Il lancio inaugurale è avvenuto nello spazioporto europeo a Kourou, nella Guyana francese alla presenza del ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao
Dietro il successo del volo inaugurale del nuovo razzo Vega-C, europeo ma di progettazione e costruzione sostanzialmente italiana, realizzato principalmente dalla Avio di Colleferro assieme ad altri 16 Paesi con partecipazioni minori, si delinea un salto di qualità dell’industria spaziale nazionale. Il fiato è rimasto sospeso fino all’ultimo per i presenti nella sala di controllo dello spazioporto europeo a Kourou, Guyana francese, fra cui il ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao. Ma alla fine questo lanciatore realizza il primo passo del nuovo cammino programmato proprio da Colao per lo spazio: lanciatori, costruzione di satelliti, service in orbita, servizi per l’utente finale. Nei pochi attimi del decollo si giocano anni di lavoro, nel caso di un nuovo razzo al suo primo volo, ma anche il futuro in un mercato diventato incredibilmente competitivo con l’entrata dei privati americani nella space economy.
Ranzo (ad di Avio): «Già venduti sette voli a scatola chiusa»
Con questo successo riguadagniamo una posizione fondamentale per l’Europa e il nostro Paese. Un dato è sufficiente per dare l’idea della fiducia che l’ambiente internazionale ripone nell’impresa italiana: Avio ha già venduto, tramite Arianespace, sette voli a scatola chiusa, da oggi al 2025. «Ma altri sono in arrivo», dice Giulio Ranzo, ad di Avio.
La soddisfazione di Esa
Grandissima soddisfazione anche all’Agenzia spaziale Europea (Esa), dato che il nuovo razzo ha un’importanza strategica per l’accesso dell’Europa allo spazio coprendo una lacuna che si è improvvisamente aperta con la guerra russo-ucraina. I razzi russi, molto utilizzati dagli europei, non sono più disponibili, ovviamente, e tutto il personale russo che operava alla base della Guyana francese è stato mandato a casa. «Questo successo è il frutto del nostro lavoro in collaborazione con Esa, Asi e Cnes, e conferma, una volta di più, l’eccellenza tecnologica italiana e di Avio nello spazio e in Europa. La presenza del ministro Colao, testimonia inoltre l’attenzione e l’impegno del Governo Italiano, che con il Pnrr ha deciso di dare un ulteriore impulso alla ricerca e all’innovazione in un settore chiave per il Sistema Paese», conclude Ranzo.
Più capacità di carico
Vega-C è il successore del vecchio Vega, introdotto nel 2021 proprio dall’Italia, che allora vide correttamente lo sviluppo del mercato, sempre alla ricerca della coniugazione di costi bassi e affidabilità. Ora Vega-C offre migliori prestazioni, maggiore spazio per il carico da portare in orbita e riduzione di costi. Questo anche perchè i motori principali del primo stadio verranno usati anche per Ariane 6, in sviluppo da parte di Arianespace. Economie di scala, insomma. Altro problema dovuto alla geopolitica è che, a causa del conflitto in atto, ci potessero essere problemi con i formidabili motori RD-843, prodotti dall’ucraina Yuzhmash. Ma non pare che Avio abbia per il momento problemi di rifornimento, anche se si sta pensando a un motore alternativo europeo. Vega-C è alto 34,8 metri, 210 tonnellate di peso ed è in grado di portare da uno a varie decine di satelliti, fino a un peso complessivo di 2.200 chilogrammi, in orbita bassa, entro i mille chilometri da terra.
Sette i satelliti posizionati in differenti orbite
In questo primo lancio ha posizionato i sette satelliti in orbite differenti, dimostrando così anche la grande versatilità logistica di cui è capace, con ovvie riduzioni di costi per i clienti. Nella sua grande ogiva il satellite più grande era il Lares 2, costruito per l’Asi dall’Istituto nazionale di fisica nucleare, e sei cubesat selezionati dall’Esa, di cui tre italiani: Alpha di Arca Dynamics, Greencube dell’Università La Sapienza e AstroBio dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e Asi. Lares 2 è un satellite interessante, costituito semplicemente da una sfera riflettente di 42 centimetri di diametro, 300 chili di peso e costellata con 303 specchietti riflettenti, che verranno letteralmente bersagliati da raggi laser provenienti da terra per misurare posizione e distanza rispetto al nostro pianeta. Importante missione che permetterà di definire, con precisione fino a dieci volte maggiore di quella odierna, il campo gravitazionale terrestre e le conseguenze della teoria della relatività generale.