21 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Katia Ricciardi

Designata dai Ventotto a succedere a Jean-Claude Juncker, è stata eletta con soli 383 voti a favore (su 733 votanti), la maggioranza necessaria prevista era di 374 voti. Quindi per soli 9 voti. I contrari sono stati 327. Ad annunciarlo è stato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Anche la Lega ha votato contro

Ursula von der Leyen è stata eletta presidente della commissione europea. Con la sua visione di un’Europa più verde, più equa e basata su regole, è diventata la prima donna a ricoprire questa carica.
I deputati europei hanno votato a scrutinio segreto. Designata dai Ventotto a succedere a Jean-Claude Juncker, è stata eletta con soli 383 voti a favore (su 733 votanti), la maggioranza necessaria prevista era di 374 voti. Quindi per soli 9 voti. I contrari sono stati 327. Ad annunciarlo è stato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
“Mi sento molto onorata sono sopraffatta, la fiducia che riponete in me la riponete nell’Europa, un’Europa forte e unita da est a ovest, da nord a sud, pronta a combattere per il futuro invece che contro sé stessa. Il compito che dovrò affrontare pesa su di me ed il mio lavoro comincia adesso”, ha commentato la presidente della Commissione europea. “Ringrazio tutti i membri del parlamento europeo che hanno deciso di votare per me, ma il mio messaggio è lavoriamo insieme in modo costruttivo”, ha aggiunto.
Poi una precisazione. “Nella democrazia la maggioranza è la maggioranza”. “Era necessario – ha detto – lavorare con i gruppi politici per convincerli e formulare i programmi di lavoro per i prossimi cinque anni e sono estremamente felice che dopo due settimane siamo riusciti a formare una maggioranza pro-europea. È una buona base per cominciare”. Infine ha sottolineato: “Siamo 28 e dobbiamo lavorare tutti insieme e questa è la bellezza dell’Europa, a volta è difficile trovare dei compromessi, ma voglio che la commissione sia forte, assertiva e attiva e la sua composizione deve riflettere questo. Sceglieremo i migliori”.
La sua nomina da parte del Consiglio europeo è stato il risultato di un compromesso tra Germania e Francia con il consenso del governo italiano e dei paesi del blocco di Visegrad. A seguito del voto di questo pomeriggio, entrerà in carica il primo novembre 2019.
Lungo abbraccio tra Federica Mogherini, Alto rappresentante uscente per la politica estera e di sicurezza, e Ursula von der Leyen, non appena quest’ultima ha ringraziato l’emiciclo di Strasburgo per essere stata scelta alla guida della commissione europea. Le due donne si sono tenute strette per mano per qualche secondo, sorridenti

Voti determinanti (M5S)
Con 383 sì, l’annunciato voto favorevole del M5S potrebbe essere stato determinante per l’elezione di Ursula von der Leyen. La maggioranza a Strasburgo, composta da Ppe-S&D-Liberali, conta infatti 444 eurodeputati ma, escludendo i 14 sì dei pentastellati, l’ex ministro della Difesa avrebbe potuto contare solo su 369 voti delle forze pro-europeiste, cinque in meno della maggioranza richiesta di 374 sì. “Senza i nostri voti,
determinanti, oggi saremmo davanti a una crisi istituzionale senza precedenti in Europa. Siamo stati ago della bilancia”, ha rivendicato il Movimento 5 stelle. Tra franchi tiratori e schede bianche, quindi, a von der Leyen sono invece mancati, sulla carta, 75 voti dei partiti che sostengono la maggioranza.

Voti contrari (Lega)
“È gravissimo il voto europeo: von der Leyen passa grazie all’asse Merkel, Macron, Renzi, 5stelle. Avrebbe potuto essere una svolta storica: la Lega è stata coerente con le posizioni espresse finora, ha tenuto fede al patto con gli elettori e difende l’interesse nazionale”, si legge in una nota del Carroccio.
A votare contro il gruppo Identità e democrazia, di cui fa parte la Lega, ha votato contro. A chi chiedeva se il gruppo fosse pronto a votare compatto contro la tedesca, l’eurodeputato del Rassemblement national di Marine Le Pen, Nicolas Bay ha risposto: “Sì, penso che le posizioni siano chiare. Questa mattina nell’emiciclo Marco Zanni si è espresso chiaramente, criticando le posizioni presentate da von der Leyen. Non ci sono dubbi, è una posizione comune”.
“Il nostro gruppo ha diverse ragioni per votare contro” ha aggiunto Bay, “soprattutto le posizioni che ha preso stamattina in aula, chiaramente garanzie per socialisti e liberali. Ha annunciato di voler aumentare il federalismo mettendo in discussione l’unanimità del Consiglio in decisioni importanti come quelle in materia fiscale, e poi ha difeso il modello di libero scambio che tanti danni ha fatto alla nostra economia e la politica che amplifica i flussi migratori”.
Insomma, le aperture “verso sinistra” che l’ex ministra della Difesa tedesca ha fatto nel suo discorso programmatico di stamattina non ha infatti convinto gli eletti della Lega, che ne hanno discusso con i colleghi del gruppo nel pomeriggio. Lo stesso ministro delle Politiche europee Lorenzo Fontana, intervenuto alla riunione del gruppo, ha riferito di un orientamento verso il no.

Meno votata di Junker e Barroso
Nell’elezione da parte del Parlamento europeo Ursula von der Leyen ha ricevuto meno voti rispetto ai suoi predecessori Jean-Claude Juncker, che ottenne il 56,19% dei voti della plenaria di Strasburgo, e José Barroso, che nel suo secondo mandato ebbe il 51,9%. La tedesca, rende noto il Parlamento europeo, si è fermata infatti al 51,27% dei voti.

Le reazioni
La cancelliera tedesca Angela Merkel l’ha definita una “europea convinta e convincente”. “Anche se oggi perdo un ministro, guadagno una nuova alleata a Bruxelles. Ecco perché non vedo l’ora di iniziare a collaborare”, ha dichiarato. “Un inizio incoraggiante. Ma è solo l’inizio. Apprezziamo le proposte programmatiche della Presidente in direzione di un’Europa finalmente più solidale, più rispettosa dell’ambiente e più sicura rispetto ai traffici illeciti e alla migrazione illegale. L’Italia intende fare la sua parte affinché l’Europa sappia rinnovarsi e torni a mettere i cittadini al centro del suo futuro”, ha affermato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Congratulazioni anche dal sindaco di Milano. “Nel suo discorso ha toccato molti argomenti” ha detto Beppe Sala. In particolare ho notato l’accento posto su una maggiore incisività delle politiche ambientali e l’attenzione al tema delle migrazioni. Mi auguro che si adopererà per farli diventare punti centrali del suo mandato”.  “È La prima donna, non sarà l’ultima. Tutti insieme dovremo aiutarla per restituire un’anima all’europa, un ideale, una speranza, una passione. Viva l’europa, buon lavoro signora presidente”, così l’ex segretario del pd Matteo Renzi.

Il discorso la mattina del voto
Il discorso stamattina all’Europarlamento ha spaziato su vari temi. Von der Leyen ha mostrato il suo più marcato profilo europeista in un intervento durato 15 minuti, applaudito più volte, in cui ha concesso tutte le aperture possibili alla componente socialista e liberale dell’emiciclo, così come annunciato alla vigilia, cercando di strappare il consenso delle due forze decisive per ottenere una maggioranza filo-europea nella prossima legislatura.

La prima donna alla guida dell’europa
Nata l’8 ottobre del 1958, sessantuno anni, di cui quattordici passati ininterrottamente da ministro della Cdu. Medico, di sangue blu (discende da un barone di Brema diventato ricco commerciando con la Russia alla fine dell’Ottocento) e madre di sette figli nati in dodici anni dal matrimonio con un altro medico divenuto poi imprenditore. Decisamente europea, visto che è nata a Ixelles ed è cresciuta nella capitale dell’Europa, dove ha vissuto fino a 13 anni imparando, oltre al tedesco, il francese e l’inglese. Politicamente, von der Leyen è figlia d’arte: il padre, Ernst, è stato a lungo presidente del Land della Bassa Sassonia.Nella Cdu dal 1990, è scelta da  Merkel che la vuole ministro per la Famiglia dal 2005 al 2009 (fu la madre dell’Elternzeit, il congedo parentale per i papà e la paladina della lotta alla pornografia online), per farla passare, dal 2009 al 2013, alla guida del dicastero del Lavoro e gli Affari sociali. Infine approda, prima donna nella storia tedesca, al vertice del ministero della Difesa. In passato è stata candidata a segretario generale della Nato ma anche a presidente della Repubblica tedesca, al posto di Frank-Walter Steinmeier.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *