L’occupazione dei laureati è ai massimi dall’ultimo decennio ma nel 2022 sono diminuiti gli stipendi. Non è una percezione. È il Report Almalaurea 2023
C’è un luogo, nella nostra capitale, dove sembra che da un momento all’altro debbano uscire grandi attori o che stiano iniziando delle lezioni di storia, di letteratura e latino. Ma poi non accade mai. Spesso è facile incrociare lo sguardo di qualche gruppo di studenti americani. (Talora ci vergogniamo: è un teatro a cielo aperto, un po’ sporco). «L’Area Sacra di Torre Argentina, dove fu ucciso Giulio Cesare» – come dice un ragazzo su Instagram – «per molto tempo è stato uno spazio che i romani potevano vedere dall’alto affacciandosi dalle strade che la circondano, e che era popolata principalmente dai gatti della colonia felina». Adesso è aperta al pubblico.
Il risultato della collaborazione col privato, l’intervento ingente di uno sponsor. La novità potrebbe essere che un giorno, questo metodo che ha riportato alla luce bellezze del patrimonio culturale, possa essere adottato per creare più occupazione giovanile. Chi ci vieta di innovare? Non serve solo ristrutturare ma anche assumere capitale umano. Il concetto di sostenere il futuro con le borse di studio è arrivato forte e chiaro alle aziende, «ora serve pagare (meglio)». E forse succederà che chi può rimpolpare parte dello stipendio, di dipendenti pubblici o di altre aziende, in un momento particolare in cui non possono permetterselo, aiuterà a farlo, perché quel lavoro serve al Paese. Sembra un’utopia, eppure è più vicino di quanto si pensi. L’ultimo step di una sharing economy, l’economia della condivisione, che abbiamo cominciato a conoscere dopo la crisi finanziaria.
Del resto c’è un dato che dovrebbe preoccupare: l’occupazione dei laureati è ai massimi dall’ultimo decennio ma nel 2022 sono diminuiti gli stipendi. La retribuzione mensile netta media, in termini reali ad un anno dalla laurea nel 2021 era di 1.439 euro, per una laurea magistrale, ma l’anno dopo è scesa ancora a €1.366. Non è una percezione. È il Report Almalaurea 2023. Un laureato italiano ha perso il 5,1%.