Fonte: La Repubblica
di Marco Mensurati
La Francia aveva intimato: “Annuncio presidenziali stanotte o riconosceremo Guaidó”. Ieri sera scaduti gli otto giorni dati al presidente da sei Paesi europei per la convocazione di un nuovo voto. Il 7 febbraio la riunione del gruppo di contatto
Il capo dello stato venezuelano Nicolas Maduro ha respinto domenica sera l’ultimatum di diversi Paesi europei che gli intimavano di organizzare una nuova elezione presidenziale. In un’intervista con il canale televisivo spagnolo La Sexta, Maduro ha detto che non avrebbe mostrato “codardia di fronte a pressioni” da parte di coloro che chiedono la sua partenza.
L’ultimatum francese
“Se entro questa notte Nicolas Maduro non si sarà impegnato a convocare elezioni presidenziali, considereremo Guaidó come presidente legittimo del Venezuela”. Così la ministra francese per gli Affari Europei, Nathalie Loiseau, ha ribadito, parlando ad Rtl, l’intenzione di Parigi di mantenere l’ultimatum dato a Nicolas Maduro quando, sabato scorso – insieme a Germania, Spagna, Portogallo, Olanda e Regno Unito – ha detto che avrebbe riconosciuto il leader dell’opposizione come presidente ad interim, se entro otto giorni non ci fosse stata la convocazione di un nuovo voto sulla presidenza.
Ieri Maduro si è detto pronto a convocare nuove elezioni parlamentari, ma nella serata ha risposto negativamente alla richiesta di nuove presidenziali. “Facciamo le elezioni parlamentari, sono d’accordo a legittimare di nuovo il podere legislativo”, ha detto durante una manifestazione chavista a Caracas. La ministra francese Loiseau ha definito la concessione di nuove elezioni politiche “una farsa”.
Le modalità della transizione saranno oggetto, giovedì prossimo, della prima riunione del gruppo di contatto internazionale la cui formazione era stata annunciata dall’alta rappresentante Ue, Federica Mogherini. L’incontro si terrà il 7 febbraio a Montevideo, e riunirà l’Ue e otto dei suoi Stati membri (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito) e Paesi dell’America latina (Bolivia, Costa Rica, Ecuador e Uruguay).
Dagli Stati Uniti arrivano ancora attacchi a Maduro, da parte di Donald Trump. A una domanda durante un’intervista televisiva a proposito della possibilità che gli Stati Uniti considerino l’uso della forza in Venezuela, il presidente americano non ha smentito ma ha detto: “È un’opzione”. Trump ha poi rivelato di aver rifiutato di incontrare Nicolas Maduro nei mesi scorsi, “viste le cose terribili che stavano accadendo in Venezuela. Era il Paese più ricco in quell’area del mondo, e ora guardate la povertà, l’angoscia, il crimine e tutto quello che vi accade”.
“Ora – ha continuato Trump – penso che il processo si stia compiendo, ci sono proteste terribili molto molto grandi”. “Dobbiamo vedere quello che accade, siamo molto avanti nel processo”, ha proseguito Trump, facendo riferimento a “un giovane ed energico gentiluomo”, Juan Guaidò, autoproclamatosi presidente ad interim.