19 Settembre 2024

Nuove norme su sviluppo e utilizzo dell’intelligenza artificiale ma anche sull’indipendenza delle testate giornalistiche da interessi di parte

Via libera dell’Eurocamera all’Ai Act, ovvero all’impianto di norme europee sull’Intelligenza Artificiale. L’approvazione del testo in plenaria è arrivata ad ampia maggioranza: i voti favorevoli sono stati 523, i contrari 46 e gli astenuti 49. L’Ue è la prima al mondo a dotarsi di regole sull’Intelligenza artificiale. E parallelamente arriva il disco verde anche sul Media Freedom Act, la legge europea per la libertà dei media pensata per proteggere i giornalisti e i media dell’Unione europea da ingerenze politiche o economiche. Il nuovo regolamento, approvato con 464 voti favorevoli, 92 voti contrari e 65 astensioni, obbligherà gli Stati membri a proteggere l’indipendenza dei media e vieterà qualsiasi forma di ingerenza nelle decisioni editoriali. Il testo prevede anche forti limitazioni all’uso degli spyware, che rimarrà però consentito soltanto caso per caso e previa autorizzazione di un’autorità giudiziaria nell’ambito di indagini su reati gravi.
Partiamo dall’Ai Act: stiamo parlando del più completo sistema normativo sull’intelligenza artificiale fino a questo momento varato, uno storico «pacchetto» di norme che, in assenza di apposita legislazione degli Stati Uniti, potrebbe stabilire il tono di come l’Ai dovrebbe essere governata nel mondo occidentale. I «potrebbe» e i «dovrebbe», però, sono grandi almeno quanto il palazzo dell’Espace Léopold di Bruxelles, perché l’approvazione della legge avviene tra le aziende che temono troppi vincoli e i guardiani del digitale che temono ce ne siano troppi pochi. In ogni caso «l’Europa è ora uno standard mondiale in materia di Ai affidabile», sottolinea il commissario per il Mercato interno Thierry Breton. L’Ai Act diventa legge dopo la firma degli Stati membri, che di solito è una formalità, e dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.
La nuova legge intende affrontare le preoccupazioni relative a pregiudizi, privacy e altri rischi derivanti dalla rapida evoluzione di questa tecnologia. La legislazione vieterà l’uso dell’Ai per rilevare le emozioni nei luoghi di lavoro e nelle scuole e limiterà il suo utilizzo in situazioni ad alto rischio, come la selezione delle domande di lavoro. Inoltre, la legge porrebbe le prime restrizioni agli strumenti di Ai generativa, dopo il clamore che ha fatto seguito al lancio di ChatGPT.
Tuttavia, il disegno di legge ha suscitato non poche preoccupazioni nei mesi trascorsi. Quando i colloqui hanno raggiunto la fase finale, i governi francese e tedesco si sono opposti ad alcune delle idee più rigide per la regolamentazione dell’Ai generativa, sostenendo che le regole danneggeranno le startup europee come la francese Mistral AI e la tedesca Aleph Alpha GmbH.
Quanto al Media Freedom Act, per evitare che gli organi di informazione pubblici siano strumentalizzati a scopi politici, i loro dirigenti e membri del consiglio di amministrazione andranno selezionati sulla base di procedure trasparenti e non discriminatorie. I finanziamenti destinati ai media pubblici inoltre dovranno essere sostenibili e prevedibili e seguire procedure trasparenti e obiettive e per consentire al pubblico di sapere chi controlla i singoli media e quali interessi possono celarsi dietro la proprietà, tutte le testate giornalistiche, dalle più grandi alle più piccole, saranno tenute a pubblicare informazioni sui relativi proprietari.
I media inoltre dovranno anche riferire sui fondi che ricevono dalla pubblicità statale e sul sostegno finanziario dello Stato, anche nel caso in cui questi provengano da paesi terzi. I criteri per l’assegnazione di questi fondi a media o piattaforme online dovranno essere pubblici, proporzionati e non discriminatori. Infine, dovranno essere pubblicate anche informazioni sulle spese pubblicitarie statali, compresi l’importo annuo totale e l’importo per testata. Le nuove regole Ue introducono infine un meccanismo che mira a impedire alle grandi piattaforme online come Facebook, X o Instagram, di limitare o rimuovere in modo arbitrario contenuti di media indipendenti. Il testo chiede infatti alle grandi piattaforme online di distinguere i media indipendenti dalle fonti non indipendenti e di lasciare loro 24 ore per rispondere prima di eliminare i contenuti.

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