23 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Francesco Semprini

La battaglia diplomatica tra Russia e Stati Uniti si riaccende. Donald Trump sfida Vladimir Putin e ordina che entro sabato vangano chiusi il consolato russo di San Francisco e due sedi diplomatiche a Washington e New York. Una risposta alla decisione di ridurre il numero degli impiegati nelle sedi diplomatiche americane nel Paese, togliendo allo stesso tempo a Washington l’uso di alcuni immobili: 755 diplomatici erano stati espulsi dopo che il Congresso aveva approvato nuove sanzioni nei confronti della Russia, accusata di aver interferito nelle ultime elezioni presidenziali americane. Quell’accusa che portò già Barack Obama alla fine del 2016, poco prima della fine del suo mandato, a espellere 35 diplomatici russi.
Un provvedimento entrato in vigore nelle ultime ore, definito da una portavoce di Foggy Bottom «immotivato e dannoso», che non aiuta a ristabilire tra i due Paesi un clima di fiducia. Anche se Trump giorni fa aveva liquidato la questione con una battuta: «Voglio ringraziare Putin perché stiamo cercando di tagliare il nostro personale all’estero e ora dovremo pagare meno gente. Vuol dire che risparmieremo del denaro».
«Reagiremo» ha risposto il ministro degli Esteri Sergei Lavrov al segretario di Stato americano Rex Tillerson che gli ha telefonato per informarlo. «Studieremo attentamente le nuove misure annunciate dagli americani, dopodiché verrà comunicata la nostra risposta» ha aggiunto il capo della diplomazia russa, lasciando immaginare a breve un’escalation di questa guerra di spie che sta avvelenando i rapporti tra il Cremlino e la Casa Bianca di Trump.
Il capo della commissione Esteri della Camera alta del parlamento russo, Konstantin Kosachev, ha esortato a considerare una risposta «di assoluta simmetria» nei confronti degli Stati Uniti, con l’ulteriore riduzione del personale americano che opera nelle rappresentanze diplomatiche in Russia. «Se i dipendenti del nostro consolato a San Francisco dovranno rientrare, dovremmo proporre che gli americani richiamino un numero esattamente identico di dipendenti dalle loro rappresentanze in Russia», ha scritto sulla pagina Facebook.
Quello tra gli Stati Uniti e la Russia continua ad assomigliare a un clima da Guerra Fredda. E pensare che le premesse erano basate sui sospetti che hanno dato vita al Russiagate, con un procuratore speciale e il Congresso che indagano sui presunti legami tra Trump e Putin. I due hanno più volte auspicato un miglioramento delle relazioni tra Casa Bianca e Cremlino dopo il gelo dell’era Obama, in cui i rapporti tra i due Paesi, ma anche tra i due leader, hanno toccato il livello più basso da decenni.

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