estrazione di petrolio e gas o sul fatturato relativo all’estrazione (è in fase di decisione). Nel mirino, quindi, le compagnie come Eni e Total. Vi sarà anche una misura per ridurre la domanda di elettricità nelle ore di picco attraverso incentivi a imprese e famiglie. La proposta si basa giuridicamente sull’articolo 122, dunque sarà sufficiente la maggioranza qualificata degli Stati Ue per approvarla. L’aspettativa è un consiglio Energia di emergenza nell’ultima settimana di settembre, oppure la proposta potrebbe essere discussa alla riunione informale a Praga del 12 ottobre con mandato agli ambasciatori per il via libera.
Ore 09:39 – Il discorso di Putin / 6: «Non credo che abbiamo violato la legge internazionale, il regime di Kiev è illegittimo»
Con frasi che illuminano — per quanto possibile — lo schema mentale del presidente russo, Putin ha detto che «alcuni sostengono che la Russia abbia violato la legge internazionale: io non credo che sia vero».
Come può, Putin, sostenere di non aver violato le norme internazionali, dopo aver inviato il proprio esercito non solo nel Donbass — dove a fornire una giustificazione, agli occhi di Mosca, ci sarebbero le due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk — ma anche a Kiev?
Ecco cosa spiega Putin: «Il regime di Kiev», ha detto, «è illegittimo»; e lo è perché «è stato creato dopo un colpo di Stato».
A rendere più fragile questa giustificazione c’è però un fatto: le frasi del leader russo arrivano dopo l’incontro tra Putin stesso il capo della giunta militare — golpista — della Birmania Min Aung Hlaing, al termine del quale il leader del Cremlino ha detto che «la Birmania è nostro partner affidabile e di lunga data nel Sud-est asiatico», e che «le nostre relazioni si sviluppano in modo positivo».
«Si direbbe che lei sia non il leader della Russia, ma del mondo intero, perché lei organizza e controlla la stabilità del mondo intero», ha detto da parte sua il leader birmano.
Ore 09:33 – L’incontro tra Putin e Xi, la prossima settimana
Il tempismo è tutt’altro che casuale: dopo che il presidente russo Putin ha parlato — ampiamente — al Forum economico di Vladivostok, spiegando quanto sia «impossibile» isolare la Russia, l’agenzia russa Tass — citando l’ambasciatore di Mosca a Pechino — batte la notizia di un incontro in vista tra lo stesso Putin e il presidente cinese Xi Jinpingi.
L’incontro — il primo, di persona, da mesi: l’ultimo era avvenuto pochi giorni prima che Putin desse il via alla guerra in Ucraina — è previsto a margine del summit che si terrà a Samarcanda, in Uzbekistan, il 15 e 16 settembre.
Se confermato, l’incontro non sarebbe solo il primo faccia a faccia tra i leader di Cina e Russia dall’invasione russa dell’Ucraina, ma anche il primo viaggio fuori dai territori cinesi di Xi dall’inizio della pandemia di coronavirus.
Ore 09:19 – Il discorso di Putin /5: «Proporrò a Erdogan di limitare l’export di grano verso l’Unione europea»
Putin ha dedicato una parte del suo discorso al tema dell’accordo sul grano, raggiunto con l’Ucraina con la mediazione delle Nazioni unite e della Turchia.
Secondo Putin, «la Russia e i Paesi poveri sono stati truffati»: non essendoci nell’intesa raggiunta «quote garantite» per i Paesi più a rischio, «ci sono vergognosi esempi di comportamento scorretto» da parte dei Paesi più sviluppati — e segnatamente, da parte dell’Europa — che «non stanno inviando cereali ai Paesi in via di sviluppo».
Putin ha anche ventilato l’ipotesi di «limitare l’esportazione di grano e altri generi alimentari lungo questa rotta (dall’Ucraina all’Europa, ndr). Mi consulterò sicuramente con il presidente turco Erdogan su questo argomento. Dopotutto siamo stati noi a elaborare il meccanismo esportazione di grano ucraino».
«Escludendo la Turchia come mediatore, praticamente tutto il grano che lascia l’Ucraina non va nei Paesi più poveri, ma in Europa. Solo 2 navi su 87 vanno nei Paesi in via di sviluppo, 60mila tonnellate su 2 milioni. Con questo approccio la portata dei problemi alimentari globali non farà che aumentare, sfortunatamente; e questo può causare una catastrofe umanitaria senza precedenti».
Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha spiegato all’agenzia Reuters che la Russia non ha alcuna base fattuale per rimettere in discussione l’intesa raggiunta, e che le accuse di Mosca sono infondate.
L’intesa sul grano è stata firmata lo scorso 22 luglio, a Istanbul, e consiste in due documenti distinti: uno sulle esportazioni del grano ucraino e un altro sull’esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi.
Gli accordi, uno con la firma dell’Ucraina e l’altro con la Russia, sono stati raggiunti con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite e hanno stabilito un corridoio nel Mar Nero per consentire l’esportazione di generi alimentari.
Erdogan e Putin si incontreranno di nuovo a margine del vertice SCO a Samarcanda dal 15 al 16 settembre.
Ore 09:09 – La controffensiva ucraina, intanto
Mentre Putin parlava della volontà di Mosca di «chiudere la guerra avviata nel 2014», le autorità ucraine annunciavano che oltre alla controffensiva — in corso — nel Sud del Paese, ora Kiev sta conducendo attacchi nei territori occupati dai russi nel Nord Est del Paese.
«Stiamo avanzando e spingendo su tutta la linea del fronte. Nei prossimi mesi, ci aspettiamo la sconfitta dell’esercito russo nella regione di Kherson — sulla riva occidentale del fiume Dnipro — e una significativa avanzata dell’esercito ucraino nell’Est».
Le forze ucraine hanno anche annunciato di aver distrutto un ponte di alto valore tattico e strategico usato dalle forze russe a Kherson.
Ore 09:00 – Il discorso di Putin / 4: «Non abbiamo perso niente»
«La Russia non ha perso e non sta perdendo nulla a causa dell’Operazione speciale» — cioè l’invasione dell’Ucraina — «ma ha anzi rafforzato la propria sovranità»: «Tutto ciò che facciamo», ha spiegato, «punta a rafforzare la nostra sovranità. E se l’economia globale attraversa un periodo difficile, la logica della cooperazione vincerà sicuramente».
Ore 08:48 – Il discorso di Putin / 3: «Non abbiamo iniziato nessuna guerra»
Putin — continuando il suo discorso al Forum economico di Vladivostok — è tornato a ribadire il suo punto di vista su quanto stia succedendo in Ucraina: una guerra, per il mondo intero; una «operazione militare speciale», per Mosca.
Per Putin, la Russia «non è responsabile di aver fatto iniziare alcuna operazione militare: stiamo cercando di mettere fine a quella avviata nel 2014», con l’invasione della Crimea.
Secondo il presidente russo, dunque, Mosca «ha deciso di rispondere militarmente», non — come è evidente — di invadere il territorio ucraino (nessuna parola viene pronunciata per giustificare l’attacco, avvenuto nei primi giorni e nelle prime settimane del conflitto, alla capitale ucraina, Kiev). «Le nostre operazioni puntano ad aiutare la popolazione del Donbass».
Ore 08:29 – Il discorso di Putin / 2: «È impossibile isolare la Russia»
Il discorso di Putin continua lungo le direttrici ormai consolidate: l’attacco all’Occidente per le sanzioni, e la sottolineatura della ricerca da parte della Russia di nuovi partner economici e geopolitici: «È impossibile isolarci», ha detto, «nessuno ci riuscirà, avremo altre possibilità di entrare nei mercati iraniani, o del Medio Oriente» (oltre allo spostamento dell’equilibrio sul versante del Pacifico, di cui aveva parlato prima).
«Gli Usa», ha detto Putin, «non si fermano di fronte a nulla per raggiungere i loro obiettivi. Vediamo già alcune produzioni fermarsi, in Europa, a causa della rottura con Mosca. L’Occidente ha messo in discussione alcuni dei fondamentali del sistema economico globale, e la fiducia nel dollaro, nell’euro, nella sterlina ne è uscita indebolita. La Russia ha tagliato l’utilizzo di queste monete; Gazprom e la Cina hanno iniziato a strutturare i propri contratti sul gas con pagamenti in yuan».
Quanto alla Russia, «l’inflazione raggiungerà il 12 per cento quest’anno, ma il prossimo scenderà ai livelli previsti». Certo — è costretto ad ammettere il presidente russo — «ci sono problemi in alcune regioni e per alcuni settori economici», e per questo «è importante continuare a supportare l’economia russa»: ma su questo, assicura, «Mosca continuerà a difendere gli interessi nazionali».
Ore 08:23 – Il discorso di Putin / 1: «Le sanzioni sono un pericolo per il mondo intero»
Il presidente russo, Vladimir Putin, è intervenuto al forum economico di Vladivostok, ed è tornato ad attaccare frontalmente le sanzioni occidentali, definendole «una scelta miope» e «un pericolo per il mondo intero».
Putin ha anche definito le mosse occidentali «un tentativo aggressivo di imporre il proprio dominio sul mondo», ma ha spiegato che gli equilibri del pianeta si stanno spostando verso l’area del Pacifico.
«Recentemente si sono verificati cambiamenti tettonici nell’intero sistema delle relazioni internazionali. Il ruolo di Stati e regioni del mondo dinamici e promettenti è notevolmente aumentato. E soprattutto, naturalmente, la regione Asia-Pacifico: i suoi Paesi sono diventati nuovi centri di crescita economica e tecnologica, punti di attrazione per il personale, i capitali, la produzione».
«La qualità della vita in Europa», ha detto, «è stata sacrificata alla dittatura degli Usa», mentre la Russia riesce a sopportare «l’aggressione economica, finanziaria e tecnologica» dell’Occidente.
Putin ha anche detto che «i problemi per i rifornimenti di cibo si intensificheranno, e una catastrofe umanitaria è all’orizzonte», ha detto.
Putin non ha mai menzionato il motivo per cui le sanzioni sono state imposte — e cioè l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo; ma secondo il presidente russo, «la politica delle sanzioni occidentali è in corso da decenni».
Ore 08:16 – Lavrov e i «chiarimenti» sul rapporto sulla centrale nucleare
La Russia ha chiesto all’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’Energia atomica, dei «chiarimenti» sul suo rapporto sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia — definita nel documento «insostenibile». A dichiararlo è stato, parlando con l’agenzia russa Interfax, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
«C’è bisogno di chiarimenti supplementari, perché quel rapporto contiene un certo numero di punti interrogativi. Abbiamo chiesto questi chiarimenti al direttore generale dell’Aiea», Rafael Grossi.
Ieri l’ambasciatore russo all’Onu ha deplorato che il rapporto non «indicasse chiaramente» che sarebbero gli ucraini a bombardare la zona della centrale.