Nella Nadef il Pil programmatico per quest’anno era al +1,2%. Nella riunione anche la riforma dell’imposta di successione. In esame, inoltre, la ratifica dell’accordo con Tirana sulla sicurezza sociale
Il consiglio dei ministri, secondo quanto si è appreso, ha approvato il Documento di economia e finanza. Il Pil del 2024 è stato fissato al +1%. Nella Nadef il Pil programmatico per quest’anno era al +1,2%. Si alza dunque oggi il velo sulle nuove stime per l’economia italiana con l’approvazione del Def all’esame del Consiglio dei ministri. Un Documento di economia e finanza che, stando alle indicazioni fornite dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, rispetterà «gli obiettivi della Nadef presentata in autunno per una questione di credibilità». Ma il documento è destinato presto a cambiare: il testo dovrebbe presentare soltanto le stime tendenziali, non quelle programmatiche che rappresentano la direzione in cui il Governo intende muovere.
Debito sale ma resta sotto 140%, nel 2024 è al 137,8%
Debito al 137,8% quest’anno, per poi aumentare al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026. Così, nel quadro tendenziale del Def, l’unico indicato nel Documento approvato dal cdm, il debito inverte la rotta rispetto al sentiero di discesa indicato nella Nadef, anche alla luce del dato del 2023 chiuso, in base ai dati Istat con un calo deciso, al 137,3% del Pil. Nel quadro programmatico indicato nella Nadef in autunno, il debito calava progressivamente dal 140,1% del 2024 al 139,9% del 2025, fino al 139,6% del 2026.
La riunione del Governo a Palazzo Chigi ha preso il via nella tarda mattinata. Oltre al Def, all’ordine del giorno del Cdm c’è anche il disegno di legge per la ratifica dell’Accordo fra Italia e Albania sulla sicurezza sociale fatto a Roma il 6 febbraio scorso e l’esame preliminare un decreto legislativo con disposizioni per la razionalizzazione dell’imposta di registro, di quella sulle successioni e donazioni, su quella di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’Iva. Sono previsti poi l’esame definitivo di un decreto del Presidente della Repubblica con modifiche del regolamento per l’esecuzione del Codice della navigazione, e l’esame preliminare di un altro decreto del Presidente della Repubblica sul regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del ministro dell’Agricoltura e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance.
Dopo il Cdm conferenza stampa con i ministri
Il Governo ha reso noto che al termine del Consiglio dei ministri si terrà una conferenza stampa con gli esponenti del Governo interessati ai provvedimenti assunti in Cdm.
I documenti di finanza pubblica contengono le politiche economiche e finanziarie decise dal Governo. Nel corso degli ultimi decenni i documenti programmatici hanno assunto sempre di più un ruolo chiave nella definizione ed esposizione delle linee guida di politica economica del Paese.
Un documento in versione “light”
Di solito la soluzione di una versione “light” del Def viene utilizzata quando un Governo uscente – come fece l’esecutivo Draghi con la Nota di aggiornamento nel 2022 – non vuole legare le mani al successivo. In questo caso, la motivazione è data dal nuovo Patto di stabilità che rivede il calendario e la forma dei documenti da presentare all’Ue: l’ultimo Def «risponde alla situazione di cambiamento delle regole europee non ci sono ancora le istruzioni della nuova governance, quando ci saranno – abbiamo deciso a livello europeo intorno all’estate – faremo il piano strutturale come richiesto da queste nuove regolamentazioni che abbiamo assunto», ha spiegato lunedì 8 Giorgetti. I contenuti e le successioni dei documenti molto probabilmente cambieranno solo dopo le prossime elezioni europee che ora impegnano tutti i Paesi.
Fonti di governo: «Nel Def numeri realistici, pesa il Superbonus»
Per quanto riguarda le previsioni sulla crescita economica nel Def il governo intende proseguire sul metodo adottato finora, fornendo numeri «il più possibile realistici, non gonfiati né troppo impostati alla prudenza», al netto tuttavia della congiuntura internazionale «volatile a causa dei conflitti in atto». Un metodo di lavoro, sottolineano fonti di governo «che ha dato e continua a dare risultati». Dal documento emergerà, inoltre, «il pesante impatto del superbonus» sui conti pubblici e sui dati macroeconomici di riferimento.
«Def concordato con Ue, evita incertezza sui mercati»
Le stesse fonti mettono in evidenza che «per l’anno in corso sarà applicato un regime transitorio», che prevede la presentazione del Piano fiscale strutturale alla Commissione europea «entro il 20 settembre». «Nella fase attuale in cui mancano ancora le indicazioni operative su come dovrà essere impostato il Piano – aggiungono le stesso fonti -, è stata concordata a livello europeo la possibilità di sospendere le vecchie procedure per evitare di svuotare l’atto politico di contenuto». È «un processo lineare – viene spiegato – che si concluderà in tempo per la messa a punto della Legge di Bilancio per il 2025, senza nessun rischio di generare incertezze sui mercati».
I numeri aggiornati
Gli aiuti all’edilizia, nati nell’emergenza pandemica, sul fronte della crescita hanno dato una spinta al rialzo consentendo, assieme alle ultime statistiche in miglioramento sull’economia italiana, di mantenere intorno all’1% la crescita del Pil che verrà scritta nel Def per il 2024. Crescita poco distante dall’1,2% della Nadef dello scorso autunno, anche se superiore ai numeri indicati da Banca d’Italia, Fmi e Commissione europea.
Il grosso del deficit da bonus edilizi, poi, si sarebbe scaricato sul 2023 (al 7,2% del Pil la stima più recente), e il documento in arrivo manterrebbe la stima 2024 grosso modo sui livelli indicati nella Nadef al 4,3%, con un debito appena sotto il 140% del Pil contro il 140,1% indicato nella Nadef.