22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Francesca Basso


Ursula von der Leyen nel suo primo discorso dopo la riunione del collegio dei Commissari si è soffermata sull’importanza della composizione e del lavoro di squadra. «Abbiamo raggiunto il 50% di donne a livello amministrativo nei gabinetti — ha detto ieri con soddisfazione —. Ho chiesto anche di portare il maggior numero di nazionalità possibili. Nel mio team ce ne sono 16 differenti».
Nella mappa del potere brussellese non basta esserci, dipende anche in quale modo. E questo lo sanno bene i tedeschi, che per tempo si sono attrezzati per piazzare i propri uomini nei posti chiave, ottenendo cinque capi di gabinetto su 27. Non male. L’Italia si è data da fare — abbiamo due capi di gabinetto (Economia ed Energia) —, ma il cambio del governo a metà agosto con l’indicazione in ritardo del Commissario Paolo Gentiloni, non ci ha aiutato benché la Rappresentanza guidata dall’ambasciatore Maurizio Massari abbia fatto tutto il possibile in una fase particolarmente delicata. Il fatto è che spesso si tratta di uno scambio e quando non sai cosa puoi scambiare è un problema, in più avevamo meno posti rispetto al gabinetto di Mogherini che era vicepresidente (6 contro 11).
Dove sono gli italiani e dove non ci sono? I gabinetti sono completi al 95% (più o meno) e alcune partite sono aperte. Stiamo ancora trattando per ottenere un posto nei gabinetti del commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski e in quello del francese Thierry Breton, che ha il maxi portafoglio del Mercato interno, industria e difesa. Si tratta di settori cruciali per l’economia italiana. È ancora aperto il portafoglio Trasporti della rumena Adina Valean. Nessuna italiani invece nel gabinetto di Elisa Ferreira, che gestirà i fondi strutturali legati alla Coesione, fondamentali per il Mezzogiorno. Nessuno nemmeno nei gabinetti della svedese Ylva Johansson (Affari interni) e del vicepresidente greco Margaritis Schinas, che si occuperà di immigrazione, altro tema per noi essenziale.
L’Italia ha rispettato le richieste della presidente, metà dei nostri rappresentanti sono donne. Siamo numerosi nel team di Gentiloni: Marco Buti, che ha lasciato il vertice dell’importante direzione generale Ecofin per guidare il gabinetto, Marco Piantini, Angela D’Elia, Maria Elena Scoppio, Elisa Rinelli. Italiana è l’assistente di Ursula von der Leyen, Valeria Miceli. Nelle squadre dei vice presidenti, da Timmermans è stato riconfermato Riccardo Maggi, da Vestager c’è Michele Piergiovanni, da Dombrovskis ci sono Andrea Beltramello e Ruth Paserman, da Borrel Barbara Gallo. Stefano Grassi è capo di gabinetto di Simson (Energia), Elisabetta Siracusa ha seguito Hogan dall’Agricoltura al Commercio come vice capo di gabinetto. È vice capo anche Chiara Salvelli, storica collaboratrice di Antonio Tajani, nel team di Gabriel (Innovazione, Ricerca e Cultura) in cui c’è anche Guglielmo di Cola. Lanfranco Fanti è con Dalli (Parità). Mattia de’ Grassi di Pianura Meschini è da Suica (Democrazia), Santina Berlulessi da Schmit (Lavoro), Lucrezia Busa da Reynders (Giustizia), Alessio Nardi da Varhelyi (Allargamento). Al Consiglio Ue da poco c’è Carlo Zadra, direttore dell’équipe Giustizia e Affari interni del servizio giuridico.

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