La Stampa
Libero scambio e partnership strategica, patto alla vigilia del G20 di Amburgo
Nell’ultima settimana le due delegazioni hanno fatto un vero e proprio tour de force: l’obiettivo era chiudere l’intesa prima del G20 che si apre venerdì e presentarsi quindi ad Amburgo con un accordo in tasca da sventolare davanti agli occhi di Donald Trump. Missione compiuta: Europa e Giappone ce l’hanno fatta e domani il premier Shinzo Abe sarà a Bruxelles per siglare il patto dopo quattro anni di trattative. Una risposta al protezionismo americano, per mandare un messaggio chiaro alla Casa Bianca: il mondo va avanti e l’America rischia di pagare le conseguenze del suo isolamento.
Non ci sono ancora i dettagli dell’intesa, che per ora va classificata nel campo degli “accordi politici”. Però fonti di Bruxelles spiegano che il piano è su due differenti livelli. Un accordo di libero scambio e una più vasta partnership strategica che va oltre gli aspetti commerciale e vedrà il Giappone e l’Ue collaborare in una trentina settori, tra cui la cyber security, i cambiamenti climatici, i diritti umani e più in generale le relazioni politiche mondiali, con un focus sul ruolo della Russia.
Fonti della Commissione spiegano che non è ancora possibile dire se si tratterà di un accordo “misto” oppure di competenza esclusivamente europea. Sembra un dettaglio, ma non lo è, perché nel primo caso la ratifica dell’accordo dovrebbe passare per il voto di tutti i parlamenti nazionali (e in qualche caso regionali). Uno scenario che si vuole evitare, per non ritrovarsi ancora nella situazione dello scorso autunno quando il “no” della Vallonia ha tenuto sotto scacco il Ceta, l’accordo di libero scambio con il Canada. Vanno prima definiti i testi dal punto di vista giuridico (l’obiettivo è di chiudere il tutto entro la fine del 2017, o al più tardi gennaio 2018), dopodiché si capirà quale processo sarà necessario per la ratifica.
L’accordo di libero scambio aveva suscitato perplessità in diversi settori. Su tutti quello dell’auto, con i produttori che chiedevano un periodo di tempo più vasto per adattarsi al nuovo scenario che potrebbe ribaltare gli equilibri concorrenziali con l’abbattimento delle tariffe. Ue e Giappone hanno quindi deciso che la liberalizzazione in questo settore prevedrà un periodo transitorio di sette anni. Nell’agroalimentare, saranno invece garantite 205 “Indicazioni geografiche protette” tra i prodotti europei.