Fonte: sole 24 Ore
di Beda Romano
Londra vuole continuare ad avere libero accesso al mercato unico, ma senza rispettare le regole sugli aiuti di Stato. Bruxelles è contraria a questa ipotesi
Si terrà questa settimana a Bruxelles il nono round negoziale tra il Regno Unito e l’Unione europea dedicato a un sofferto accordo di partenariato. L’associazione imprenditoriale Business Europe si è detta particolarmente preoccupata dai rischi di una uscita della Gran Bretagna dal mercato unico il 31 dicembre prossimo senza una intesa che regoli i rapporti tra i due blocchi.
«Stiamo camminando da sonnambuli verso un precipizio – ha detto il direttore generale di Business Europe, Markus Beyrer –. Passare dalla piena integrazione del mercato a uno scenario senza accordo avrebbe conseguenze devastanti per le aziende che stanno già lottando con l’impatto del virus influenzale. Esortiamo le parti a mostrare una forte volontà politica per trovare un compromesso e definire un percorso chiaro che possa portarci rapidamente a una intesa».
Il prossimo round negoziale che si aprirà martedì 29 settembre, durerà fino a venerdì 2 ottobre. Il Regno Unito è uscito ufficialmente dall’Unione il 31 gennaio scorso. Da allora, il paese è ancora in via temporanea nel mercato unico e nell’unione doganale fino al 31 dicembre. Dal 1° gennaio 2021, la Gran Bretagna lascerà entrambi i consessi che per ora le hanno permesso di continuare a commerciare con i Ventisette come se niente fosse. I tempi stringono per evitare una uscita senza intesa. Due i nodi principali da risolvere. Londra vuole continuare ad avere libero accesso al mercato unico, ma senza rispettare le regole sugli aiuti di Stato. Bruxelles è contraria a questa ipotesi. Nel contempo, il Regno Unito non vuole permettere ai pescatori europei l’accesso delle sue acque territoriali. Il tentativo inglese, naturalmente, è di fare uno scambio tra le due questioni.
Per ora, secondo numerosi diplomatici, i Ventisette si sono dimostrati uniti. A complicare le cose è stata la decisione di Londra di rimettere in discussione l’accordo di divorzio raggiunto nel 2019. «Le imprese europee – ha aggiunto il direttore generale di Business Europe – sono ancora convinte che sia possibile un risultato ragionevole, mantenendo il commercio il più agevole possibile, e salvaguardando le parità di condizioni. La fiducia è fondamentale e gli impegni precedenti, in particolare l’accordo di recesso, devono essere pienamente rispettati e attuati». La preoccupazione di Business Europe è di assistere, in assenza di una intesa sul futuro partenariato, a uno shock economico il 1° gennaio 2021 (anche se molti economisti sono convinti che l’uscita senza accordo dal mercato unico penalizzerà soprattutto il Regno Unito, meno l’Unione europea).
Il tentativo è di mettere sotto pressione le due parti. Il rapporto tra i due blocchi è ormai segnato da tensioni e minacce, in particolare dal fronte inglese.Michael Gove, il ministro responsabile di Brexit, ha preannunciato code in Francia di camion bloccati alla frontiera per via di controlli britannici sullo stretto della Manica. In una intervista al Financial Times, il sottosegretario francese agli affari europei Clément Beaune ha spiegato che né Parigi né Bruxelles si lasceranno intimidire dagli atteggiamenti britannici. La speranza è che Londra cambi posizione negoziale tenuto conto dei costi elevati di una uscita dal mercato unico senza accordo.