Intervista alla deputata M5S che si è commossa alla Camera: “In tante mi hanno scritto sui social per dirmi che le parole che ho usato erano anche le loro”
Daniela Morfino, deputata del M5S, fa parte della commissione d’inchiesta sui femminicidi. Stamani parlando in aula ha avuto un >momento di commozione, ricordando di aver subito delle violenze.
Si sente di raccontare cosa ha vissuto?
“Quello che conta non è la mia storia personale, ma il valore che questo può aver avuto per tutte le donne che sanno di cosa ho parlato perché lo hanno vissuto o lo vivono ancora ogni giorno sulla propria pelle”.
Questa esperienza traumatica ha influito anche sul suo impegno politico?
“Moltissimo. Non è un caso se ho deciso di far parte della commissione di inchiesta sui femminicidi e di dedicare il mio mandato parlamentare anche alla lotta alla violenza di genere. Si tratta di una battaglia di civiltà che ci riguarda tutti, donne e uomini, senza distinzione. Perché ogni donna che subisce una violenza rappresenta un fallimento per l’intera società”.
Si è mai sentita colpevolizzata?
“Ovviamente sì. Anche da persone vicine. Molti lo fanno inconsapevolmente, con commenti a notizie e fatti di cronaca che rappresentano una seconda ferita, se possibile ancor più dolorosa della prima perché attribuiscono una responsabilità a chi ha avuto l’unica colpa di cadere nella spirale di violenza costruita da un uomo”.
In Parlamento c’è la sensibilità necessaria per provare a intervenire?
“A parole sì. Dobbiamo trasformare tutto questo in fatti concreti che vadano nella direzione della repressione, ma anche della prevenzione e della crescita culturale. Le sanzioni sono ovviamente fondamentali. Ma è altrettanto essenziale consolidare la rete di protezione per le donne che denunciano, sviluppare reti sociali di assistenza e di mutuo aiuto e dare risorse per fare della scuola pubblica una delle protagoniste di questo percorso culturale così lungo e complesso”.
Dopo il suo intervento ha ricevuto solidarietà particolari che l’hanno colpita?
“Sì. Quelli che mi hanno colpito di più sono stati quelli di donne che non conosco personalmente, ma che dopo l’intervento mi hanno scritto sui social per dirmi che le parole che ho utilizzato in aula erano anche le loro. Leggendo i loro messaggi ho pianto ancora”.
Quando legge le notizie come quella odierna di Marisa Leo, cosa pensa?
“Che la strada verso la parità e la completa eradicazione della violenza è ancora molto lunga. Che episodi simili devono farci sentire tutti coinvolti e tutti responsabili. Che esiste un abisso di solitudine, emarginazione e violenza che la nostra società non può permettersi di tollerare. Che quella donna uccisa era una sorella, una madre, una figlia di ciascuno di noi”.
E quando invece il marito della premier parla di donne che non dovrebbero ubriacarsi?
“Offende se stesso prima ancora di tutte le donne”.