19 Settembre 2024

Guidato in questi anni con equilibrio e saggezza da Giuseppe Pisauro, l’Upb opera in regime di prorogatio da aprile 2020, quando è scaduto il mandato dello stesso presidente e dei due consiglieri

D’accordo, le forze politiche non hanno pensieri che per l’elezione del presidente della Repubblica. Ed è anche vero che, con l’emergenza Covid, la necessità di riportare in ordine le finanze pubbliche è passata in secondo piano. Ma il fatto che non si riesca, ormai da 20 mesi, a nominare i vertici dell’Upb, l’Ufficio parlamentare di Bilancio, non è un bel segnale. Per la politica, incapace di garantire la piena operatività dell’autorità indipendente di vigilanza sui conti pubblici, prevista dalla legge e dalle normative europee. E per le stesse istituzioni Ue e i mercati, che guardano alla capacità dell’Italia di intraprendere il rientro dal debito pubblico.
Guidato in questi anni con equilibrio e saggezza da Giuseppe Pisauro, l’Upb opera in regime di prorogatio da aprile 2020, quando è scaduto il mandato dello stesso presidente e dei due consiglieri. Come se non bastasse, dal primo settembre, l’autorità è rimasta con un solo consigliere, Alberto Zanardi, dopo le dimissioni di Chiara Goretti, chiamata da Mario Draghi a guidare la task force di palazzo Chigi per il Pnrr. Indebolito progressivamente l’Upb ha validato, come prevede la legge, i documenti del governo sulle ultime due manovre, per il 2021 e per il 2022. E a nulla è valso il pressing informale del Quirinale e della commissione Ue per rinnovare l’organismo.
La procedura di nomina, va detto, è abbastanza complicata: il presidente e i due consiglieri sono scelti d’intesa dai presidenti del Senato e della Camera su una lista di dieci nomi tra esperti di rilievo votata, a maggioranza dei due terzi, dalle commissioni Bilancio delle due Camere. Una maggioranza ampia come quella che sostiene il governo non dovrebbe avere problemi, ma finora i veti incrociati hanno bloccato le nomine. Sbloccarle, e restituire alle istituzioni il rispetto che meritano, sarebbe un bel segnale. Anche per la partita sul Quirinale.

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