La tabella di marcia del piano del ministero dei Trasporti. Ultima tappa: entro la fine dell’anno revisione organica del Codice della strada
Mentre in Francia i parigini hanno bocciato con un plebiscito i monopattini a noleggio, inizia in Italia il percorso che dovrebbe condurre, secondo una tabella di marcia delineata dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ad aggiornare il codice della strada in quanto, ha più volte sottolineato il Mit, «le norme attuali sono vecchie di oltre tre decenni». L’obiettivo è fermare le stragi sulle strade e autostrade italiane: lo scorso anno le vittime sono state oltre tremila. E i monopattini elettrici sarebbero anche in questo caso della partita, con l’introduzione dell’obbligo di immatricolazione, quello di casco e di targa, e un limite di velocità a 20 km/h. Più in generale, si delinea una revisione delle regole contro guida in stato di ebbrezza o sotto uso di droghe. È attesa una stretta contro la sosta selvaggia. Tra le soluzioni che potrebbero prendere forma nel restyling del Codice della strada, l’aumento dei limiti di velocità su alcuni tratti autostradali.ù
La scadenza di Pasquetta
Le associazioni di settore hanno tempo fino a Pasquetta, lunedì 10 aprile, per inviare i propri suggerimenti su come modificare l’attuale Codice della strada. Le indicazioni vanno inviate all’indirizzo predisposto dal ministero delle Infrastutture e dei trasporti (stradesicure2023@mit.gov.it). La tabella di marcia del piano del Governo per aumentare il livello di sicurezza sulle strade prevede poi il via libera da parte del Consiglio dei ministri, entro questo mese, a un decreto legge «con modifiche puntuali al codice vigente in materia di sicurezza stradale»; quindi entro la fine dell’anno una revisione organica del Codice della strada. Tra le soluzioni ad oggi pervenute, le principali mettono in evidenza la necessità di mettere in campo una stretta sui dispositivi di sicurezza, a cominciare da quelli per i monopattini. Nei giorni scorsi, il ministro Matteo Salvini ha proposto di ritirare a vita la patente a chi si rende protagonista di reiterate gravi violazioni alle regole del Codice della Strada.
Il tavolo tecnico del 22 marzo
La deadline del 10 aprile è stata fissata in occasione del tavolo tecnico che si è svolto il 22 marzo. All’incontro, convocato dal Salvini, hanno partecipato oltre 90 tra esperti e principali associazioni e federazioni del trasporto e autotrasporto, sindacati di categoria e Cnel. In quell’occasione il leader della Lega ha delineato le modifiche al Codice della strada allo studio dei tecnici ministeriali. L’obiettivo, in questa prima fase, è coinvolgere tutti i soggetti interessati.
I tre ambiti: micromobilità, guida sicura e sosta selvaggia
Il decreto legge dovrebbe delineare – anche in linea con le proposte delle associazioni – una stretta su tre ambiti: micromobilità (revisione delle regole per la circolazione dei monopattini; il Mit infatti sta ragionando sull’introduzione del casco e della targa), sicurezza nella guida (contro la conduzione in stato di ebbrezza e sotto uso di droghe) e sosta dei veicoli (contrasto alla sosta selvaggia). Quanto invece alla revisione del Codice della strada, dopo il via libera al Ddl delega di riforma entro aprile 2023 il percorso prevederebbe l’approvazione di un decreto legislativo delegato entro dicembre di quest’anno, e di un nuovo regolamento di attuazione ed esecuzione entro giugno 2024. La revisione passerà da una condivisione con altri ministeri a partire da Viminale e Giustizia oltre che dall’esame parlamentare da ultimare entro la fine dell’anno.
Casco, monopattini e nuovo esame guida, verso nuovo codice
Intervenuto il 21 marzo al #FORUMAutomotive a Milano, il viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Galeazzo Bignami ha proposto un giro di vite sia per il conseguimento della patente sia per utilizzare i monopattini, anche in sharing. Parlando delle future modifiche al codice della strada, Bignami ha sottolineato che «lo Stato non può rimanere inerme» davanti a quanto accade, ed è necessario agire fin dall’accesso alla mobilità per limitare, se non annullare, le morti sulle dovute a una scarsa cultura della sicurezza. «In Italia – ha ricordato – sono sufficienti 10 ore di guida per conseguire la patente. Dovremo portarle almeno a 12 avendo presente che la media europea è di 20. È inoltre fondamentale – ha aggiunto in quella occasione – prevedere l’inserimento di test sul pericolo percepito. Molti giovani non hanno la reale idea di cosa possa accadere non rispettando un semaforo rosso o contravvenendo a elementari quanto fondamentali regole per la circolazione. Altri non sono in grado di guidare indifferente auto con cambio manuale e automatico, sempre più diffuso».