19 Settembre 2024
EUROPA
Fonte: La Stampa
ANSA - La Stampa
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Slitta la decisione per la poltrone degli Esteri e della presidenza del Consiglio. Il Pse compatto per la Mogherini. Ma i Paesi dell’Est e i popolari frenano.

Nulla di fatto sulle nomine europee. Falliscono le trattative notturne e si rinvia tutto a un nuovo vertice che si terrà il 30 agosto. Alle 00.30 arriva la notizia da fonti del Consiglio europeo a Bruxelles. Poi la conferma del presidente Ue Herman van Rompuy che ha spiegato:«Non siamo ancora al punto di avere una soluzione consensuale su un pacchetto completo di nomine». Insomma, appena 24 ore dopo l’elezione di Jean Claude Juncker come presidente della Commissione, prova di tenuta delle «larghe intese» tra popolari, socialisti e liberali almeno nel Parlamento europeo, i leader si spaccano al vertice straordinario convocato per chiudere la partite delle nomine sugli altri due «top jobs» europei, Alto Rappresentante per la politica estera e Presidente del Consiglio europeo.

UNA GIORNATA DI TRATTATIVE

Talmente difficile trovare il giusto equilibrio, che l’inizio del vertice già in mattinata viene ritardato di un paio d’ore. A dividere è la candidatura – italiana e del Pse – di Federica Mogherini alla successione di Catherine Ashton come ministro degli esteri europeo. Durante il pre-vertice dei leader popolari il “negoziatore” Herman Van Rompuy informa che durante le consultazioni tra i 28 è emerso che «non c’è una maggioranza qualificata» a favore della candidata italiana. Contro la nomina di Mogherini risulta esserci il blocco dei paesi dell’Est, guidati dai baltici. E se i polacchi fanno sapere di «non essere pronti a morire per dire di no» alla proposta italiana, dai popolari escono perplessità per una presunta mancanza di esperienza della candidata italiana. La tensione sulle nomine, raccontano da Bruxelles, è calata solo per i festeggiamenti dedicati al sessantesimo compleanno di Angela Merkel: mazzo di fiori e brindisi per la Cancelliera.

IL FRONTE ANTI-ITALIA

Ma il vertice si è chiuso con un nulla di fatto. «Un regalo agli euroscettici, a Farage, a Grillo e alla Le Pen: l’Europa dimostrerebbe ancora una volta che non funziona», osservano fonti comunitarie. Ma era stata proprio la cancelliera Angela Merkel, entrando allo Justus Lipsius, ad avvertire: «Può benissimo essere che stasera ci sia solo una prima discussione e che non vengano prese decisioni». È la presidente lituana, Dalya Gribauskaite, ad uscire allo scoperto. «Vediamo che alcuni candidati esprimono apertamente le loro opinioni pro-Cremlino. Naturalmente, tali candidati sono totalmente inaccettabili per il nostro gruppo di paesi», dice alla radio nazionale in mattinata. Ed arrivando al vertice rincara: «Sosterrò solo una personalità che abbia esperienza di politica estera, che sia neutrale e che rifletta le posizioni di tutti e 28 gli Stati membri, e che non sia filo-Cremlino». In più, il presidente della Commissione Esteri del Parlamento europeo nonché consigliere di Angela Merkel, il tedesco Elmar Brok, parlando del ministro degli esteri italiano dichiara: «Come Alto rappresentante dovremmo avere qualcuno con esperienza di politica estera. Di più inesperto c’è solo il ministro ungherese (nominato a giugno, ndr)». E fa i nomi della bulgara Georgieva, della francese Guigou e del polacco Sikorski. Ma anche su questi nomi l’appuntamento è rimandato. Al 29 agosto.

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