21 Novembre 2024
matteo piantedosi

matteo piantedosi

Il neo responsabile del ministero dell’Interno, già prefetto di Roma, dove potrebbe essere sostituito da Bruno Frattasi, ha incontrato i vertici delle forze dell’ordine, dell’intelligence e anche il comandante generale della Guardia costiera

L’ordine pubblico alla vigilia di quello che potrebbe essere un autunno caldo sul fronte delle proteste di piazza, anche all’indomani anche di quanto accaduto all’università La Sapienza nei giorni scorsi con gli scontri fra studenti e polizia, e in vista della maxi manifestazione per la pace organizzata per il prossimo 5 novembre a Roma, ma anche il tema del contrasto ai flussi migratori irregolari, con la notifica a due natanti di ong con oltre 300 migranti di non avvicinarsi alle coste italiane. Sono i temi affrontati nel corso del primo Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto giovedì mattina al Viminale dal neo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
In sede di Comitato – viene spiegato dal Viminale – è stata effettuata una approfondita analisi della situazione nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica tenuto conto della evoluzione del quadro economico e sociale. Sono stati, in particolare, esaminati i rischi legati ai tentativi di strumentalizzazione del malcontento delle categorie più penalizzate dalla congiuntura economica e al variegato fronte contestativo. Dalla analisi previsionale con i vertici delle Forze di polizia e della intelligence non sono emerse particolari criticità». Sul fronte migratorio invece secondo il ministero dell’Interno «è stata fatta una disamina delle rotte di ingresso in Italia e delle diverse cause che alimentano i flussi. Dall’inizio del 2022 al 26 ottobre sono giunti in Italia 79.647 migranti, a seguito di 2.044 eventi di sbarco, con un incremento del 50,78% rispetto all’analogo periodo del 2021 . L’aumento è da attribuirsi, in gran parte, all’incremento degli arrivi dalla Libia, dalla Tunisia e dalla Turchia, principali Paesi di partenza dei migranti. Con specifico riferimento alla Libia, il protrarsi della situazione di instabilità interna è un elemento determinante nella crescita della spinta migratoria (+75,83%). In aumento rispetto allo scorso anno è il flusso proveniente dalla Tunisia che, al 26 ottobre, registra un + 25,96% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Consistente poi è il flusso in arrivo dalla Turchia, «che ha fatto registrare, dall’inizio dell’anno, un incremento del 43,02% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. In lieve calo è il flusso migratorio dall’Algeria, diretto quasi esclusivamente in Sardegna, con un decremento, al 26 ottobre, del 7,12% rispetto all’analogo periodo del 2021. Sulla scorta di tale analisi è stata condivisa l’esigenza di avviare iniziative a livello europeo e i Paesi di origine e transito dei migranti per una gestione comune del fenomeno migratorio che consenta di governare i flussi attraverso il rafforzamento dei canali di ingresso legali, che tengano conto, nella ripartizione delle quote riservate ai singoli Stati, dell’impegno da questi profuso nel contrasto alla immigrazione illegale. Un tavolo ristretto convocato a breve sarà chiamato a tradurre gli elementi informativi acquisiti questa mattina in indicazioni operative».
Alla riunione hanno preso parte i vertici delle forze dell’ordine e dell’intelligence, insieme con l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale della Guardia costiera. L’incontro è cominciato alle 12.20 e si è concluso qualche minuto prima delle 15. Presente fra gli altri al vertice il capo della polizia, Lamberto Giannini.
Proprio il prefetto, all’inaugurazione dell’anno accademico all’Istituto superiore di polizia a Roma, aveva sottolineato ieri come «adesso con questa crisi bellica, con questa aggressione terribile ci attendono altri momenti difficili. Noi ci siamo e si stiamo preparando per riuscire a gestire nella maniera migliore questa situazione. Siamo in un momento di particolare difficoltà: ancora – ha ricordato Giannini – non è scomparsa la pandemia che ha creato enormi difficoltà e che ci ha visto, come forze di polizia, in prima linea con prezzi molto alti. Abbiamo perso più di 20 colleghi e oltre 50mila di noi hanno contratto il virus, ma non sono mai stati chiusi dipartimenti e sono sempre stati garantiti i servizi». «La nostra – ha sottolineato ancora il capo della polizia – è un amministrazione accogliente ma esigente che richiede spirito di sacrificio, di servizio e la consapevolezza che il funzionario di polizia riveste un ruolo importante per la società. Noi non dobbiamo deludere le aspettative. E tanto più ci aspetta da noi quanto più sono difficili i momenti che sta attraversando il nostro Paese».

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