8 Settembre 2024

Dopo la netta vittoria al «Super Tuesday», Trump si avvia verso la nomination repubblicana

Anche Nikki Haley si ritira. Tra i repubblicani resta così in corsa solo Donald Trump: e sarà lui a sfidare l’attuale presidente Joe Biden nelle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti che si terranno il prossimo novembre. Tutto come già scritto da mesi, e salvo eventi – questi sì oggi non prevedibili – che nei prossimi mesi potrebbero condizionare la campagna per la Casa Bianca di due presidenti anziani: Biden ha 81 anni, the Donald ne ha 78 Biden. Mentre le inchieste della magistratura continuano a incalzare Trump e uno dopo l’altro, prima dell’autunno, inizieranno i procedimento in aula con accuse gravissime, a cominciare dal ruolo avuto dall’ex presidente nazionalpopulista nella rivolta che ha portato i suoi sostenitori ad assaltare il Congresso americano il 6 gennaio del 2021, subito dopo la sconfitta subita (e mai digerita) dal tycoon proprio da Biden.

Trump, senza più rivali, attacca la sfidante sconfitta
La base della destra americana ha deciso comunque e senza alcun dubbio di sostenere Trump. Lo ha dovuto ammettere anche Nikki Haley dopo il Super Tuesday. «È arrivato il momento di sospendere la mia campagna, non ho rimpianti», ha detto l’ex ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, da Charleston nella Carolina del Sud, il giorno dopo il martedì elettorale decisivo per le primarie, nel quale è stata battuta nettamente da Trump in 14 dei 15 Stati, riuscendo a prevalere solamente nel Vermont.
«Nikki Haley è stata sconfitta , in modo schiacciante», ha commentato Trump su Truth, dopo il Super Tuesday, affermando che «gran parte dei suoi soldi provenivano dai democratici della sinistra radicale, così come molti dei suoi elettori, quasi il 50%, secondo i sondaggi».
«Quello di ieri – ha sottolineato l’ex presidente – è stato il Super Tuesday di maggior successo della storia e vorrei inoltre invitare tutti i sostenitori di Haley a unirsi al più grande movimento della storia». Poi la conclusione ormai scontata del leader della destra: «Biden «è il nemico e sta distruggendo il nostro Paese».

«Trump dovrà guadagnarsi il mio appoggio»
Haley ha esortato Trump a tenere conto anche della parte moderata dell’elettorato repubblicano. E dopo gli scontri durissimi, con accuse e offese pesanti, degli ultimi mesi, pur congratulandosi con l’ex presidente per la vittoria, lo ha invitato a guadagnarsi il supporto di chi ha sostenuto la sua campagna. «Trump si deve guadagnare i miei voti. Spetta ora a lui guadagnare i voti di coloro che fanno parte del nostro partito e non solo: e spero che lo faccia», ha affermato. «Come disse una volta Margaret Thatcher – ha aggiunto rivolgendosi ai suoi sostenitori – non seguite mai la folla, seguite quello che pensate sia giusto».

Stare al fianco degli alleati
Haley ha inoltre rivolto un monito contro l’isolazionismo americano che rischia di portare a nuove guerre e ha ribadito l’appello al Paese affinché gli Stati Uniti siano attivi sulla scena internazionale e supportino la causa dell’Ucraina. Con un attacco a Trump abbastanza evidente infatti, l’ormai ex candidata repubblicana ha ricordato come per gli Stati Uniti e gli americani «stare al fianco degli alleati in Ucraina, Israele e Taiwan» sia un «imperativo morale»: «Se ci ritiriamo, ci saranno più guerre», ha spiegato.

L’investitura ufficiale dei repubblicani
Anche il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell ha dato il suo endorsement a Donald Trump, con cui ha avuto rapporti burrascosi dopo l’assalto a Capitol Hill. «È assolutamente chiaro che l’ex presidente Trump si è guadagnato il sostegno necessario degli elettori repubblicani per essere il nostro candidato alla presidenza degli Stati Uniti», ha affermato McConnell. «Non dovrebbe sorprendere che come candidato avrà il mio sostegno», ha aggiunto.

L’appello di Biden «agli elettori moderati di Haley»
Biden subito dopo l’annuncio del ritiro dalla corsa per la Casa Bianca di Haley le ha rivolto parole di apprezzamento per essere stata «pronta a dire la verità» su Trump ed essere «una dei pochi» che osano farlo oggi nel partito repubblicano.«Donald Trump ha mostrato chiaramente che non vuole i sostenitori di Nikki Haley, io voglio essere chiaro: nella mia campagna c’è spazio per loro», ha detto il leader democratico. «Ci vuole molto coraggio a candidarsi alla presidenza», ha aggiunto facendo notare che Haley ha messo in luce «il caos che sempre segue Trump, la sua incapacità di distinguere il giusto dallo sbagliato e il suo inchinarsi davanti a Putin».
Rivolgendosi ancora ai repubblicani che hanno votato per Haley, Biden ha detto: «So che su molte cose non siamo d’accordo, ma sulle questioni fondamentali della difesa della democrazia americana, dello Stato di diritto, del trattarci l’un l’altro con decenza, dignità e rispetto, nel preservare la Nato e ergersi contro i nemici dell’America, spero e credo che possiamo trovare un terreno comune».

La parabola di Haley
Haley ha resistito più a lungo di tutti gli altri sfidanti repubblicano – più dell’ex vicepresidente Mike Pence e del senatore Tim Scott, e più di Ron DeSantis il governatore della Florida per mesi considerato uno dei favoriti. Ma non ha mai rappresentato una seria minaccia per l’ex presidente, la cui presa sulla base del partito rimane salda nonostante le numerose accuse, con rilevanza penale, a suo carico.

La rivincita tra Trump e Biden – la prima ripetizione della competizione presidenziale americana dal 1956 – fa parte di un destino, annunciato da tempo, che tuttavia pochi americani, almeno secondo i sondaggi, sembrano desiderare.

Haley, 52 anni, aveva conquistato il sostegno di donatori molto facoltosi intenzionati a impedire a Trump di vincere la terza nomina presidenziale repubblicana consecutiva, in particolare dopo avere ottenuto una serie di ottime prestazioni nei dibattiti televisivi che Trump aveva deciso di disertare: la sua campagna ha affermato di aver raccolto più di 12 milioni di dollari solo nel mese di febbraio. Haley ha fatto breccia tra i repubblicani moderati e gli indipendenti: vincendo prima a Washington e poi nel Vermont, battendosi bene nel New Hampshire e nella Carolina del Sud. Ha guadagnato popolarità tra donatori repubblicani, elettori indipendenti e nel cosiddetto gruppo “Never Trump”. Ma non è bastato.

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