Il presidente della commissione Esteri del Senato: «Operazione Putin folle, ma con l’invio di armi in Ucraina si rischia di tornare al Kosovo. La guerra contraria a principi della Costituzione e del M5S»
La politica torna a discutere nel Consiglio dei ministri per dare il via libera al sostegno, anche militare, all’Ucraina e al piano energia in vista di una stretta sul gas. L’aiuto alla popolazione ucraina anche con «armi letali» agita una parte del Movimento 5 Stelle. Mentre Matteo Salvini, che ieri aveva criticato la decisione («Armi letali? Non in mio nome») si riallinea al governo.
Petrocelli: non voterò l’invio di armi letali
«Non voterò qualsiasi provvedimento possa uscire dal Consiglio dei ministri che dovesse decidere, come da indiscrezioni di stampa, l’invio di armi letali all’Ucraina», attacca Vito Petrocelli, senatore dei 5 Stelle, presidente della commissione Esteri, l’uomo che, con il suo omologo della Camera Piero Fassino, sta lavorando alla risoluzione del Parlamento sull’Ucraina. L’esponente M5s invita Giuseppe Conte e tutto il Movimento a «riflettere sulla necessità che non vi sia un’escalation del coinvolgimento italiano» nel conflitto. Per Petrocelli si corre il «rischio di tornare al Kosovo e alla guerra che ha distrutto Belgrado». Il senatore cinquestelle sottolinea: «Sono pronto ad assumermi tutta la responsabilità di questa decisione, che ho già comunicato al presidente Conte». Ogni passo ulteriore verso il coinvolgimento nella guerra, sostiene, «è contrario ai principi della Costituzione e ai valori fondativi del Movimento». Tra i 5 Stelle si accende il confronto. Da un gruppo di attivisti e da alcuni eletti sale la richiesta a Conte di lasciare libertà di coscienza sul voto sulle armi. Dall’altra, dopo un lungo confronto tra i vertici M5S, con l’audizione del ministro degli Esteri Di maio e dei capi commissione interessati — circa 30 partecipanti — il Movimento è intervenuto con una nota ufficiale per chiarire: «Il precipitare degli eventi impone una risposta unanime e univoca, all’interno di una cornice europea, anche sul piano del sostegno all’approvvigionamento militare, senza che questo sostegno significhi l’abbandono di ogni sforzo diplomatico e di ogni spiraglio di soluzione politica, che rimane l’obiettivo prioritario per il quale continueremo a lavorare con la massima concentrazione».
Salvini: sostegno a Draghi su qualsiasi proposta
«Il governo avrà il pieno sostegno della Lega qualsiasi proposta porterà in Europa», chiarisce invece il leader del Carroccio Matteo Salvini. Dopo avere visitato il Sacro Convento di Assisi (un «momento di preghiera» sulla tomba di San Francesco), Salvini, parlando con i giornalisti, ha manifestato ancora una volta una linea più «pacifista»: «Non bisogna rispondere alla guerra con un’altra la guerra, altrimenti si fa difficile fermarla — ha detto —. Se con le bombe si risponde con le bombe si fa difficile».