In attesa che i negoziati europei tra Consiglio, Parlamento e Consiglio Ue scrivano la parola fine sul budget per il 2025 e smentiscano con i fatti le voci circolate nei mesi scorsi su un possibile taglio in arrivo, le statistiche di Erasmus+ del 2024 offrono una fotografia in chiaroscuro sull’andamento dell’anno in corso. Quanto meno sulla mobilità studentesca degli universitari, perché nelle scuola invece gli indici di internazionalizzazione sembrano tutti in rialzo.
Istituti di istruzione superiore
La crescita di oltre il 15% delle risorse a disposizione per le università e gli altri istituti di istruzione superiore – che sono passate dai 113 milioni del 2023 ai 131 del 2024 – sembra aver prodotto più un incremento del contributo agli studenti che un aumento dei beneficiari. Lo dimostra l’importo medio delle borse che dai 300 euro mensili dell’anno scorso è salito ai 325 del 2024 (ai quali vanno spesso aggiunti i 250 euro previsti per gli studenti o i neolaureati in condizione di svantaggio, ndr). In crescita sono anche i progetti di scambio in modalità blended, cioè mista (in presenza e a distanza), che sono giunti a 442 e superano del 15,7% quelli del 2023.
Al tempo stesso si registra però una frenata delle partenze. L’ultimo dato in possesso dell’Agenzia Erasmus+ Indire parla di 36.082 soggetti coinvolti tra studenti, docenti e staff contro i 48.054 della call precedente. Ma è una differenza che si potrebbe assottigliare una volta contabilizzato anche l’ultimo scorcio d’anno. A quanto pare, quei 36mila e passa conteggiati fin qui potrebbero crescere almeno del 20 per cento.
Sicuramente in aumento sono invece le istituzioni finanziate: 12 mesi fa erano 286, ora sono 299, tra istituti di istruzione superiore e consorzi; in particolare, si segnala l’ampliamento della partecipazione degli Its con 43 beneficiari dei fondi 2024 su 76 realtà dotate dell’Erasmus Charter for Higher education. In pratica, più della metà degli Its Academy presenti sul territorio nazionale hanno raccolto la sfida lanciata da Erasmus+, accreditandosi per i programmi di scambio.
Passando alle regioni più partecipi, da sole, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto si sono viste assegnare il 50% dell’intero budget. Quanto agli atenei maggiormente protagonisti, in cima troviamo sempre l’Alma Mater di Bologna con 9,2 milioni ricevuti (+2,7% sul 2023) e, poi, la Sapienza di Roma con 6,3 milioni (+18%), Padova con 5,9 (+10,4%), Torino con 5,1 (-0,4% sul 2023) e Milano statale con 4,4 milioni (+16,5%).
Immutato il fronte della mobilità in entrata, anche perché le ultime statistiche ufficiali della Commissione europea risalgono alla call 2021 e ai 28.804 studenti che all’epoca hanno scelto l’Italia per svolgere un’esperienza di studio o tirocinio. Così da portare il nostro Paese al secondo posto per gli ingressi, preceduto solo dalla Spagna e avanti a Germania, Francia e Portogallo. Con quattro atenei tricolori tra i dieci più scelti in assoluto: Bologna prima, Sapienza quinta, Padova settima e il Politecnico di Milano nono.
Scuole
Ancora migliore è lo scenario offerto dalla scuola. Se consideriamo sia i progetti di mobilità lunga sia quelli di breve durata sono stati fin qui più di 29.375 i soggetti coinvolti (di cui 18.474 alunni e 10.901 tra insegnanti e altro personale) a fronte dei 25.499 del 2023. Nel complesso, l’incremento delle mobilità finanziate è stato del 15% mentre quello degli istituti accreditati è arrivato addirittura a +42,8%, visto che erano 990 e sono diventati 1.414 (inclusi i 69 coordinatori di consorzio). Un fronte che vede la Sicilia al primo posto con 172 scuole, di cui quattro come coordinatrici. Seguono la Campania con 156 (quattro consorzi), la Lombardia con 138 (11 consorzi) e il Lazio con 133 istituti (tre consorzi).
Questi numeri potrebbero crescere ulteriormente grazie al Pnrr, come sottolinea Flaminio Galli, direttore generale dell’Agenzia Erasmus+ Indire: «Grazie al budget aggiuntivo di Next Generation Ee, pari a 150 milioni di euro, dal 2025 al 2027 potremo aumentare notevolmente il numero di progetti autorizzati, con un conseguente incremento significativo nel numero di mobilità destinate a studenti, insegnanti e tutto il personale scolastico nel suo insieme».